Di Luisa Bovitutti
Il figlio e le due figlie di Userhat (erase dai monaci copti, che potevano essere indotti in tentazione dai loro corpi aggraziati) che fanno offerte al padre ed alla madre, vestiti elegantemente e con un grande collare ; sotto la sedia di Mutnofret ci sono il suo specchio hathorico raffinato con la sua custodia a forma di cesto ed una scimmietta (forse l’animale domestico della donna), mentre sotto la sedia di Userhat c’è il suo astuccio con il materiale scrittorio. Le due figlie della coppia offrono al Ka del defunto un calice di vino ed un collare (il testo, infatti, recita: “Per il tuo Ka! Fai un giorno felice nel tuo bel luogo dell’eternità” e le braccia di una di loro ancora visibili sono disposte a rappresentare il ka). Dietro le ragazze si trova il figlio che porta un grande mazzo di fiori
Le uniche notizie sul figlio del kap Userhat si desumono dalle iscrizioni nella sua tomba; egli apparteneva probabilmente ad una buona famiglia ma non al gotha della nobiltà egizia, in quanto la sua ultima dimora, contraddistinta dalla sigla TT 56, si trova ai piedi della collina di Sheikh Abd el-Qurna, nella zona della necropoli riservata ai funzionari statali della classe medio alta, mentre i membri dell’alta aristocrazia, come ad esempio Kenamun, venivano sepolti più in alto, verso nord est, in vista di Deir el-Bahari.

Egli dovette probabilmente il suo successo al fatto di essere stato educato nel kap di Amenhotep II, e per questo motivo il sovrano stesso o il suo successore Thutmose IV gli consentirono di avvalersi degli artigiani reali per la realizzazione della sua tomba, che pur non essendo stata completata ed avendo subito danni in alcune aree, presenta decorazioni pregevoli ed in ottimo stato anche se nel corso dell’epoca amarniana il nome di Amon e di Mut vennero in più punti scalpellati e solo in parte ripristinati dopo la restaurazione degli antichi culti e successivamente, i monaci copti lasciarono traccia del loro passaggio disegnando croci, scritte e strani omini.
La moglie di Userhat si chiamava Mutnofret e portava il titolo di “ornamento reale” per cui probabilmente era stata concubina del sovrano che l’aveva poi concessa in sposa al suo ex compagno di scuola (si trattava di un grande onore per entrambi i coniugi); la coppia ebbe due figlie, Henut-neferet, Signora di Corte, amata dal suo Signore, Lodata dal Buon Dio (ovvero il re), e Nebet-tawy.

Nelle decorazioni parietali, affiancato in un’occasione dalle sorelle, viene anche menzionato un figlio maschio (“tuo figlio, che tu ami, il prete wab di Ptah”) ma non vi è traccia del nome.
La tomba di Userhat era nota fin dalla prima metà del XIX secolo, perché venne visitata da Lepsius e da Wilkinson, che copiò alcune iscrizioni; essa venne aperta nell’inverno del 1903-04 dal chimico ed archeologo britannico Robert Mond e fu restaurata più volte nel corso degli anni senza tuttavia che si tenesse traccia dei lavori effettuati; solo nel 1986 Christine Beinlich-Seeber e Abdel Ghaffar Schedid ne produssero una pubblicazione completa.
Essa è scavata nella roccia ed ha la forma tipica delle tombe della XVIII Dinastia; somiglia quindi ad un’abitazione, con un cortile aperto, un ampio ingresso, un corridoio e due stanze poste a forma di “T” rovesciata dove i congiunti portavano le offerte al defunto; le camere sepolcrali invece erano accessibili da uno o più pozzi ma sigillate e prive di decorazione.

