Cose meravigliose, Tanis

LA COPPA LOBATA DI WENDJEBAUENDJED 

Di Andrea Petta

Museo Egizio del Cairo JE87740 – Oro ed elettro, diametro 13,3 cm, altezza 5,5 cm

Il generale Wendjebauendjed aveva una ricca collezione di coppe e patere nella sua tomba. Questa, una delle più spettacolari, è una coppa lobata realizzata in oro ed elettro.

Estremamente moderna e raffinata con la sua alternanza di colori tra l’oro giallo e l’elettro color argento, evoca la corolla di un fiore di cui i due metalli formano i sei petali. Non sarà l’ultima volta che incontreremo un’alternanza di metalli nello stesso oggetto, con un effetto sorprendente.

Il piede svasato è formato dagli stessi metalli, alternati però a quelli della corolla con mirabile simmetria.

La modernità di un oggetto che ha tremila anni

I petali sono saldati con estrema precisione. Uno dei petali in oro è inciso con un’iscrizione che recita:

“Il Re dell’Alto e Basso Egitto, padrone delle Due Terre, Aakheperre Setepenamun. Il figlio di Ra Psusennes Maeriamon, signore delle corone. La moglie reale, signora delle Due Terre, Mutnodjmet”. 

Tre segni criptici, non appartenenti al repertorio geroglifico classico (una scimmia con la mano sulla bocca, un mazzo di fiori ed una testa di leone – o di pantera secondo Montet), sono incisi al di sotto dell’iscrizione e sono stati interpretati come: “vita, forza, salute” per assonanza di fonemi.

La foto originale di Montet. Si intravedono la scimmia a sinistra e la testa di leone a destra, sotto l’iscrizione
Il disegno di Montet dell’iscrizione, con i tre simboli criptici in basso

L’iscrizione è l’ennesima testimonianza dell’importanza del generale Wendjebauendjed e dei suoi rapporti con la famiglia reale.

La coppa vista dal basso, con l’iscrizione in primo piano

FONTI:

  • Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951):
  • Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)
  • Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987
  • Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti
  • Foto: Pierre Montet, Getty Images

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