Nuovo Regno, XVIII Dinastia

MAYA, TESORIERE DI TUTANKHAMON

Maya raffigurato davanti ad un tavolo d’offerte in un pannello dell’ingresso

Prendo spunto dal post recentemente pubblicato da Grazia Musso per approfondire la figura di Maya, uno dei personaggi più potenti alla corte di Tutankhamon e dei suoi successori e per mostrarvi le immagini della sua tomba, alcune delle quali da me scattate in occasione de mio viaggio in Egitto nello scorso mese di giugno.

Figlio di Weret, cantante di Amon e del dignitario Iuy, probabilmente crebbe alla corte di Amenhotep III ed iniziò la sua carriera con Akhenaton: egli era, forse, quel funzionario amarniano chiamato May che divenne così importante da ottenere il privilegio di costruirsi una tomba nella necropoli della nuova città voluta dal suo re, la TA 14.

Maya ritratto nelle camere ipogee della tomba mentre rende omaggio agli dei

Fu tuttavia durante il regno di Tutankhamon che raggiunse i vertici del potere, in quanto insieme ad Horemheb e ad Ay governò di fatto l’Egitto come componente di un Consiglio di reggenza reso necessario dalla giovanissima età del sovrano; risale a questo periodo la costruzione a Sakkara della sua tomba definitiva, che sorge accanto a quella di Horemheb.

Egli contribuì a rinsaldare il potere centrale e l’ordine interno messi in pericolo dall’incapacità e dal disinteresse di Akhenaton per i suoi doveri di sovrano e ripristinò il culto dei vecchi dei restaurandone i templi a spese dello Stato, mentre Horemheb rinforzava il prestigio internazionale dell’Egitto ed il dominio nel Vicino Oriente conducendo diverse campagne militari nei confronti dei vassalli asiatici in rivolta.

Maya raffigurato con dimensioni doppie del normale sullo stipite del portone d’ingresso del complesso funerario mentre rende omaggio ai quattro figli di Horus e ad Osiride (non visibile)

Alla morte di Tutankhamon, Maya ne organizzò il funerale, ed ebbe l’onore di depositare nella sua tomba due ushabti ed un modellino rappresentante un catafalco sul quale giace il sovrano mummificato, protetto dalla dea Iside che lo copre con le sue ali.

Probabilmente continuò a ricoprire la sua carica anche sotto Ay ed Horemheb.

Sono documentati in suo favore trentanove titoli di corte (alcuni dei quali onorari), diciotto amministrativi, tre varianti del titolo di scriba, sei relativi alla costruzione di opere ed otto religiosi.

Frammento di una scena che raffigurava Maya, la cui importanza è testimoniata dal grande numero di “oro del valore” che portava al collo e che il sovrano conferiva ai dignitari meritevoli.

I più importanti erano quelli di Sorvegliante del Tesoro, Scriba Reale, Portatore di ventaglio alla destra del re, Sorvegliante dei lavori nel Luogo dell’Eternità (Valle dei Re), Guardiano dei Segreti del Palazzo, Preferito del Re, Preferito di Horus (il Re) nel suo palazzo, Chi fa ciò che piace a sua maestà, Capo della festa di Amon a Karnak.

La moglie Meryt raffigurata con dimensioni doppie del normale sullo stipite del portone d’ingresso della tomba

Egli morì attorno al 1310 a. C., nel corso dell’anno 9 del regno di Horemheb, a circa cinquant’anni di età, almeno da quanto si desume dai suoi resti ossei trovati nella tomba.

Non avendo avuto eredi maschi (nella tomba risultano raffigurate solo due figlie, una chiamata Mayamen – menzionata nella scena – l’altra di nome Tjaou-en-maya, nominata in una stele ora al Rijksmuseum di Leiden), le sue esequie furono officiate dal fratellastro Nahuher, primo figlio di Henuntiunu, seconda moglie di suo padre.