Fu edificata probabilmente a cavallo tra il regno di Amenhotep II, del quale presenta le caratteristiche stilistiche ed architettoniche, e quello di Thutmosis IV (il cui cartiglio è stato rinvenuto su di un mattone trovato in loco), per i dettagli dei gioielli e dell’abbigliamento e per il carattere delle scene, tipiche delle tombe tebane successive.
Alla metà della XVIII Dinastia, infatti, la decorazione di una tomba civile prevedeva scene di vita del defunto nella parte trasversale (il transetto), ed immagini relative alle esequie, alle offerte ed al passaggio nell’aldilà nel corridoio perpendicolare, e quella di Userhat non si discosta sotto questo profilo dalla tradizione.
L’ingresso della struttura è posto nella parete rocciosa dell’estremità meridionale del cortile ed è incorniciato da piedritti e da un’architrave scolpiti nella pietra naturale; sui primi sono incise formule di offerta ad Amon-Re, Re-Horakhty e Osiride, Anubi e Hathor mentre l’architrave raffigura Userhat e sua moglie davanti ad Osiride.
LA TOMBA: il transetto o anticamera
Entriamo ora nella tomba: per orientarvi meglio nella collocazione delle pitture, fate riferimento alla numerazione della piantina

Due gradini tagliati nella roccia conducono ad un transetto posto un metro sotto il livello del cortile, che mostra davanti ai due muretti di fondo due pozzi funerari rappresentati in pianta come dei quadrati con una X al centro.
I soffitti sono coloratissimi, mentre nelle immagini il nero si è ormai sbiadito e predominano il rosa ed il sabbia. Tutte le pareti sono sormontate da un fregio kheker, ad eccezione della parete posteriore della seconda camera. Una striscia non decorata separa le scene dal suolo.

Sulla parete nord, subito a sinistra dell’ingresso: si vedono Userhat, la moglie Mutnefert ed una figlia che fanno offerte a Osiride e ad Hathor, padrona dell’Occidente (2); di seguito tre registri mostrano la conta e la marchiatura del bestiame e altri due rappresentano Userhat che supervisiona la registrazione dei raccolti e la distribuzione del pane ai soldati (3).


Il lato corto del transetto a sinistra dell’ingresso (4) mostra l’immagine tradizionale di una falsa porta dipinta. Sopra di essa, due scene: a sinistra Userhat offre mazzi di fiori al suo superiore Iamunedjeh ed a sua moglie, a destra ad un’altra coppia non identificata. Ai lati della falsa porta vi sono scene che rappresentano il defunto che riceve offerte e viene purificato con l’acqua lustrale.


Sulla sinistra della parete sud, in faccia all’ingresso, quasi completamente distrutta, troviamo la rappresentazione della “Bella festa della valle” (5), che veniva celebrata fin dal Medio Regno e che era la più importante tra le feste dedicata agli Antenati, molto simile alla nostra ricorrenza del 2 novembre (ne parlerò in un post di prossima pubblicazione) .
Gli Egizi ritenevano che in questa cerimonia non solo i vivi ma anche i defunti facessero offerte ad Amon, ed infatti Userhat è rappresentato su ciascun lato dell’ingresso della sua tomba mentre fa libagioni e depone su di un braciere un’offerta alla statua del dio nascosta nel naos collocato sulla barca sacra che veniva portata in processione da Karnak a Deir el-Bahari.
Un’altra immagine mostra Userhat (forse già defunto) insieme alla moglie Mutnofret mentre riceve offerte dai figli (si tratta dell’immagine già proposta).
Dietro il figlio ci sono tre registri, il primo dei quali (dall’alto) mostra le due figlie della coppia, le cui immagini sono state vittime della censura copta, sedute davanti ad un tavolo di offerte che ricevono una coppa di vino da una ragazzina; anche qui, sotto la loro sedia c’è una scimmietta che sta mangiando una noce di cocco che ha rubato da un cesto davanti a sé.

Nel registro sottostante si vedono un gruppo di quattro musicisti, un suonatore di arpa ed un altro gruppo di tre musiciste parzialmente cancellate; la prima suona un flauto doppio mentre le altre due battono il tempo con le mani.
Gli ospiti sono rappresentati sotto di loro: tre donne, sedute a terra su di una stuoia, tendono le mani verso la mensa delle offerte; un’ancella ha una boccetta di olio profumato per ungere i commensali.
Dietro, a sinistra dei due sottoregistri inferiori e dopo un’ampia area danneggiata trovano posto gli ospiti maschi, seduti su alti sgabelli sotto una vite, simbolo di Osiride, e davanti a tavole di offerte.
Una lunga fila di servi, carichi di offerte, si dirige verso il secondo gruppo di invitati.
Sulla parete nord subito a destra dell’ingresso (6) il muro è diviso in due parti: una rappresenta Userhat che assolve ai suoi doveri nell’esercito (immagine piuttosto rara), l’altra è l’omaggio del defunto ad Amenhotep II (7).


