Di Luisa Bovitutti

Nel dicembre 2007 un team di archeologi giapponesi guidati dal prof. Jiro Kondo della Waseda University di Tokyo, ha scoperto sulla riva occidentale del Nilo, nella necropoli tebana di El Khokha, la splendida tomba dell’alto dignitario Khonsu Em-Heb, che durante il regno di Amenhotep III (1387-1348 a.c.) era a capo dei depositi di grano e produttore di birra per il culto di Mut, la dea madre egizia.


Nel registro superiore è Khonsu Em Heb, probabilmente con la moglie, che fa offerte agli dei: a sinistra ad Osiride, dietro il quale , in piedi, vi sono Iside e Nephtis, a destra ad Anubi.
Nel terzo registro vi è il classico fregio kekheru sormontato dal disco solare, tipico dell’età ramesside.
Gli scavi sono stati effettuati in una zona ove sorgevano moderne abitazioni del villaggio di Gurnah, poi demolite, e l’entrata della tomba è venuta alla luce casualmente, mentre veniva ripulita la zona circostante la sepoltura denominata TT47, appartenente ad Userhat, Sovrintendente dell’harem reale sotto Amenhotep III.

La tomba di Khonsu Em-Heb ha l’architettura comune alle tombe tebane: a forma di T, con due corridoi corrispondenti ai due bracci della T e la camera sepolcrale costituita dal tratto verticale della lettera, ed ha mantenuto intatti gli splendidi dipinti che raffigurano scene di culto e di vita quotidiana.


Nel registro inferiore la barca che trasporta il catafalco con i resti mortali del defunto e la moglie in lacrime, che viene trainata da un’imbarcazione più piccola fin sulla riva occidentale del Nilo.
Il ruolo rivestito da Khonsu Em Heb era di grande rilievo, perchè nell’antico Egitto la produzione di birra era importantissima: essa, infatti, essa era di largo consumo presso ogni strato sociale, veniva utilizzata anche nelle cerimonie religiose come bevanda “sacra” e costituiva parte del corredo funebre degli appartenenti alle classi più ricche.

Nel registro inferiore Thot, che ha preso parte al giudizio di Khonsu Em Heb ed alla pesatura del suo cuore annotandone l’esito positivo, presenta il defunto ormai “giustificato” ad Osiride, dietro il quale ci sono Iside e Nephtis.
FONTI: