Cose meravigliose, Tanis

IL PETTORALE DI RIGENERAZIONE DI AMENEMOPE

Di Andrea Petta

Museo Egizio del Cairo, JE 86037; Montet 645 – Oro, terracotta e lapislazzuli

Questo pettorale, appoggiato sul petto della mummia di Amenemope, è in oro con inserti in lapislazzuli e terracotta. È quasi quadrato, alto 9,8 cm e largo 10,6 cm, e sulla parte superiore sono presenti due anelli che permettevano di far passare una catena (che però non venne trovata sul corpo del Faraone). 

La forma è quella di una cappella ornata da un disco solare alato e foglie di palma, all’interno della quale Iside e Nefti proteggono uno scarabeo “kheper” (rinascita) che spinge il disco solare davanti a sé, mentre trascina con le zampe posteriore il cartiglio con il nomen del Faraone.


Entrambe le dee indossano un vestito lungo, realizzato in terracotta chiara. Indossano inoltre dei collari multicolori e dei bracciali intagliati nell’oro delle braccia. Le parrucche sono invece in lapislazzuli. I loro nomi sono indicati nelle piccole placche d’oro davanti a loro.

Anche il corpo dello scarabeo è realizzato in lapislazzuli, una tonalità abbastanza scura a ricordare il cielo stellato.

La striscia in oro sotto le due dee fa riferimento a “il dio perfetto (“netjer nefer”) Amenemope (amato da) Amon, amato da Osiride, Signore di Abydos”

La foto originale di Montet ci mostra anche il retro del pettorale

FONTI:

Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951):

Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)

Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987

Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti

Foto: Pierre Montet, Getty Images, Museo del Cairo

Cose meravigliose, Tanis

IL COLLARE DEL FALCO DI AMENEMOPE

Di Andrea Petta

Museo Egizio del Cairo, JE 86036; Montet 642 – Oro e pasta di vetro

Forse a causa della traslazione dalla tomba NRT-IV in cui fu sepolto originariamente, Amenemope aveva un corredo funerario più povero rispetto al padre.

Un collare shebyu, molto simile a quello di Psusennes, pesava “solo” 6 kg contro gli 8 di quello del padre.

Questo pettorale, largo 37.5 cm ed alto 10, rappresenta invece un falco che “trascina” in volo i cartigli del Faraone.

La testa e le zampe sono in oro massiccio, mentre il copro e le ali sono in oro lavorato a cloisonné egiziano. Le ali si sviluppano in larghezza con due file di penne; la pasta vitrea che le compone ha toni che vanno dal blu al verde scuro, dal rosso al giallo-arancio in un’alternanza pregevolmente eseguita a richiamare la brillantezza del piumaggio del rapace.

La foto ufficiale del Museo Egizio del Cairo

L’occhio si allunga tradizionalmente a ricordare il simbolo “udjat” ed è delineato come il becco e la nuca del falco in pasta vitrea nera, mentre le zampe artigliano due simboli “shen” (potere, eternità) agganciati ai cartigli di Amenemope, i cui simboli sono realizzati in pasta vitrea colorata..

Il cartiglio sinistro riporta il nome di nascita del Faraone: “Amonemopet Meriamon” insieme al titolo “Amato da Osiride, signore di Abydos”, mentre quello di destra riporta il nome di intronizzazione “Usermaatra Setepenamon” con il titolo “Amato da Osiride e Ro-Setau” (uno dei sinonimi del Duat, originariamente il nome della necropoli menfita)

La foto originale di Montet

FONTI:

Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951):

Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)

Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cai

Cose meravigliose, Tanis

LA MASCHERA FUNEBRE DI AMENEMOPE

Di Andrea Petta

Museo Egizio del Cairo, JE 86063 – Montet 641. Oro e pasta vitrea

È questa la “vera” maschera funeraria di Amenemope. Era quella posta sulla mummia del Faraone a rappresentarne il volto per l’eternità.

Era anch’essa pesantemente danneggiata quando fu trovata da Montet; la lamina d’oro che la compone è infatti molto sottile, ed essendo fissata ad una “base” in lino simile ad un cartonnage, era piegata ed accartocciata al momento del ritrovamento. Copre inoltre solo la parte frontale della testa.

La maschera prima del restauro

La maschera è di fattura notevolmente inferiore rispetto alla testa della bara che abbiamo visto; i lineamenti poco espressivi, la bocca esageratamente larga a conferire un aspetto quasi buffo del volto.

Il Faraone indossa anche in questo caso un nemes, cesellato così come la decorazione del pettorale, composta da nove file di perline e tre file di decorazioni floreali.

La foto di Montet dopo il restauro

Sulla fronte spicca un ureo molto piccolo e sottile. Questa sorta di parsimonia nei materiali (la bara in legno e non in argento, la maschera molto sottile, un corredo funerario inferiore rispetto a quello del padre) ha fatto ipotizzare che il regno di Amenemope sia coinciso con una regressione economica rispetto ai suoi predecessori.

Il contorno degli occhi e le sopracciglia sono evidenziate ma con intarsi in pasta vitrea e non in bronzo; manca completamente la barba cerimoniale né sono presenti i supporti per legarla al volto del re.

Ovviamente, a confermare la “maledizione di Tanis”, sul sito del Museo Egizio del Cairo questa machera…non c’è. Forse per questo la maschera emana una certa tristezza, con quella bocca che non è illuminata da alcun sorriso.

