A cura del Docente Livio Secco
Secondo Giacomo Cavillier l’arco semplice egizio è un fusto unico di acacia con i flettenti di 1,50-1,70 metri lavorato a fuoco. La sua gittata massima è 60-70 m in tiro diretto. Il fatto che sia di acacia lo rende abbastanza economico. L’acacia è un albero indigeno e l’Egitto è poverissimo di legno sia normale che pregiato.
L’arco composito è simile nella forma, ma ha una anima lignea lavorata a fuoco e stagionata. All’esterno, sul lato concavo, è ricoperto di tendine animale, all’interno, sul lato convesso, da corno. Il tutto è rivestito da corteccia o legno leggero. L’arco composito, rispetto a quello semplice, è costosissimo. Infatti richiede legni più pregiati d’importazione, una stagionatura decennale e la reperibilità di materie prime animali e vegetali non sempre facili da trovare. Tecnicamente l’arco composito, essendo più potente, ha una gittata di 100-150 m in tiro diretto e fino a 250 m nel tiro curvo.
Le frecce sono costituite da fusti legnosi di particolare leggerezza del diametro di 60 – 70 mm, dotati di alette stabilizzatrici e di punte in selce o in metallo.
Queste ultime sono ottenute per fusione e sagomate: fogliate con codolo, triangolare o rombico con cordonatura per minor resistenza aerea e maggior penetrazione. L’archeologia sperimentale documenta che questi dardi non solo penetrano gli scudi, ma sono in grado, lacerandone le fibre lignee, di divaricarne le parti e quindi di spaccarli.

Nelle immagini: punta di freccia bidimensionale di selce ritrovata nel Fayum, punta tridimensionale in bronzo ritrovata a Kafr Ammar e datata al Terzo Periodo Intermedio, punta di freccia in ferro con codolo lungo ritrovata a Ibrim; disegno di arco semplice monolitico e arco composto con immagine della stratificazione dei materiali (Cavillier).
Per approfondire: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/i-soldati-del-faraone/