Mai cosa simile fu fatta, Templi

WADI ES-SEBUA

IL GRANDE TEMPIO DI AMON E RA-HORAKHTY

Wadi es-Sebua o “Valle dei Leoni” (così denominato in arabo per il cortile fiancheggiato da sfingi) è il sito, nella Bassa Nubia, di due templi egizi del Nuovo Regno, incluso uno speos costruito da Ramses II (Diciannovesima Dinastia).

Il tempio maggiore di Wadi es-Sebua in un’accurata ricostruzione di Jean-Claude Golvin

Il primo tempio fu costruito da Amenhotep III (Diciottesima Dinastia) e successivamente restaurato da Ramses II. In origine questo tempio consisteva in un santuario scavato nella roccia (approssimativamente di 3 metri per 2) di fronte a un pilone in mattoni crudi, un cortile e una sala, parzialmente decorati con pitture murali. Il tempio era probabilmente dedicato a una forma locale nubiana di Horus ma le sue raffigurazioni furono successivamente convertite in quelle di Amon. Nel corso dell’era amarniana queste figure furono prese di mira e le decorazioni deteriorate; in epoca successiva Ramses II restaurò e ampliò il tempio di Amenhotep III mediante la costruzione di strutture antistanti il pilone.

A: PRIMA CORTE ANTERIORE CON SFINGI LEONINE
B: SECONDA CORTE ANTERIORE CON SFINGI A TESTA DI FALCO
: TERRAZZA DEI COLOSSI DI RAMESSE II
D: PILONE DI PIETRA
E: CORTE
F: SCALA A PILASTRI SCAVATA NELLA ROCCIA
G: SANTUARIO

Il tempio fatto costruire da Ramesse II a El-Sebua, noto come “il tempio di Ramesse-meriamun nel dominio di Amon”, è considerato il secondo per grandezza tra i templi dell’antica Nubia. In arabo significa “Valle dei Leoni” riferito al Viale delle Sfingi che porta al tempio; è parzialmente costruito in pietra tranne la sala ipostila e il santuario interno che furono ricavati dalla “lavorazione del sostrato roccioso”.

Il tempio, costruito da Ramesse II, ripreso dall’alto: sono visibili le Sfingi e il terzo Pilone del tempio.
Dopo il portale d’ingresso in pietra vediamo il Viale delle Sfingi.

Il tempio era situato in una zona strategica perché vi confluivano importanti rotte commerciali ed era vicino alla sede del Viceré della Nubia. In quel tempo ne ricopriva la carica Setau al quale Ramesse II affidò la costruzione nell’anno 44 del suo regno (1236 a. C. circa).

Il tempio di Amon di Ramses II

Il secondo e più grande tempio edificato a Wadi es-Sebua era conosciuto come “il Tempio di Ramses Meriamon nel Dominio di Amon” e fu eretto approssimativamente 150 metri a nord-est del tempio di Amenhotep III. Raffigurazioni e monumenti contemporanei del viceré di Kush, Setau, indicano che questo edificio sacro fu innalzato fra il trentacinquesimo e il cinquantesimo anno di regno di Ramses II. Setau è noto per aver servito in qualità di Viceré di Kush o Nubia fra il 38esimo e il 63esimo anno di regno di questo sovrano e fu responsabile anche dei successivi templi nubiani edificati da Ramses.

Il portale d’ingresso in pietra fiancheggiato da due statue di Ramesse II.

Fra questi, Il tempio di Wadi es-Sebua fu il terzo santuario scavato nella roccia e dotato di una spianata in pietra. Ubicato approssimativamente centocinquanta chilometri a sud di Assuan, sulla sponda occidentale del Nilo, il tempio doveva la sua importanza al fatto che in epoca ramesside l’insediamento sorgeva allo sbocco delle vie carovaniere, era il luogo di residenza del Viceré di Kush ed era localizzato nei pressi di un tratto del Nilo dove le imbarcazioni avevano difficoltà a risalire la corrente del fiume.

Per quest’ultimo motivo, il tempio di “Ramses amato da Amon nel dominio di Amon” era utilizzato come banchina o luogo di sosta per le imbarcazioni, quando queste discendevano il Nilo.

Il vicerè di Nubia, Setau, al quale Ramses II aveva affidato l’amministrazione dei suoi progetti in questa località, si vide obbligato ad adeguarsi ad una forza lavoro poco capace (molti i prigionieri delle oasi libiche) e a materiali di costruzione di qualità inferiore; lo attesterebbe la scarsa qualità di alcune sculture come le statue osiriache presenti nel cortile che si apre dopo aver attraversato il terzo pilone della struttura templare.

Le popolazioni arabe dei secoli successivi, ispirati dalle sculture in pietra delle sfingi che costellano l’ingresso del primo tempio, battezzarono il luogo col nome di Uadi es-Sebua o Valle dei Leoni. Il tempio, realizzato in parte all’aperto e in parte scavato nella roccia, si suddivideva in tre sezioni differenti: due cortili aperti decorati da sfingi (dromos), un grande patio interno con colonne osiriache e il sacrario rupestre.

Il cortile del tempio è arricchito di pilastri osiriaci.

L’edificio sacro possedeva in origine tre piloni. I primi due furono realizzati in mattoni crudi di bassa qualità e col tempo caddero in rovina. Di questi due piloni sopravvive odiernamente solo il portale di ingresso in pietra che stava fra uno di loro. Dietro il primo pilone si apre il primo cortile caratterizzato da sfingi dalla testa umana e da statue del re che originariamente fiancheggiavano l’ingresso. Solo la statua sinistra di Ramses permane in situ; l’altra si trova attualmente nell’area desertica del sito.

