C'era una volta l'Egitto, III Periodo Intermedio, XXV Dinastia

LA XXV DINASTIA

Di Piero Cargnino

I  FARAONI NERI – ALARA e KASHTA

Con la XXV dinastia si concluderà finalmente, dopo oltre 400 anni, quel triste periodo della storia egizia che va sotto il nome di “Terzo Periodo Intermedio”. Iniziato infatti con la XXI dinastia che vide al potere in Egitto i principi libici discendenti di quelle genti libiche che erano entrate in Egitto come prigionieri di Ramses III e che si facevano chiamare “Grandi Capi dei Ma”, nome derivato da Mashuash, una delle più importanti tribù libiche.

Per quanto riguarda la XXV dinastia Manetone parla semplicemente di

Come detto più volte Manetone, o i suoi epitomi, vanno presi con le molle. In realtà i sovrani furono parecchi di più, la lista alla quale mi rifaccio ne riporta ben sette. Altra osservazione è che i re non erano etiopi, e, contrariamente a quanto si crede non erano neppure nubiani (o kushiti) anche se la loro provenienza è quella. Essi erano i discendenti dei sacerdoti tebani di Amon che erano fuggiti da Tebe all’epoca dell’anarchia rifugiandosi in Nubia, a Napata all’epoca della XXII dinastia.

In quel periodo i successori di Herithor resero ereditaria la carica di “Primo Profeta di Amon” che veniva sempre assegnata ai successori della stessa famiglia; i sacerdoti vennero allontanati dal potere da Sheshonq I. Pur col passare degli anni ed i vari matrimoni misti con le famiglie nobili locali, gli esiliati avevano fondato un regno egizianizzato, furono conservatori e tradizionalisti e veneravano Amon di Tebe in un tempio che era una copia di quello di Karnak. Da come li vediamo rappresentati nei dipinti e nelle sculture è evidente che ormai avevano assunto le fattezze  delle genti dell’Africa Subsahariana, carnagione scura, labbra e nasi carnosi ed i capelli ricci.

Il primo sovrano nubiano ad entrare in Egitto fu il già citato Pianki (o Piye), che sarà poi il vero fondatore della XXV dinastia, Il quale, come abbiamo già detto in precedenza, dopo aver sconfitto una coalizione che vedeva uniti  sovrani delle XXII, XXIII e XXIV dinastie, improvvisamente si ritirò a Napata dove poco tempo dopo morì. Vediamo dunque chi sono questi “faraoni neri”.

Questo sovrano viene considerato da alcuni come il diretto precursore della XXV dinastia anche se in realtà non era un re egizio; durante il suo regno non controllò mai alcuna regione dell’Egitto.

Alara era sicuramente un sovrano del regno di Kush, termine con cui gli egizi indicavano la Nubia, che si era formato in seguito al progressivo ritiro delle guarnigioni egizie durante la XXI dinastia e come tale fu il fondatore della dinastia reale Napatan. Non è chiara la ragione per cui viene inserito come il primo sovrano della XXV dinastia egizia.

I documenti nubiani che ci sono pervenuti parlano di un re che regnò molto a lungo, tanto che i suoi successori pregavano di avere un regno lungo come il suo. Alara era una figura molto riverita nella cultura nubiana ed è stato il primo re della Nubia di cui si conosce il nome. Fu un grande re per Kush, unificò tutta la Nubia da Meroe alla terza cateratta e fece di Napata la capitale religiosa della Nubia. Secondo la tradizione nubiana  il successore del sovrano in carica avveniva tra fratello e fratello, poi eventualmente da padre in figlio. In effetti il successore di Alara sarà il fratello Kashta che sarà il vero fondatore della XXV dinastia egizia.

La sua sepoltura ebbe luogo nel cimitero reale di El-Kurru nei pressi di Napata.

  

Alla morte di Alara il fratello Kashta gli succede sul trono di Kush ed in breve estende l’influenza nubiana su Elefantina e, forse a Tebe nonostante non sia possibile affermarlo con sicurezza.

Subito si attribuì il titolo di “Signore dell’Alto e Basso Egitto” fondando, di fatto, secondo Manetone, la XXV dinastia egizia (anche se a tutti gli effetti il vero fondatore fu Pianki). Se non conquistò realmente Tebe esercitò comunque una grande influenza in quella regione tanto che riuscì a far adottare una delle proprie figlie, Amenardis, dalla Divina Sposa di Amon, Shepenupet I, in modo tale che, succedendo a questa nella carica, avrebbe acquisito il più alto titolo sacerdotale e politico della regione tebana.

  

Alla sua morte Kashta fu sepolto a el-Khurru in una piramide nubiana.

Fonti e bibliografia:

  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997

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