C'era una volta l'Egitto, III Periodo Intermedio, XXV Dinastia

I FARAONI NERI – PIANKI (PIYE)

Di Piero Cargnino

In alcune liste lo troviamo al terzo posto dopo Alara e Kashta, ma dalla maggior parte degli studiosi viene a ragione, considerato il vero fondatore della XXV dinastia, Pianki è colui che per primo dette inizio all’espansione della Nubia fino a riunificare quasi tutto l’Egitto.

Pianki (Piye) era un re kushita, figlio del suo predecessore Kashta e di sua moglie Pebatjma, governò sempre dalla sua capitale Napata nel profondo sud della Nubia, oggi Sudan.

Prese tre o quattro mogli, Abar che gli generò il successore Taharqa, oltre a Tabiry, Peksater e forse anche Khensa.

Approfittando del disordine che regnava in Egitto a causa della litigiosità dei governanti locali, Pianki discese il Nilo estendendo il suo potere oltre Tebe nel Basso Egitto. Abbiamo già accennato alla coalizione dei sovrani libici organizzata da Tefnakht di Sais che assediò Heracleopolis il cui re, Peftjauawybast chiese aiuto a Pianki. Pianki si trovava nel suo 20° anno di regno e colse subito la palla al balzo, Forte di un grande esercito invase il Medio e Basso Egitto arrivando fino a Tebe in tempo per partecipare alla grande festa dell’Opet.

A fornirci una documentazione sugli avvenimenti del suo regno ci ha pensato lui stesso facendo erigere una stele, la “Stele delle Vittorie”, scoperta a Gebel Barkal da un ufficiale dell’esercito del Pascià d’Egitto nel 1862, ora al Museo del Cairo. Sulla stele viene descritta la sua vittoria sulla coalizione, non viene però riportato il motivo che lo spinse, dopo la vittoria, a fermare la sua avanzata verso il Basso Egitto ed a ritirarsi a Napata lasciando al loro posto i principi sconfitti accontentandosi di un semplice atto di vassallaggio.

Lasciò a Tebe la propria sorella Amenardis con il titolo di “Divina sposa di Amon”, titolo che per importanza e potere aveva superato quello di “Primo Profeta di Amon”; dell’importanza e del potere assunto dalle “Divine spose di Amon” a Tebe parleremo in seguito.

Nella stele una scena rappresenta i principi e i re delle città egiziane di fronte a Pianki in atto di sottomissione mentre il re si proclama faraone. Il testo seguente descrive la vittoriosa campagna militare del re in tutto l’Egitto, offrendo una panoramica dello stato del paese in quel momento e in particolare delle principali città conquistate.

Per Pianki quella era una Guerra Santa, ordinava ai soldati di purificarsi ritualmente prima di ogni battaglia mentre lui faceva offerte al grande dio Amon. L’esercito nubiano marciò verso nord conquistando dapprima Heracleopolis poi Menphis. Assediò poi Hermopolis che cadde dopo cinque mesi di assedio e li ricevette la sottomissione dei sovrani ribelli del Delta, Iuput II di Leontopolis, Osorkon IV di Tanis mentre Nimlot, di Heracleopolis Magna, fuggì su un’isola del Delta rifiutandosi di rendere una sottomissione diretta, infatti inviò una lettera al re nubiano in cui accettava la sconfitta. Dopo aver ottenuto la sottomissione dei principi vinti, Pianki li lasciò al loro posto e scese a Tebe per poi tornare a Napata.

Nonostante la sua vittoria, quello che Pianki lasciò cambiava qualcosa solo a nord di Tebe fino alle oasi del deserto occidentale e ad Herakleopolis dove a governare era rimasto Peftjauawybast in qualità di vassallo della Nubia. Nel Basso Egitto la situazione era sempre la stessa dove Tefnakht e gli altri sovrani continuavano a regnare indisturbati.

La data più alta trovata per il regno di Pianki è quella che compare su una stele rinvenuta nel tempio Sutekh di Mut el-Kharab, nell’oasi di Dakhla dove viene citato “anno 24, III Akhet, giorno 10”. Stando però ai rilievi del Grande Tempio di Gebel Barkal questi rappresentano Pianki intento a celebrare la festa Heb Sed, se è stata rispettata la tradizione che voleva che la festa Heb Sed si celebrasse nel trentesimo anno di regno del sovrano, Pianki avrebbe regnato almeno trent’anni. Va però detto che non sempre questa tradizione veniva rispettata per cui non abbiamo alcuna certezza. Kennet Kitchen, basandosi su una stele di donazione riferita all’anno 8 del re Tefnakht, ritiene di poter dire che Pianki regnò 31 anni. Olivier Perdu, nel 2002, ha sostenuto che questa stele potrebbe riferirsi ad un eventuale Tefnakht per cui non sarebbe da prendere in seria considerazione.

Anche Pianki venne sepolto in una piramide a el-Kurru vicino a Jebel Barkal, oggi nel Sudan settentrionale. Alla piramide si accede attraverso una scala di 19 gradini rivolta ad est, da qui si entra nella camera funeraria scavata nella roccia e coperta da un tetto in muratura a sbalzo. All’interno della camera, su di una piattaforma di pietra, posta al centro, sulla quale era sistemato il letto fu sistemato il corpo del sovrano (non ho trovato se era stato imbalsamato o meno). Pianki fu il primo re a ricevere una sepoltura del genere in più di 500 anni. In seguito altri sovrani kushiti vennero sepolti in questo sito.

Fonti e bibliografia:

  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997

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