La parte dedicata all’esercito mostra l’immagine di due ambienti, separati da porte, che suggeriscono la presenza di un magazzino circondato da un recinto. A sinistra è rappresentato l’esterno, mentre a destra l’interno.
Userhat doveva provvedere alle razioni per le truppe, che erano costituite da derrate alimentari e beni di prima necessità; i tre registri superiori di sinistra mostrano i soldati con un sacco vuoto in mano che si portano al magazzino per ricevere il compenso; davanti all’ingresso ci sono due ufficiali, uno dei quali potrebbe essere Userhat, poiché due uomini si prostrano davanti a lui.

I due registri inferiori di destra mostrano gli addetti che portano all’esterno i pani da distribuire, controllati da un supervisore armato di frusta, mentre i quattro registri superiori di destra mostrano degli ufficiali che mangiano.


I due registri inferiori di sinistra mostrano due barbieri che tagliano i capelli a due soldati chinati in avanti; quello di sinistra ha la parte inferiore della gamba sinistra atrofizzata; gli altri uomini, seduti a terra o su di una sedia aspettano il loro turno; due di essi si sono sistemati a riposare sotto un grande albero.

La parte dedicata all’omaggio di Userhat ad Amenhotep II mostra il defunto con una parrucca curiosamente rossa (forse perché il nero originale è andato perduto o forse perché davvero aveva i capelli di quel colore) e che porta doni al re ancora vivente, che sta seduto su di un trono sotto un’edicola.
Questi doni (egli tiene in mano una composizione di mandragore e di grappoli d’uva e ha deposto sul tavolo di fronte al Faraone fiori di loto ed un tralcio di vite carico di grappoli) simboleggiano le opere compiute nella sua vita terrena affinchè il sovrano possa apprezzarle ed intercedere perchè egli possa entrare nell’aldilà.
Su ogni lato del baldacchino vi sono due composizioni floreali di tre steli di papiro intorno ai quali sono legate corolle di fiori.
Sul lato corto del transetto a destra dell’ingresso (si trova una stele dipinta, ai due lati della quale compaiono tre registri: a sinistra portatori di offerte, flabelliferi e soldati, a destra uomini che portano rami ed offerte

Nella parte superiore della stele è raffigurato un disco solare alato con raffigurazioni di Osiride.

