Mai cosa simile fu fatta, XIX Dinastia

USHABTY DI NIKA

Di Grazia Musso

Ushabty e cassetta porta ushabty di Nika.
Ushabty: arenaria, altezza cm 13,5 – C. 2656
Cassetta: legno, altezza 30,5 cm., larghezza 25 cm.
Museo Egizio di Torino – Collezione Drovetti

Con il termine ushabty, letteralmente ” colui che risponde”, si indicano le statuine che, a partire dal Medio Regno, entrarono a far parte dei corredi funerari.

Il loro scopo era quello di sostituire il defunto nei lavori agricoli che questi avrebbe dovuto svolgere nell’aldilà per procurarsi il sostentamento necessario alla sua nuova vita.

Per questo motivo le statuine tengono generalmente in mano le zappe con cui dissodare il terreno e un sacchetto contenente i semi a garanzia di un nuovo raccolto.

Il numero, la tipologia e la qualità degli ushabty rinvenuti nei corredi funerari sono estremamente vari.

Nel Nuovo Regno i sovrani e gli individui delle alte classi sociali potevano possedere centinaia di questi servitori in miniatura, fabbricati con diversi tipi di materiali: faience, terracotta, pietra, legno, bronzo.

A seconda delle epoche lo stile degli ushabty cambiò, rispecchiano mode e tendenze artistiche contemporanee, come nell’esemplare di Nika, caratterizzato dalla tipica acconciatura del periodo.

Sul corpo di questa statuina è scritta una formula tradizionale in cui l’ushaty dichiara di essere pronto a “rispondere” al defunto che gli chiede di lavorare al posto suo.

Molto spesso questi piccoli e devoti servitori erano depositi all’interno di cassette lignee decorate con vivaci scene policrome, come quella appartenuta allo stesso Nika.

Fonte

I grandi musei : Il museo Egizio di Torino – Silvia Einaudi – Electa

Foto: Museo Egizio di Torino

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