Ditemi voi se questo era un modo di esporre questi oggetti…Per fortuna sono in fase di ricollocazione nel vecchio Museo Egizio

FONTI:

Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951):

Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)

Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987

Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti

Foto: Pierre Montet, Merja Attia, Marie Grillot, Artists in Antiquities

Cose meravigliose, Tanis

LA PRIMA MASCHERA D’ORO DI AMENEMOPE

Di Andrea Petta

Lo sguardo di Amenemope nel suo riposo.
Museo Egizio del Cairo – JE 86059. Altezza 30 cm, oro e pietre dure

Del sarcofago in cui giaceva Amenemope e della bara in legno (o di quanto rimane) non ci sono praticamente foto. Dalle iscrizioni scalpellate sappiamo che il sarcofago è quello originale della madre, usurpato per la ri-sepoltura del figlio, il cui sarcofago in quarzite è rimasto, vuoto, nella tomba NRT-IV. Secondo Montet, il sarcofago è stato effettivamente utilizzato per la sepoltura di Mutnodjemet, ma ciò che è successo dopo è avvolto nel mistero.

Il sarcofago di Amenemope in situ. Non sono riuscito a trovare altre foto di questo sarcofago

Le parti in legno sono della bara sono andate perse per sempre; sono sopravvissute però le coperture in oro delle mani del Faraone e la parte superiore della bara, costituita da una maschera d’oro (la terza trovata da Montet, e non sarà l’ultima).

La copertura delle mani della mummia

Questa maschera è forgiata da una lamina in oro massiccio, più spessa di quella della maschera di Sheshonq, con il contorno degli occhi, le sopracciglia e il supporto per la barba cerimoniale (andata perduta) in bronzo.

La maschera ancora nel sarcofago
La foto ufficiale del Museo Egizio

Il volto del Faraone è ritratto da giovane, con le guance piene ed un’espressione delicata. Il re indossa il nemes, che ha la particolarità di essere liscio, essendo totalmente assenti le solite strisce. Sulla fronte del Faraone un ureo in oro massiccio, simbolo di regalità e di protezione, ha il corpo intarsiato con corniola, lapislazzuli e pasta vitrea; sono gli unici elementi colorati della maschera.

Il dettaglio dell’ureo

Le orecchie sono scoperte; gli occhi sono in ossidiana, quello destro ricostruito sulla base del sinistro.

La maschera era pesantemente danneggiata; è stata restaurata al Museo Egizio dal restauratore Ahmed Yousef ed applicata su una forma in gesso da lui creata appositamente.

Ahmed Yousuf modella la forma in gesso che farà da supporto alla maschera
Ahmed Yousuf contempla finalmente il risultato del suo lavoro
La maschera restaurata
La maschera restaurata

FONTI:

Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951):

Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)

Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987

Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti

Foto: Pierre Montet, Merja Attia, Marie Grillot, Artists in Antiquities

Cose meravigliose, Tanis

AMENEMOPE

Di Andrea Petta

Usermaatra Setepenamon – Amonemopet Meriamon
La Ma’at di Ra è potente, scelto da Amon – Amon è la Festa di Opet, amato da Amon

A Psusennes I succedette Amenemope, con ogni probabilità figlio suo e di Mutnodjemet, ma gli eventi che portarono Amenemope al trono non sono del tutto chiari.

Regnò per nove anni, forse preceduti o comprendenti un periodo di co-reggenza con l’anziano Psusennes. Non lasciò una traccia profonda nella storia egizia; di lui si sa che contribuì ad un tempio di Iside a Giza ed uno a Menfi.

Morì anch’egli in età avanzata; alcuni segni di infezione sul cranio fanno supporre per una meningite. Soffriva anche di una grave forma di artrosi che deve aver reso difficile la deambulazione nei suoi ultimi anni.

Fu sepolto nella tomba NRT IV a Tanis, e successivamente spostato nella tomba della madre Mutnodjemet.

La pianta della necropoli reale di Tanis
Il dettaglio della tomba NRT-III, che accolse definitivamente Amenemope

La Grande Coppia Reale aveva però un altro figlio, Ramesses-Ankhefenmut, che era già insignito del titolo di Generale delle Truppe del Faraone e di Gran Sacerdote di Amon. A lui era destinata la terza camera della tomba NRT-III, vicino a quella di Mutnodjemet, ma il suo nome è stato scalpellato dalle pareti e da buona parte del sarcofago rimasto nella tomba. Anche se il sarcofago appariva intatto al momento della scoperta, era vuoto. Del corpo non c’è traccia, solo uno dei canopi abbandonato nel vestibolo comune della necropoli reale.

Ankhefenmut appare insieme ai suoi genitori come sacerdoti officianti della Triade Amon-Ra, Mut e Khonsu a Tanis, ed è difficile non immaginarlo come erede al trono. Cosa è successo allora? E perché Amenemope è stato spostato, presumibilmente dal Faraone Siamon, nella tomba della madre, che è scomparsa? Forse una congiura di Palazzo, che ha destituito e ucciso Ankhefenmut, con la complicità di Mutnodjemet? Una “vendetta” postuma? O semplicemente una traslazione dopo un saccheggio della tomba di Mutnodjemet? Ma allora perché sarebbe stato scalpellato il nome della Regina?

Misteri che, senza ulteriori scoperte, sono destinati a rimanere tali