La tomba di Maya, già in parte riportata alla luce da Lepsius e poi abbandonata e scomparsa sotto la sabbia, è stata nuovamente rintracciata nel 1986 a Sakkara, e poi scavata e restaurata tra il 1987 ed il 1999 da una spedizione congiunta della Egypt Exploration Society (EES) e del National Museum of Antiquities di Leiden, che già era entrato in possesso delle tre bellissime statue del tesoriere e di sua moglie Meryt (una di Maya, una di Meryt ed una della coppia), i cui piedistalli sono ancora visibili nella cosiddetta “camera delle statue” e nel cortile esterno.

Il complesso funerario sorge a sud della strada processionale di Unas, in uno dei quattro settori principali della necropoli utilizzata dai funzionari del Nuovo Regno che prestavano servizio a Menfi, città che con la restaurazione post amarniana era tornata ad essere la capitale dell’Egitto.

Pianta dell’area della necropoli del Nuovo Regno a Sakkara ove sorge la tomba di Maya e Meryt (in alto, in colore blu).

Esso è lungo quasi 44 metri e largo 16,5 metri ed è costruito secondo i canoni tipici dell’architettura funeraria menfita sviluppatasi con Thutmosis IV e Amenhotep III e rimasti in auge fino alla XX dinastia: la struttura della tomba doveva consentire al defunto di unirsi alla divinità solare e di partecipare ai suoi eterni cicli di vita e di rinascita, ma anche di tornare sulla terra per rendere omaggio agli dei.

Veduta prospettica delle tombe di Maya e di Horemheb, tra le quali è stata successivamente inserita quella di Tia, sorella di Ramses II

Per questo a Sakkara le tombe del Nuovo Regno hanno un orientamento est – ovest, recano iscrizioni di inni solari sulle pareti o su stele e prevedono sia camere sepolcrali ipogee che una sovrastruttura del tutto simile ad un piccolo tempio “a cannocchiale”, le cui pareti vanno gradatamente restringendosi fino alle cappelle destinate al culto del defunto, corrispondenti al sancta sanctorum; come i templi solari dell’Antico regno, inoltre, avevano una piramide in miniatura posta sul tetto o dietro la cappella centrale.

Talvolta esse avevano anche una cappella per il culto di una divinità, di solito Osiride, Hathor, o il toro Apis.

Per meglio comprendere la struttura del complesso, guardate le fotografie delle piantine che ho allegato, con l’indicazione dei vari ambienti.

Pianta della tomba di Maya: a destra, sul lato est, si nota il pilone, in mattoni crudi nel quale si apre un portale rivestito di lastre di calcare finemente decorate che immette nel primo cortile pavimentato con mattoni, il quale conserva sul lato occidentale una fila di colonne papiriformi.
Segue la grande sala delle statue (l’ambiente al centro), fiancheggiata da due magazzini, attraverso la quale si entra nel cortile interno lastricato e circondato da un colonnato sul quale ad ovest si affacciano tre cappelle per le offerte costruite con mattoni crudi e con il pavimento in terra battuta.
Dal cortile interno si accede alla parte sotterranea originale, che si estende all’esterno del perimetro della costruzione superiore, mentre nel cortile esterno si apre la scaletta individuata in pianta da un rettangolino, che permette di raggiungere gli ambienti decorati, ricostruiti nel corso del restauro.

Gli stipiti delle porte, gli architravi e le pareti del cortile interno erano ricoperte di lastre in calcare scolpite con scene a carattere religioso e con le immagini di Maya che attende ai suoi compiti istituzionali.

Molti rilievi furono asportati dai monaci copti del monastero di Apa Jeremias e si trovano ora al Museo del Cairo; altri furono rimossi da Lepsius che, come si è visto, li portò a Berlino dove finirono distrutti nel corso della seconda guerra mondiale; altri visitatori del XIX secolo completarono la spoliazione.

Un pozzo verticale scavato nella roccia dava l’accesso ai due piani ove avevano sede le camere sepolcrali; per facilitare il restauro e la visita degli unici tre ambienti sotterranei decorati, che si trovavano ben 22 metri sotto il livello del suolo, gli archeologi rimossero i rilievi intatti e le centinaia di frammenti rimasti e li ricomposero in un ambiente costituito da tre stanze unite da corti corridoi appositamente scavato sotto la superficie del cortile esterno della tomba ed accessibile grazie ad una piccola scala.

