Di Grazia Musso



I sarcofagi della XXV Dinastia hanno chiari elementi distintivi che possiamo riconoscere negli esemplari delle tre sorelle, Tapeni, Tamut e Renpetnefret, figlie del sacerdote di Amon Ankh-Khonsu.
Le tre mummie sono conservate in un sarcofago antropoide, a sua volta contenuto in un sarcofago rettangolare a colonnette. (qeresu).
La decorazione dei sarcofagi riproduce l’ambiente della camera sepolcrale, con le dee Iside e Nefti ai piedi e alla testa dello stesso, un arcaismo che lega questi sarcofagi ai modelli del Medio e Nuovo Regno, una fila di divinità disposte intorno alla mummia.
La raffigurazione della dea Nut sul petto, anche questo motivo ripreso dal Nuovo Regno, è il pilastro djed sulla schiena connettono il sarcofago con la terra e il cielo, la dea Nut, e il mondo ultraterreno, il pilastro djed simbolo del dio Osiride.
Diminuiscono la dimensione e la varietà dei dipinti, mentre aumentano i testi sacri tratti dal Libro dei Morti.
I testi sono disposti in bande diversi colori, arancione, giallo e verde.
Tra le bande di testo sono raffigurate divinità stanti e occhi udjat sopra i piedi.

Legno, larghezza 207 cm.
Museo Egizio di Torino - C. 2232
L’alveo del sarcofago esterno imita la tomba del dio Osiride, come conferma la presenza del fregio khekeru, elemento decorativo della parte superiore delle pareti in struttura architettoniche a partire all’antico Regno, e il motivo serekh, decorazione a linee verticali e orizzontali che imita la faccia di un palazzo.
Sui lati corti corti sono raffigurati, a una estremità le dee Iside e Nefti, il disco solare adorato da due babbuini, all’altra estremità il geroglifico neferet che indica la dimora di Osiride o del defunto, situata a Occidente.

Il coperchio, bombato, raffigura il cielo identificato con la dea Nut ed è diviso in due parti da una colonna di testo: una metà raffigura il viaggio notturno, l’altra metà raffigura il viaggio diurno dell’imbarcazione del Sole.
Entrambi le barche sono trainate con corde da divinità, personificazione di corpi celesti.
I testi sono costituiti principalmente dalla forma canonica di offerta in cui si supplica il dio affinché protegga il defunto.

La cassa esterna è così contemporaneamente rifugio per le defunto durante la veglia notturna e santuario dove si potranno risvegliare a nuova vita per ascendere al cielo in modo da unirsi al dio sole e partecipare con lui al suo eterno e ciclico viaggio.
Fonte
Museo Egizio di Torino – Fondazione del Museo delle Antichità Egizie di Torino – Franco Cosimo Panini Editore.