Dopo il secondo pilone, un secondo cortile è decorato da quattro sfingi ieracocefali (dalla testa di falco) che rappresentano quattro divinità riconducibili a Horus: l’Horus di Miam, di Meha, di Baki e curiosamente l’Horus di Edfu, mentre ci si sarebbe aspettati di trovare l’Horus di Buhen che si trova proprio in Nubia.

Fra le loro zampe anteriori, compare una piccola statua che raffigura Ramses col copricapo nemes. Alla loro base, un’iscrizione che proclama Ramses “Signore dei Giubilei-Sed, come suo padre Ptah” fa riferimento al desiderio di longevità da parte di questo sovrano, un desiderio che era stato già espresso sul secondo portale (del quale rimangono vestigia): “Ramses Meriamon, Signore dei Giubilei-Sed, come Ptah”.

Il TERZO pilone è ornato da una statua di Ramesse II che regge uno stendardo

Subito prima di attraversare nel terzo pilone, compaiono quattro colossali statue di Ramses II, una sola delle quali rimane oggi in piedi. Il terzo pilone è decorato nel convenzionale stile egizio del faraone che colpisce i suoi nemici e che presenta offerte agli dei (incluso sé stesso). Dopo aver attraversato il terzo pilone, comincia la sezione rupestre del tempio con una sala ipostila composta da 12 pilastri a base quadrata:

“fra questi, i sei centrali erano in origine adornati da statue osiriache del re che furono scalpellate quando prese piede il cristianesimo. Tuttavia, le scene di offerta sulle pareti sopravvivono e alcune mantengono i loro colori originali”

(Lorna Oakes, Pyramids, Temples and Tombs of Ancient Egypt: An Illustrated Atlas of the Land of the Pharaohs, Hermes House:Anness Publishing Ltd, 2003. p.202)

L’anticamera si apre in due camere laterali, due cappelle laterali e il vero e proprio santuario. Benchè le statue nelle nicchie del santuario siano state distrutte, è indubbio che esse rappresentassero Amon-Ra, Ra Harakhty e lo stesso Ramses.

Il tempio maggiore di Wadi es-Sebua fu costruito nello stile nubiano (che taluni ritengono rozzo e provinciale) che caratterizza alcuni dei più grandi edifici ramessidi della regione.

Rilievo di Ramesse II che presenta un’offerta agli dei a Wadi es-Sebua
Bassorilievo all’interno del vestibolo: barca sacra e il faraone al cospetto di Horo.
Nella cella centrale erano custodite le statue del tempio, che sono andati distrutte.

Davanti al pilone d’ingresso si estendevano due corti arricchite da Sfingi; quella della prima corte sono a testa umana (secondo la tipologia antica), quelle della seconda sono a testa di falco (una tipologia nuova). Il tempio è inoltre fornito di un cortile con 5 pilastri osiriaci, di una terrazza e di una parte scavata nella roccia, dove originariamente erano custodite le statue del Santuario che sono andate distrutte.

Le Sfingi furono dedicate da Ramesse II al “padre” Amon-Ra. La testa regale di una delle sei Sfingi che affiancano il viale nella prima corte anteriore di Wadi Sabua Indossa il Nemes e la doppia corona.
Stele raffigurante Setau e sua moglie Nofretmut
Stele, ora nel museo nazionale del Sudan, con Setau, vicerè della Nubia, e sua moglie Nefromut che adorano Ramses II, il cui cartiglio appare sul lato sinistro.

Conversione del tempio in chiesa cristiana

Nel quinto secolo d.C., dopo l’avvento del cristianesimo copto, il tempio fu convertito in chiesa. Alcuni rilievi di questo furono ricoperti da uno strato di stucco sul quale furono dipinte immagini divine. Questa copertura ha avuto il merito di permettere la conservazione dei rilievi originali; i migliori esempi di questi si trovano nel santuario e nelle cappelle associate al tempio di Ramses dove scene policrome raffigurano il sovrano che adora le barche sacre di Amon-Ra e Ra-Harakhty.

Nella nicchia centrale del tempio, è visibile una scena interessante: qui, fra due raffigurazioni di Ramses II, erano presenti due statue, una di Amon e l’altra di Ra-Harakhty, che furono asportate dai primi fedeli cristiani e rimpiazzate da un’immagine di San Pietro. Quando nel corso dei restauri dello speos il rivestimento in stucco fu rimosso dai bassorilievi, si presentò alla vista la bizzarra immagine di Ramses II che offre ghirlande floreali a San Pietro.

L’ atrio, in seguito, fu trasformato in chiesa dai Copti, che ricoprirono parte delle raffigurazioni egizie con immagini di santi.

Ricollocazione del tempio

Nel 1964, i templi di Wadi es-Sebua, che correvano il rischio di essere sommersi dalle acque del Nilo a causa della costruzione della diga di Assuan (come altri edifici nubiani), furono smantellati con l’aiuto degli Sati Uniti e ricostruiti a quattro chilometri dal sito originario.

Il tempio di Vadi es-Sebua parzialmente sommerso dalle acque del lago Nasser. Foto scattata prima del trasferimento del tempio.

Il tempio di Dakka e quello di Maharraqa furono anch’essi trasferiti e ricostruiti nel nuovo complesso templare di Uadi es-Sebua.

Fonte:

  • ABU SIMBEL-ASSUAN E I TEMPLI NUBIANI-MARCO ZECCHI-WS
  • MENPHIS TOUR
  • RAMESSE II-T.G.HENRY JAMES-WS
  • WIKIPEDIA

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