Al link seguente un bellissimo tour virtuale della tomba creato da Salma El Dardiry e Karim Mansour, che gestiscono il sito Describing Egypt: https://www.saqqara.nl/tombs/virtual-tour-maya/ 

Sul lato est del complesso funerario di Maya si trova la facciata, che ha l’aspetto di uno spesso ed alto pilone templare costituito di mattoni crudi legati da malta, nel quale si apre il portale che conduce al cortile esterno, e che è costituito da un ampio ed alto passaggio rivestito di lastre di calcare finemente decorate.

Il pilone d’ingresso come appare oggi; i due stipiti recano rilievi di Maya davanti alle offerte, e sono stati protetti con un’intelaiatura in legno dotata di una porta chiusa con un lucchetto, che il custode apre per gli occasionali visitatori (la tomba è piuttosto fuori mano e non è compresa nei giri turistici ordinari). Sopra questi rilievi ci sono pannelli esplicativi del complesso funerario

Gli stipiti del portale d’ingresso, oggi protetti da un’anta in legno chiusa con un lucchetto che viene aperta dal custode ai rari visitatori, rappresentano Maya assiso ai cui piedi sono state poste innumerevoli offerte.

Il passaggio presenta due registri: su quello superiore (di grandezza doppia del reale) è raffigurato da un lato Maya giustificato che si riunisce alla moglie ed alla matrigna defunte prima di lui e dall’altro che rende omaggio ad Osiride ed ai quattro Figli di Horus insieme a Merit.

Particolare della scena della parete interna sinistra del portale che raffigura Maya che rende omaggio ad Osiride ed ai quattro figli di Horus (qui non visibili). Dietro di lui era rappresentata anche sua moglie, ma del rilievo sopravvive ora solo una mano in posizione di preghiera.
Immagine di Osiride sulla parete sinistra dell’ingresso al complesso tombale.

Nei registri inferiori di destra e di sinistra, di dimensioni ridotte ma di fattura delicatissima, sono raffigurati due cortei di portatori di offerte, alcuni indicati per nome, forse in virtù del ruolo prestigioso rivestito nell’amministrazione statale: uno di loro è un fratello di Maya, un altro è lo scriba del tesoro Sennefer, un terzo è il segretario del defunto Ptahmose.

Il primo dei pannelli che raffigurano il corteo dei portatori di offerte. Qui si nota il cumulo di offerte per Maya.
Portatori di offerte (guanti e collari d’oro) sul registro inferiore posto sulla parete destra dell’ingresso
Il secondo e parte del terzo pannello raffiguranti i portatori di offerte nel secondo registro della parete interna sinistra dell’ingresso
Parte del terzo ed il quarto pannello raffigurante i portatori di offerte sul registro inferiore della parete interna sinistra dell’ingresso.

La porta di uscita del passaggio presenta l’architrave sovrastata da una modanatura a gola egizia ricollocata nella sua posizione originaria dopo che un terremoto aveva fatto crollare tutta la struttura, decorata con due scene speculari: Maya e Merit inginocchiati in adorazione davanti ad Anubi in forma di sciacallo disteso su un santuario, sopra il quale appare un occhio Udjat.

L’architrave del portale d’ingresso che si affaccia sul cortile esterno.
Le scene speculari dell’architrave interna che raffigurano Maya e Merit che rendono omaggio ad Anubi.

Attraverso il passaggio nel pilone si entra nel cosiddetto “cortile esterno” pavimentato con mattoni, dove è stato scavato l’ambiente nel quale sono state spostate le pareti decorate delle stanze sotterranee.

Superato il pilone d’ingresso, ci si trova qui, nel cortile esterno, e si ha la vista dei successivi ambienti della sovrastruttura della tomba.

Sul lato occidentale rimane traccia di una fila di colonne che in passato creavano un portico sotto il quale si trovava, probabilmente, la statua di Maya e Merit oggi custodita a Leida.

