Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

PRIGIONIERI IN CATENE

Provenienza sconosciuta
Cartonnage, Altezza 30 cm
Museo Egizio di Torino

Prigionieri in catene all’estremità di un sarcofago

La coppia di prigionieri con le braccia legate si trova sul lato esterno di un sarcofago in corrispondenza dei piedi.

Il cartonnage, un materiale simile alla cartapesta che consiste fondamentalmente di papiro, lino e stucco ( pietra calcarea macinata e mescolata a un collante), fu utilizzato sopratutto per sarcofagi antropomorfi durante il I millennio a. C.

Questo era il sarcofago di una persona comune, ma la scena si ispira al concetto tradizionale dei nemici “sotto i sandali del faraone”, cioè soggiogati, umiliati e calpestati.

Le due figure raffigurano due tipi razziali: un asiatico e un nubiano, le figure sono dipinte all’interno della sagoma di un paio di sandali, i piedi del defunto.

Durante l’età Tolemaica e Romana il concetto venne riadattato per renderlo valido anche per le persone comuni.

L’interpretazione più plausibile è che l’immagine fosse legata al concetto del trionfo sui nemici che il dio solare riportava durante il suo viaggio nell’oltretomba, per poter risorgere al mattino.

Anche le persone comuni desideravano prendere parte al ciclo solare, per assicurarsi la rinascita nella vita ultra terrena.

Fonte: Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaidon

Foto: Museo Egizio di Torino

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

STATUA DI HOR

Probabilmente da Sa el-Hagar (Sais)
Granito, Altezza 113 cm
Agyptisches Museum, Berlino.

Hor, comandante in capo del Basso Egitto,

Si conosce l’identità del personaggio grazie all’iscrizione sul pilastro dorsale.

Le caratteristiche della scultura consentono di datarla all’ Età Tolemaica, o poco più tardi, ma non è noto il periodo in cui Hor sia vissuto.

Due caratteristiche distinguono la statua da quelle più tradizionali : i capelli corti e l’abbigliamento, la tunica a scollo a V e l’ampia toga.

Il viso è riprodotto realisticamente, la fronte corrugata, le guance e la bocca segnate dalle rughe.

Il viso si iscrive perfettamente alla corrente naturalistica della scultura Tolemaica.

Fonte

Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaido

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

STATUETTA DI ANUBI

Provenienza sconosciuta
Legno stuccato e dipinto con tracce di doratura.
Altezza 42 cm
Roemer-und Pelizaeus-Museum, Hildesheim

Anubi era una delle divinità più antiche legate alla necropoli e alla mummificazione, e si manifestava in forma di sciacallo o di uomo con la testa di sciacallo.

L’iconografia delle rappresentazioni semi-zoomorfe non differisce molto da quella di immagini di persone o di divinità con sembianze umane.

Si tratta di varianti dell’iconografia di un dio il cui significato religioso è identico a quello delle forme zoomorfe.

La testa di sciacallo sembra una maschera, unita al capo umano senza stacchi grazie ai lembi di una parrucca tripartita che scendono sul petto.

Nell’ Età Tolemaica le figure di Anubi, Iside e Nefti facevano parte del corredo funerario ; Anubi come responsabile dell’imbalsamazione del corpo, Iside e Nefti come prefiche.

Il motivo sulla base di questa statuetta rappresenta, forse, una serie di nicchie, “facciata di palazzo”, che compare spesso come decorazione delle sovrastrutture delle tombe, oltre a essere usato come zoccoli bei sepolcri.

Fonte

Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaidon

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

STATUETTA DI ISIDE

Provenienza sconosciuta
Legno stuccato e dipinto, Altezza 60,5 cm
Museo del Louvre, Parigi

Nella mitologia egizia, Iside era la sposa di Osiride e la madre di Horus.

Statue lignee della dea sono state rinvenute, anche se raramente, in tombe dell’ Età Tolemaica.

