C'era una volta l'Egitto, Età Tarda

IL FARAONE NECAO II

(WAHEMIBRA NEKAU)

Di Piero Cargnino

A questo punto la storia egizia risente dell’influenza delle popolazioni straniere, si fonde col tempo con la storia del Medio Oriente e della Grecia per cui, oltre alle solite fonti egizie, che troviamo nei testi geroglifici, dobbiamo rivolgerci ad altre fonti principali.

Ci vengono in aiuto i testi cuneiformi, lo stesso Erodoto come pure Giuseppe Flavio nonché la Bibbia (Antico Testamento). In questo periodo dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a due fatti interconnessi, il crescente influsso straniero che investe tutto il paese ed il sorprendente arcaismo che troviamo nell’arte e nei testi religiosi. E’ come se, quanto più si mescolavano gli abitanti, più cresceva la nostalgia dei tempi passati, l’Antico Regno rinasceva nelle sculture, nei rilievi e nelle iscrizioni tombali che venivano ricavate dai testi delle piramidi.

Da parte loro i greci avevano dato un forte contributo ai vari eserciti egiziani ricevendo in cambio terre. Non c’è da stupirsi che ad un certo punto questi fossero più propensi a coltivare le loro terre piuttosto che fare la guerra. Esagerando e travisando la realtà, Erodoto afferma che a questi greci, chiamati “machimoi” (guerrieri), ad un certo punto venne imposto il divieto di apprendere altri mestieri che non fossero quelli delle armi, cosa ritenuta impossibile. Va comunque detto che Psammetico I ebbe sempre per i greci un occhio di riguardo sia per i militari che per i contadini, agevolò gli scambi commerciali per cui giunsero in Egitto commercianti dalla Grecia e dalla Dodecapoli ionia. Grande importanza rivestiva anche la notevole esperienza marinara dei coloni greci che con le loro navi trasportavano grano egiziano al loro paese d’origine che pagava in argento.

Alla morte di Psammetico I sul trono dell’Egitto sale il figlio, Wahemibra Nekau (Necao) che, secondo Erodoto, ci rimase per circa 16 anni, dal 610 al 594 a.C., mentre sia Eusebio di Cesarea che Sesto Africano gliene attribuiscono solo sei.

Necao II non fu meno intraprendente del padre. Sul fronte interno, forse a causa dei numerosi impegni, non eccelse in costruzioni di monumenti che sono tutt’ora molto scarsi e quasi privi di informazioni. Sempre nell’intento di incrementare lo sviluppo commerciale intraprese, già allora, un coraggioso tentativo di ampliare un canale per collegare il Mar Rosso al Nilo, precursore del futuro Canale di Suez, che però venne abbandonato e mai ultimato.

Fece costruire navi a Corinto potenziando le flotte del mediterraneo e del Golfo Persico. Fondò la città di “Per Temu Tjeku” (casa di Atum Tjeku) la moderna Tell-el-Maskhuta, presso Ismailia.

In politica estera proseguì l’azione del padre Psammetico I adoperandosi militarmente in Palestina, a fianco degli assiri, per contrastare l’ascesa della coalizione che si era costituita tra i Media e i Caldei di Babilonia. L’esercito egizio e assiro però non riuscirono ad evitare la caduta di Harran ultimo avamposto assiro. Necao II si rivolse dunque alla Palestina, il re di Giuda, Giosia, gli andò incontro:

I realtà Necao II non voleva assalire Giuda infatti disse a Giosia;

Il popolo di Giuda prese quindi Ioacaz, figlio di Giosia, lo unse e lo proclamò re al posto di suo padre. Necao II non approvò la scelta, imprigionò Ioacaz a Ribla, in seguito lo deportò in Egitto, ove morì. Al suo posto nominò re Eliakim, figlio di Giosia, e gli cambiò nome in Ioiakìm. A Giuda impose un gravame di cento talenti d’argento e di un talento d’oro che Ioiakìm, dopo aver tassato il paese, consegnò al faraone Necao.

Necao II riuscì a prendere la piazzaforte di Kadesh  sconfiggendo i Babilonesi, fu il primo faraone, dopo Thutmosi III, ad attraversare l’Eufrate.

Il successo di Necao durò solo quattro anni, succeduto al padre Nabopolassar, Nabucodonosor II attaccò l’esercito egiziano sconfiggendolo a Carchemish, prima poi ad Hamat in Siria (605 a.C.). Ma fu solo grazie al ritorno in patria di Nabucodonosor II che Necao II riuscì a tornare in Egitto coi resti del suo esercito.

Cita la Bibbia:

Intanto il re di Giuda e Israele Ioiachim si ribellò a Babilonia, Nabucodonosor lo sconfisse e lo catturò con tutta la sua famiglia ed i suoi beni e lo deportò a Babilonia. Al suo posto nominò suo zio Mattania al quale cambiò nome in Sedechia. (II Re: 24;16-17). Ma anche Sedechia si ribellò e fu così che, nell’ottavo anno del suo regno Nabucodonosor cinse d’assedio Gerusalemme che resistette per circa undici anni quindi cadde e fu invasa. Le sue case furono date alle fiamme, le mura abbattute ed il Tempio distrutto:

Alla morte di Nabucodonosor II sul trono di Babilonia salì il figlio Amel Marduk (in ebraico Ewil Merodak).

<<……..nell’anno trentasettesimo della deportazione di Ioiakìm, re di Giuda, nel decimosecondo mese, il venticinque del mese, Ewil-Merodak re di Babilonia, nell’anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachim re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione……….>> (Geremia).

Nel 601 a.C. un contingente babilonese cercò di introdursi nel Paese delle Due Terre, ma fu bloccato alla frontiera orientale del delta del Nilo e successivamente Necao II rioccupò il centro abitato di Gaza, ma non provò più ad assoggettare la Palestina.

(1) – Per concludere la storia di questo faraone è opportuno citare quanto narra Erodoto nel libro IV delle Storie, Necao II:

Proprio il fatto che Erodoto trova maggiormente incredibile, cioè l’affermazione secondo cui nel navigare attorno all’estrema punta dell’Africa avevano visto il sole alla loro destra, dà un forte senso di verosimiglianza al racconto, perché questo, per un greco di quei tempi, era davvero piuttosto difficile da credere. Chi è sempre vissuto a nord dell’equatore è abituato a vedere il sole a sud, perciò dirigendosi a ovest vede il sole alla propria sinistra. Ma in realtà, al Capo di Buona Speranza, che si trova a sud dell’equatore, a mezzogiorno il sole è a nord, quindi a destra di chi viaggia verso ovest, ed è difficile pensare che un fatto del genere possa essere stato inventato ed azzeccato per caso.

Fonti e bibliografia:

  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano , 2003
  • Salima Ikram, “Antico Egitto” , Ananke, 2013
  • Gianpiero Lovelli, “Necao II : il faraone che sconfisse Giosia (monarca di Giuda)”, 2016
  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
  • La Bibbia, Watchtower bible and tract society of New York, 1967
  • Jurgen von Beckerath, “Chronologie des Pharaonischen Agypten”, Ed. Zabern, 1997
  • Kenneth Kitchen, “Il terzo periodo intermedio in Egitto (1100–650 a.C.)” 3a ed, (Warminster: 1996

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