Da qui un breve corridoio dà ingresso alla “sala delle statue” in mattoni crudi, in origine intonacata e dipinta e fiancheggiata da due magazzini caratterizzati da una volta a botte; essa ospitava le statue singole dei due coniugi anch’esse in mostra a Leida ed introduceva al “cortile interno” lastricato, un tempo circondato da dodici colonne delle quali restano solo le basi, al centro del quale è situata l’apertura (ora risigillata) che conduce alla parte ipogea della tomba.

Superata la spoglia sala delle statue, si accede al cortile interno; la foto è stata scattata proprio uscendo dalla sala delle statue per dirigersi verso il fondo della struttura e le tre cappelle.
Uno dei frammenti rimasti in loco raffigura una scimmietta domestica, che sta sotto la sedia di Merit.

Sul lato ovest del cortile, in linea con l’ingresso, si affacciano tre cappelle di culto costruite in mattoni e con il pavimento in terra battuta, oggi non accessibili al pubblico e completamente spoglie.

Prefiche nel corteo funebre di Maya. Questo rilievo è custodito al Royal Ontario Museum di Toronto.
Maya. Non so dove sia attualmente custodito questo frammento

Della ricca decorazione di quest’area sopravvive oggi solo la fascia più vicina al terreno che reca ancora dei testi e la parte inferiore delle scene, che raffiguravano il corteo funebre di Maya, il dignitario al lavoro e una celebrazione in onore di Hathor.

Lo scriba di Maya, chiamato Ranefer, porta offerte al suo superiore defunto insieme alla sua famiglia.

Come si è detto i preziosi blocchi vennero in parte staccati da Lepsius e portata a Berlino dove andarono quasi tutti distrutti nei bombardamenti della seconda guerra mondiale; altri si trovano dispersi in svariati musei del mondo: al Cairo, a Leida, ad Amburgo, a Rochester (NY), a Francoforte, a Toronto ed a Baltimora.

Altri offerenti nel corteo portano un toro, mentre altri ne stanno macellando due.

Come si è già affermato, la tomba ha ben due piani di stanze sotterranee, solo tre delle quali, le uniche dipinte ed indicate nella piantina già pubblicata con le lettere H, K ed O, sono oggi visitabili perchè trasferite in un ambiente appositamente scavato per garantire la piena sicurezza dei turisti ed accessibile tramite una botola a livello del terreno ed una ripida scaletta.

L’ingresso alla parte sotterranea della tomba, nel cortile esterno: qui inizia la scaletta
La lastra di calcare che chiudeva l’ingresso alla parte sotterranea della tomba, spessa ben sette centimetri, è stata restaurata e poi collocata nel piccolo passaggio (altezza 1.59 m; larghezza 1m) tra gli ambienti K e O. Foto di Silvia Vitrò

La decorazione, parte incompleta, parte deteriorata, rappresenta i defunti Maya e Merit che rendono omaggio agli dei: questa iconografia era entrata in uso con Amenhotep III ed aveva sostituito la raffigurazione delle scene di vita quotidiana di moda nella prima metà della XVIII dinastia.

Secondo uno stile affermatosi nelle tombe di Deir el Medinah, le immagini ed i testi sono dipinti su di uno sfondo bianco in giallo dorato, che garantisce ai defunti la vita nell’Aldilà in quanto rappresenta l’oro, materiale incorruttibile dal quale gli Egizi ritenevano fossero costituiti il sole e la carne degli dei; i particolari ed i contorni delle immagini erano rifiniti in nero e rosso ed i gioielli e le parrucche in blu, ma questi colori ora sono quasi del tutto scomparsi.

Per non appesantire troppo il post illustrerò qui la sola sala H: per praticità di lettura, ho inserito la spiegazione delle singole pareti nella didascalia delle immagini.

Le panoramiche sono tratte mediante screenshot dal file relativo alla visita virtuale della tomba inserito nella parte seconda dei post su Maya; le fotografie sono tratte in parte da internet (indicherò l’autore nella didascalia, qualora sia noto), in parte sono state scattate da mia figlia Silvia Vitrò.