Questa statuetta solleva le braccia in un gesto di cordoglio.

Gli egizi sapevano come rendere immediatamente identificabili figure che non possedevano segni distintivi.

Iside era semplicemente raffigurata come figura femminile, per individualizzarla l’artista utilizzò il geroglifico del suo nome come copricapo: una sedia, (set perché la forma egizia di Iside era simile a Eset, che aveva assonanza con la forma egizia, aset, del nome della dea).

Il fregio ornamentale sulla base della statua è formato dai geroglifici per vita, ankh, e dominio usa.

Fonte: Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaidon

Foto: Museo del Louvre, Parigi

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

IL LIBRO DELLA RESPIRAZIONE DI USIRUR

Provenienza sconosciuta
Altezza 40 cm
Musée du Louvre, Département des Antiquités égyptiennes, N 3284 –

Il Libro delle Respirazione di Usirur, sacerdote di Amon,

Questo rotolo di papiro contiene una delle ultime “Guide dell’Aldilà”, i testi che si ritenevano utili al defunto nella vita ultraterrena.

Musée du Louvre, Département des Antiquités égyptiennes, N 3284 –

Detto “Libro delle respirazione”, riguarda la nuova esistenza e le percezioni sensoriali del defunto, ossia respiro, vista, udito ecc.., inoltre affronta altre questioni fonda per l’aldilà, come superare il giudizio ( nell’illustrazione).

La pesatura del cuore è un tema frequente nelle tombe e su vari oggetti del corredo funerario a partire dal 1500 a. C.

Musée du Louvre, Département des Antiquités égyptiennes, N 3284

Gli artisti egizi erano i grado di trasporre in forma visuale anche concetti estremamente astratti.

Man mano che l’immaginario oltremondano diveniva sempre più complesso, le regole per accedere all’aldilà divenivano sempre più rigide ed esclusive.

Per entrare nel regno dei morti, il defunto dichiarava di non aver mai commesso del male in vita; la sua dichiarazione veniva verificata da giudici.

Il cuore, l’organo preposto al pensiero. , veniva perciò pesato con una piuma per contrappeso, che simboleggia la verità.

Il dio Thot registrava il risultato.

L’intera procedura era presieduta dal Dio Osiride, qui accompagnato dalla dea Iside.

Nella parte sinistra Usirur brucia incenso davanti alla dea Hathor, in forma di vacca.

Musée du Louvre, Département des Antiquités égyptiennes, N 3284 –

Fonte: Egitto, 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaion

Foto: Museo del Louvre, Parigi

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

MUMMIA DI GATTO

Da Abido
Lino – Altezza 45,7 cm
British Museum of Art, Londra

Il gatto, l’animale sacro alla dea Bastet era molto amato in Egitto.

I templi dedicati alla dea in varie zone del paese avevano grandi allevamenti di gatti, e quando gli animali morivano venivano sottoposti a una semplice mummificazione e seppelliti in catacombe comuni.

Le mummie di gatto, in sé piuttosto toccanti, sono spesso abbellire dal motivo geometrico formato dalle bende utilizzate per la mummificatione.

La testa dell’animale è l’unica parte trattata separatamente, e veniva modellate in lino o coperta con una maschera Im legno o bronzo.

Fonte e fotografia

Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaidon

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

VASO CON DECORAZIONE IN RILIEVO

Epoca Tolemaica
Terracotta, Altezza cm14
Menfi
Museo Egizio del Cairo – JE 44160.

Uno studio recente ha dimostrato che la produzione di vasellame in terracotta decorato a stampo, che si credeva caratteristica dei primi secoli della nostra era, è in realtà attestato già a partire dall’epoca Tolemaica.

I reperti, solitamente di piccole dimensioni, sono ornati da motivi di ispirazione mista greca -egiziana.

Questo esemplare reca al centro un fregio che alterna delle figure di Arpocrate a colonne scanalate con capitelli lotoformi.