Sul pavimento si trova una piccola nicchia protetta da rete metallica all’interno della quale si trovano stampi per il pane in argilla che potrebbero essere appartenuti allo stesso Userhat.
Sulla destra della parete sud, in faccia all’ingresso (9, 10, 11) Userhat, rappresentato di grandi dimensioni, insieme alla moglie fa offerte ad Osiride: nei registri superiori compaiono quattro supporti (o forse bracieri) separati da quattro lattughe, sui quali vi sono un’anatra, dei pani e dell’uva. Cosce di bovini, un intero vitello, pollame, pane, verdure, ceste di frutta e mazzi di fiori sono collocati in un unico cumulo.
I due sottoregistri, in alto, contengono vasi e recipienti di varie forme per vino ed olio; Userhat in persona offre due bracieri, sui quali sono deposti un’anatra e del pane; davanti a lui un servo porta un piedistallo sul quale sono forse rappresentati trucioli di legno di incenso (una montagnetta di un materiale giallo).
Il resto della parete, fino alla parete ovest, è suddiviso in tre registri: in quello superiore tre sacerdoti wab avanzano verso la coppia della scena precedente con mazzi di fiori.
L’altra parte del registro appartiene ad una scena autonoma. Un sacerdote sem, gravemente martellato, purifica le offerte poste su un tavolino basso davanti a sé: oltre ai beni consueti e a due grandi vasi vi è anche un oggetto a forma di doppia falce, di cui non si conosce la natura.
I destinatari dell’offerta sono due uomini seduti su sedie basse appoggiate su una stuoia, sotto le quali c’è il materiale da scriba; forse sono parenti o colleghi di Userhat.
Il registro intermedio è di difficile interpretazione perchè manca il testo descrittivo: a destra vi sono due uomini con dei fiori in mano. Di fronte a loro cinque donne sedute e quattro in piedi. Tre di esse tengono un ragazzino sulle ginocchia: sono probabilmente le istitutrici dei figli di Userhat. L’ultima persona, a sinistra, è un piccolo servitore.
Il registro inferiore è interrotto da un’ampia area completamente distrutta e mostra servi che portano varie offerte, tra le quali un vitello, una capra o una piccola antilope, un’anatra.
A destra una coppia è seduta davanti a una tavola di offerte: forse sono i genitori di Userhat; alla loro sinistra ci sono tre persone seguite da un’altra coppia, forse lo stesso Userhat e sua moglie, ed altri personaggi dall’aspetto aristocratico, ma in assenza di testi, l’identità di questi personaggi resta misteriosa.
A sinistra solo un uomo, forse il defunto, siede davanti al tavolo delle offerte, su uno sgabello pieghevole. Dalla parte opposta del tavolo si vedono, adagiati su stuoie, vari cesti, anfore, ceste di pani e un’anatra.
Dietro di lui stanno un uomo ed un giovane, identificato dalla sua ciocca laterale, ed altri partecipanti alla festa, sia adulti che bambini, in processione. Tutti tengono la mano destra sulla spalla sinistra in segno di rispetto.
LE SCENE DI CACCIA E DI PRODUZIONE DEL VINO
La porta tra l’anticamera ed il corridoio che conduce alla cappella (12) è sormontata da una cornice a cavetto sul lato d’ingresso, dipinta a fasce verdi, azzurre, bianche e rosse, che poggia su una modanatura a toro.
L’architrave mostra due scene speculari, divise da una scritta augurale per Userhat: “Tutta la protezione, la vita, la stabilità, il potere, la salute […]”.
Ognuna di esse lo mostra in piedi all’estremità esterna, mentre con le mani alzate rende omaggio ad Osiride e ad Anubi, seduti davanti ad un tavolo di offerte.
I montanti sono decorati con tre colonne verticali di geroglifici in rilievo su fondo giallo, che chiariscono che tutte le offerte agli dei sono state fatte dal sovrano a beneficio del ka di Userhat.
La parete nord (la piccola parete laterale, a sinistra ed a destra entrando, nn. 13 e 16), comprende quattro registri sovrapposti le cui immagini costituiscono la prima parte di quelle che compaiono sulle lunghe pareti seguenti (est ed ovest).
Nel registro superiore e nei due registri centrali della parete nord a sinistra, compaiono degli uomini; alcuni studiosi li ritengono la scorta di Amenhotep II, mentre i tre del registro superiore che tengono in mano bastoni, faretra e arco e sono probabilmente servi che seguono il carro di Userhat.
Il registro più basso presenta tre figure femminili che completano la scena di offerta posta al di sotto della scena del carro.
Nel registro superiore della parete nord a destra si vedono cinque uomini che camminano sotto una costruzione nella quale ci sono diversi vasi; nel registro centrale due file di donne avanzano per unirsi alla processione sul lungo muro ovest. Una scena con giare è rappresentata anche nel registro inferiore.
La parete est (parete lunga a sinistra) è divisa in due registri; quello superiore è caratterizzato da scene di caccia con il carro nel deserto e di caccia e pesca nelle paludi.
La prima scena che si incontra sulla sinistra entrando (14) è quella che raffigura Userhat che caccia nel deserto, caratterizzato da rada vegetazione e dai colori marroni e bruni dominanti; egli è in piedi su un carro leggero analogo a quello di Kenamun, trainato da due cavalli in corsa, ha le redini avvolte intorno alla vita per avere le mani libere (nella realtà alla guida ci sarebbe stato un auriga), e sta per scoccare una freccia verso la sua preda; sulla schiena porta una faretra e sul carro si nota la custodia per i giavellotti, vuota.

Davanti a lui un gruppo eterogeneo di animali selvatici sta fuggendo disordinatamente in preda al panico dando un’impressione di grande caos: a terra vi sono già delle prede abbattute; le gazzelle, alcune delle quali sono già state colpite, scappano in tutte le direzioni. Sotto i cavalli sono rappresentate due lepri ferite e due iene in fuga; una di esse, già raggiunta dalle frecce, si gira, perdendo sangue dalla bocca aperta; una volpe ferita si nasconde in un cespuglio.