La parete nord della cosiddetta “anticamera” o “sala H”, la prima stanza che si incontra scendendo dalla scaletta: raffigura i coniugi che rendono omaggio ad Osiride ed a Nephtis, davanti ai quali vi è un tavolo di offerte. Foto di Silvia Vitrò
Parete sud della sala H: qui si trovava l’ingresso decorato che conduceva ad un annesso non iscritto, oggi chiuso ed intonacato di bianco. Sopravvivono sui lati lunghi dell’apertura due colonne di geroglifici con lodi ad Osiride ed a Sokar. Nell’immagine l’architrave, che presenta due immagini del dio sciacallo sopra un’edicola, due occhi udjat, un anello shen. Foto di Silvia Vitrò
A destra dell’apertura intonacata posta sulla parete sud della sala H si trovano le immagini di Nut e di Osiride, ai quali Maya e Merit, disegnati sull’adiacente parete ovest, rendono omaggio.
Parete ovest con le figure di Maya e Merit in atteggiamento di omaggio nei confronti di Osiride e Nut posti sulla parete sud.

Questa è la stanza con i rilievi più curati.

La PARETE SUD in particolare è la più bella dell’intera tomba.

Guardando da sinistra si notano Maya e Merit con le braccia alzate in adorazione davanti ad Osiride assiso sull’antico sedile cubico; dietro di lui Nut che tiene in mano un ankh ed Iside e Nephtys che reggono uno scettro; davanti ad Osiride è posto un tavolo ricco di offerte.

PARETE SUD: Guardando da sinistra a destra si notano Maya e Merit con le braccia alzate in adorazione davanti ad Osiride assiso sull’antico sedile cubico; dietro di lui Nut che tiene in mano un ankh ed Iside e Nephthys che reggono uno scettro; davanti ad Osiride è posto un tavolo ricco di offerte.
PARTICOLARE DELLA PARETE SUD: i due coniugi

La PARETE OVEST reca a destra un inno a Osiride in tredici colonne; al centro l’architrave dell’originario passaggio alla camera O, decorata con due rappresentazioni di Anubi, sormontate da due occhi wadjet e divise da un segno shen.

La PARETE OVEST reca a destra un inno a Osiride in tredici colonne; al centro l’architrave dell’originario passaggio alla camera O, ora chiuso, decorata con due rappresentazioni di Anubi, sormontate da due occhi wadjet e divise da un segno shen. La parte sinistra della parete mostra una rappresentazione di Merit che deve essere tuttavia riferita alla scena ritratta sulla parete nord.

La parte sinistra della parete mostra una rappresentazione di Merit che completa la scena ritratta sulla parete nord.

L’apertura che conduce alla stanza O in origine era stata sigillata con un blocco di calcare, costituito da tre lastre sovrapposte spesse 7 cm, che fu distrutto dai saccheggiatori per penetrare nella tomba; attualmente è stato restaurato e collocato nel piccolo passaggio tra gli ambienti H e K.

IL BLOCCO DI CALCARE che in origine sigillava l’apertura della stanza O restaurato e posto nel piccolo corridoio tra gli ambienti K e O. Esso raffigura in alto a sinistra il falco Sokar sulla sommità di una cappella, sovrastato da due occhi Wadjet. Sotto di lui Osiride assiso sul suo trono, con i quattro figli di Horus (piccolissimi) in piedi su di un loto posto di fronte a lui. Maya e Merit li fronteggiano in atteggiamento di adorazione.

Esso raffigura in alto a sinistra il falco Sokar sulla sommità di una cappella, sovrastato da due occhi Wadjet; sotto di lui Osiride assiso sul suo trono, con i quattro figli di Horus (piccolissimi) in piedi su di un loto posto di fronte a lui. Maya e Merit li fronteggiano in atteggiamento di adorazione.