La parte inferiore del vaso è decorata da alcune foglie disposte a calice, mentre sulla parte superiore compaiono motivi geometrici e floreali stilizzati.

Fonte e fotografie

I Tesori dell”Antico Egitto nella collezione del Museo del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

TESTA DI UOMO

Provenienza sconosciuta, forse Menfi
Diorite, Altezza 41,4 cm
Brooklyn Museum of Art, New York

Le statue realizzate per le tombe divennero molto rare, e alcune tipologie, soprattutto quella seduta, praticamente scomparvero.

La collocazione delle statue nei templi spinse alla realizzazione di statue più grandi.

Questa testa è nota come ” Testa nera di Brooklyn”, ed è un’opera di tradizione egizia, come dimostrano i resti della sommità trapeziodale del pilastro dorsale.

I capelli ricci, sconosciuti nella statuaria faraonica, fanno pensare a una datazione all’età Tolemaica o a un’influenza ellenistica.

Il volto è realistico, ma senza difetti, e quindi allo stesso idealizzato.

Fonte: Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaidon

Foto: Brooklyn Museum

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

STATUETTA DI ARPOCRATE

Bronzo, Altezza cm 26,7
Dono del re Faruk (1937)
Museo Egizio del Cairo – CG 26964.

Questa statuetta in bronzo ben documenta i sincretisni religiosi caratteristici dell’epoca Tolemaica.

Si tratta del dio Somtus, ” Colui che riunisce le Due Terre”, una forma di Arpocrate, ” Horus il bambino”, assimilato a Herishef, il dio ariete di Eracleopoli Magna, che ha partire dall’epoca Tolemaica viene identificato con Eracle.

Il dio porta il dito alla bocca nell’atteggiamento tipico di Arpocrate e indossa il nemes.

Vicino all’orecchio destro è visibile l’attacco della treccia laterale caratteristica dei fanciulli, che non si è conservata.

Tramite il confronto con altre raffigurazioni, si può ipotizzare che questo dio bambino impugnasse con la sinistra una mazza appoggiata sulla spalla.

L’atteggiamento della statua è tipicamente greco, così come le pieghe della lunga tunica, mentre il nemes è l’ureo sono tradizionali attributi faraonici.

Le due estetiche, greca ed egizia, non giungono a fondersi in un unico stile coerente, infatti, nonostante le numerose contaminazioni fra le due tradizioni artistiche, queste continuano a mantenere, nel corso del periodo tolemaico, una loro individualità.

Fonte e fotografia

I tesori dell’ Antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo. – National Geographic – Edizioni Wite Star

Età Tolemaica, Mai cosa simile fu fatta

ISIDE O REGINA TOLEMAICA

Provenienza ignota
Bassorilievo in pietra calcarea con dettagli in pittura rossa.
Altezza 10,3 cm.
Asmolean Museum, Oxford.
© Ashmolean Museum / Bridgeman Images

Un’intera categoria di opere è ancora in attesa di studio, si tratta dei così detti modelli o lavori di esercitazione degli scultori, come questo in fotografia.

Le tipologie variano da sculture tridimensionali, solitamente busti di sovrani, a lastre bidimensionali con la testa del re, di una dea o di una regina incise a rilievo.

Altre invece raffigurano altre divinità, animali o grandi geroglifici singoli.

La decorazione può essere su entrambi i lati della lastra.

Questi oggetti vengono solitamente ritenuti lavori di esercitazione degli scultori o addestramento per gli apprendisti, sopratutto perché alcuni mostrano reticolati piuttosto rozzi.

Ma ciò non spiega perché siano così numerosi nell’ Età Tolemaica e rari nei periodi precedenti.

I soggetti sono limitati e ripetitivi, potrebbero trattarsi, forse, di oggetti votivi da presentare a un santuario, ipotesi supportata dalle iscrizioni su alcune opere.

Fonte

Egitto 4000 anni di arte – Jaromir Malek – Edizioni Phaidon