Le scene della caccia e della pesca nella palude, anch’esse tipiche delle decorazioni tombali dall’Antico Regno fino ad Amenhotep II, sono solitamente speculari e separate in verticale da un’increspatura dell’acqua; il defunto naviga sul fiume nel quale nuotano varie specie di pesci ed è in piedi a gambe divaricate su di una barca di steli di papiro, nell’atto di scagliare un bastone da lancio o una fiocina, con la posizione tipica del sovrano che abbatte i nemici.

La scena della caccia nella palude con il bastone da lancio e con la fiocina. La fiocina è stata analizzata da Livio Secco, esperto oplologo, che ha spiegato che si tratta di uno strumento in legno che la proporzione con l’egizio stabilisce tra i due metri e i due e mezzo. E’ sottile e leggero. Un’arma più pesante avrebbe anche reso instabile il natante in seguito allo sbilanciamento del lancio. Peraltro è evidente che essa non è destinata ad essere lanciata. Userhat usa la mano destra come propulsore e la sinistra per indirizzare con precisione il colpo. Non è necessario nessun sistema di recupero perché Userhat appunto non lancerà mai il suo attrezzo con il rischio di perderlo o spezzarlo. Il legno è stato appositamente fessurato per ottenere le due punte, che sono poi state lavorate a fuoco per renderle dure in modo da non spezzarsi al primo impatto con il fondo del fiume. Alla base della divaricazione c’è una fasciatura in corda o tessuto per rendere la divaricazione con un valore preferito dal possessore. E’ possibile che fosse mobile e non fissa in modo da rendere la fiocina bipunta adattabile alla preda da pescare.
Nella tomba di Userhat il defunto, che si trova con la moglie e una delle figlie, mantiene l’atteggiamento tradizionale, ma il fiume è stato reso come una fascia orizzontale blu priva delle solite linee ondulate che rappresentano la corrente e le due scene sono una dietro l’altra, separate da una macchia di papiri (15).
Nella scena della caccia, in alto, a sinistra, si nota un po’ confusamente, un nido con due uccellini minacciati da un predatore, il cui peso piega lo stelo di papiro su cui si arrampica. Tre anatre volano sopra la macchia di papiri, mentre una quarta, colpita da un bastone da lancio, crolla a testa in giù.
La scena della pesca con la fiocina è del tutto simile a quella precedente: Userhat trafigge due pesci e un piccolo stormo di anatre spaventate si alza in volo e si dirige verso il cacciatore; l’increspatura dell’acqua di fronte alla barca rappresenta il fiume aperto, oltre la sponda paludosa .
Molti egittologi ritengono che questi dipinti parietali relativi alla caccia (anche quella all’ippopotamo, tema ricorrente nelle tombe dell’Antico regno) assumano un significato simbolico: queste prede, che vivono in ambienti non dominati dall’uomo, rappresentano le forze del caos e devono essere abbattuti perché Ma’at abbia il sopravvento ed il defunto possa entrare nell’Aldilà garantendosi la possibilità di rinascita.
I copti hanno aggiunto a queste scene degli animali molto strani, che alcuni interpretano come gatti; in realtà pare siano creature infernali (soprattutto quello sulla prima barca), aggiunte per contribuire a debellare le entità ostili rinforzando il valore apotropaico della scena.
La prima scena del registro inferiore deve essere letta da destra a sinistra, per cui partendo dal centro della parete.
Essa rappresenta la caccia agli uccelli nella palude tipica dell’Antico Regno, realizzata con una rete esagonale. Lo stagno verdastro (che in realtà rappresenta un’ampia distesa d’acqua) e la rete azzurra gettata su di esso sono mostrati in verticale ed i canneti sulle sue sponde sono rappresentati da poche piante; l’area è ricca di uccelli che volano nel cielo o si sono posati sulla rete.

Tre cacciatori sono nascosti nel canneto a sinistra e reggono la fune che permetterà loro di chiudere la trappola e di catturare i volatili; l’ultimo di loro si volta a guardare cosa sta accadendo alle sue spalle, dove ad Userhat ed a sua moglie viene offerto il bottino della pesca.
A sinistra si assiste alla presentazione al defunto ed alla moglie delle anatre catturate vive con la rete, come si apprende dal testo di accompagnamento; la coppia è assisa su di un’ampia sedia dall’alto schienale sotto la quale ci sono due vasi di forma diversa; davanti a loro c’è un grande tavolo pieno di offerte e due uomini presentano anatre e mazzi di papiro; altre tre anatre stanno su di un tavolino.
A destra della macchia di papiri si estendono immagini relative alla produzione del vino, associato al sangue di Osiride, ucciso e fatto a pezzi dal fratello Seth: i due piccoli sottoregistri sovrapposti, piuttosto danneggiati, mostrano i contadini che vendemmiano e ripongono i grappoli in ceste di vimini, quindi dei servi che pigiano l’uva in un grande tino aggrappandosi a funi decorate con fiori.