La PARETE NORD si suddivide in tre parti:

  1. Maya in adorazione davanti a Geb.
  2. la coppia in adorazione di Sokar ieracocefalo con la corona Atef ed Anubi dalla testa canina (che si trova sulla parete adiacente).
  3. tra le due scene il muro di chiusura dell’annesso M, sul quale sono rappresentate Iside e Nephtys; l’architrave è decorato ancora una volta con due immagini di Anubi.
PARETE NORD: a destra Maya in adorazione davanti a Osiride; a sinistra Merit in adorazione di Upuaut, che insieme a Maya si trova sulla parete adiacente; al centro il muro che chiude l’annesso M, sul quale sono rappresentate Iside e Nephthys; l’architrave è decorata con due immagini di Anubi.
PARTICOLARE DELLA PARETE NORD: Maya in adorazione di Osiride
PARETE NORD: La coppia in adorazione di Sokar e di Upuaut (quest’ultimo sulla parete adiacente, a sinistra), Iside e Nephtys, e la coppia in adorazione di Geb (Merit si trova sulla destra, sulla parete adiacente)

LA PARETE EST presenta sulla destra l’immagine di Anubi, che, come già detto, completa la scena della parete nord; al centro si trova l’apertura che mette in comunicazione con la stanza successiva, a sinistra è stata raffigurata la solita scena di Anubi che prega sulla mummia del defunto, assistito da Iside e Nephtys.

Il registro centrale del pannello di sinistra della PARETE EST; Anubi pronuncia formule magiche sulla mummia di Maya: Testo, da Osirisnet: “Parole pronunciate da Anubi, che è bendato, quando pone le mani sulla mummia il cui volto è grazioso come quello di un Dio (?): I tuoi occhi ti appartengono. Il tuo occhio destro è la barca diurna, il tuo occhio sinistro è la barca notturna, Oh Osiride, vero scriba reale, che ama, Supervisore del Tesoro del Signore delle Due Terre, Maya, giustificato con il Grande Dio che è negli Inferi. “L’Osiride, scriba reale, il Supervisore di il Tesoro, Maya, giustificato” 

La decorazione di questo ambiente non è particolarmente curata e riproduce le scene già proposte nella sala K.

La PARETE SUD infatti è quasi identica a quella della Sala precedente, cos’ come la PARETE OVEST, decorata con d alcuni testi abbreviati ed un’immagine tratti dal capitolo 151A del Libro dei Morti; la PARETE NORD si divide in tre parti: a destra Maya in adorazione davanti a Osiride; a sinistra Merit in adorazione davanti ad Anubi cinocefalo (che accanto a Maya si trova sulla parete adiacente); al centro il blocco di calcare che chiude l’ingresso all’Annesso P con la raffigurazione di Iside e Nephtys ed un’architrave appena schizzata con l’immagine speculare di due Anubi, adagiati su due tombe o due edicole e con i consueti epiteti.

La PARETE SUD con Maya e Merit in adorazione davanti ad Osiride ed alle tre dee
Maya e Merit adorano Osiride e le tre dee.

La PARETE EST reca come si è detto la continuazione della scena che si estende sulla parete nord. Maya si trova di fronte ad Anubi cinocefalo, in piedi: accanto a lui è incisa la sua preghiera al dio: “…Possa tu concedere (la capacità) di entrare e lasciare la necropoli, giustificato da Osiride, lo scriba reale, il sorvegliante del tesoro, Maya”.

PARETE EST: Maya in adorazione di Anubi cinocefalo. Foto di Silvia Vitrò.


Merit è sulla parete adiacente e implora: …Sono venuta a te, Anubi, che esisterai per sempre, affinché tu mi conceda di essere tra i tuoi lodati che sono al tuo seguito. Possa io essere convocata per nome, possa io essere ritrovata nel giorno di Ro-setau. Che le offerte (cioè la formula dell’offerta) siano recitate per me davanti a te come per tutti i tuoi lodati. Per il Ka (della) cantante di Amon, la Signora della casa, Merit, giustificata nella necropoli, venerata in pace” (Testi da Osirisnet).

Particolare dei due coniugi che rendono omaggio alle divinità.

Sulla parete nella quale si trova l’apertura che mette in comunicazione la sala K e la sala O, si trovano due pannelli: su quello di destra vi è una rappresentazione di Upuaut che completa la scena adiacente sulla parete nord, su quello opposto i consueti tre registri con la rappresentazione di Anubi che recita formule magiche sulla mummia di Maya e che in forma di sciacallo veglia davanti ad una tomba.

Particolare delle tre dee.

FONTI DEL TESTO E DELLE IMMAGINI

1 pensiero su “MAYA, TESORIERE DI TUTANKHAMON”

Lascia un commento