Due uomini portano piccoli vasi con il vino che probabilmente viene travasato in una delle tre file di giare molto più grandi. In alto è inginocchiato uno scriba che prende nota del quantitativo d’uva lavorato, dal quale dovrà essere ricavata un giusta quantità di vino.
La descritta sequenza si completa con una rovinata immagine di Userhat che rende omaggio ad un’anonima dea serpente e con una piccola scena di pesca con una rete a strascico.
LE SCENE DELLA PROCESSIONE FUNEBRE E DEL PELLEGRINAGGIO AD ABYDOS
La parete ovest (parete lunga a destra) è divisa in vari registri: quelli superiori illustrano la processione funebre, quello inferiore il pellegrinaggio fluviale ad Abydos.
L’immagine della testa della processione, ora distrutta, si trovava all’estremità sinistra del registro superiore e rappresentava il sarcofago in piedi nel cortile della tomba durante il rito dell’apertura della bocca eseguito da un sacerdote sem assistito da un prete lettore (solo questi ultimi sono sopravvissuti ai millenni).

Dietro di loro, incompiute, ci sono le prefiche, tre delle quali, accovacciate, con la mano sinistra si spargono della polvere sulla testa in segno di dolore e di lutto (17).
Il corteo funebre (18), che rappresenta un momento distinto e cronologicamente antecedente al rito descritto perché comprende ancora la slitta che traina la barca sacra sulla quale c’è un catafalco con il sarcofago e la mummia di Userhat, si sviluppa lungo il sentiero che conduceva alla sepoltura, da sinistra a destra lungo il registro superiore per poi proseguire da sinistra a destra lungo quello sottostante e, come già detto, sulla parete nord; sopra la processione e lungo il cammino si notano le piccole costruzioni che venivano costruite per deporvi le offerte.



I servi raffigurati nel registro intermedio portano il ricco corredo funerario, nel quale si trovano anche un cavallo ed un carro smontato; le giare e le anfore all’estrema destra del registro forse erano una riserva di bevande per i partecipanti al corteo.

Nel registro inferiore è dipinto il pellegrinaggio ad Abydos; già si è detto che raffigurare nella tomba questa forma di devozione equivaleva ad averla effettuata in vita e quindi ad acquisirne i meriti; qui è la mummia di Userhat, deposta nel sarcofago collocato su di un catafalco bianco ad essere rappresentata mentre raggiunge la sacra località con una barca, scortata da altre quattro imbarcazioni, due davanti e due dietro.

Le navi hanno cabine di legno decorate sui lati sulle quali stanno seduti dei passeggeri, e a prua, sopra una piattaforma, circondata da tavole, stanno l’addetto allo scandaglio ed il pilota che segnala al timoniere collocato a poppa le sue istruzioni.


La barca posta dietro quella con il defunto mostra i rematori in azione, il che conferma (oltre all’assenza di una vela) che sta scendendo il Nilo contro corrente da Tebe verso Abydos (18).
La parete sud (19) presenta al centro una nicchia contenente i resti delle statue della coppia, completamente distrutte nel corso dei secoli; sopravvivono solo il busto di Mutneferet e la sua mano sinistra che tiene un bouquet di fiori.
FONTI relative a tutti i post su Userhat e la sua tomba:
- https://www.meretsegerbooks.com/pages/books/M1719/beinlich-seeber-christine-ghaffar-shedid-abdel/das-grab-des-userhat-tt-56
- https://ib205.tripod.com/tt56.html
- http://www.semataui.de/NR/18.Dyn/18-07a-TT56.htm
- https://www.osirisnet.net/…/ous56/e_ouserhat56_01.htmss
- https://www.flickr.com/photos/manna4u/32734652742
- http://www.touregypt.net/featurestories/tt56.htm
