C'era una volta l'Egitto, Età Tarda

IL FARAONE PETUBASTIS III

SEHERUIBRE PADIBASTET

Di Piero Cargnino

Parlando di Psammetico III abbiamo detto che fu l’ultimo faraone di etnia egizia, ora però ci troviamo questo Petubastis III, principe locale, probabilmente imparentato con l’ormai decaduta dinastia saitica (quindi ancora di stirpe egizia), che si proclama faraone d’Egitto.

Non facciamoci trarre in inganno, la ragione per la quale Manetone lo abbia inserito nella XXVII dinastia ci è del tutto oscura. Petubastis III, come abbiamo detto, era un  principe locale che capeggiò una rivolta contro gli occupanti persiani che, secondo il racconto scritto da un militare macedone, tale Polieno, si ribellò a causa dell’esorbitante tassazione imposta dal satrapo Aryandes il quale si era sicuramente montato la testa arrivando ad attribuirsi  ampie libertà amministrative al punto da battere moneta a proprio nome e governando l’Egitto come fosse un feudo personale.

Ovviamente Petubastis colse al volo il malcontento che regnava tra il popolo approfittando delle ribellioni avvenute in varie parti dell’impero achemenide in seguito alla morte di Cambise II. Agli inizi del 521 a.C. Petubastis III insorse attribuendosi le insegne della regalità.

La sua figura è quasi del tutto sconosciuta ed oscura nella storia egiziana, come sconosciuta è la sua fine dopo essere stato sconfitto ma la sua esistenza è confermata dal ritrovamento di due sigilli, uno scarabeo con inciso il suo nome racchiuso in un cartiglio oltre ad un documento datato al 533 a.C. che fu il suo primo anno di regno, la cui durata fu meno di due anni.

Una sua rappresentazione si trovava sullo stipite  di una porta del tempio di  Amheida, un tempo ricoperto di foglia d’oro, che oggi si trova al Museo del Louvre e su una tavoletta conservata al Museo di Bologna (KS 289).

Nelle “Iscrizioni di Bisotun” volute da Dario il Grande, successore di Cambise II, viene citata una rivolta in Egitto. Non si sa quali provvedimenti abbia preso Dario contro i ribelli, è ancora Polieno che racconta che Dario si recò di persona a Menfi, arrivando mentre si celebrava la morte del toro Api, astutamente promise un’enorme ricompensa in oro a chi avesse fornito un nuovo toro Api; gli egizi rimasero impressionati da tale provvedimento che passarono in massa dalla sua parte. La rivolta però era già stata sedata da Aryandes e l’Egitto era già pacificato quando Dario giunse per la prima ed unica volta in Egitto nel 517 a.C..

Nel tempio, distrutto, di Thoth ad Amehida, nell’Oasi di Dakhla, su alcuni blocchi compaiono iscrizioni con il nome ed il titolo reale di Petubastis III da cui si pensa che possa aver fissato ivi la sua residenza, lontano dalla Valle del Nilo controllata dai persiani. Secondo alcuni da quella posizione Petubastis III potrebbe aver teso un’imboscata all’armata persiana inviata da Cambise II verso l’Oasi di Siwa, citata da Erodoto come “L’Armata Perduta di Cambise” che sarebbe stata sepolta da una tempesta di sabbia nel “Mare di Sabbia” del deserto occidentale.

Ovviamente in assenza di testimonianze che confermino tali affermazione noi restiamo fedeli ad Erodoto. In ogni caso a Petubastis III ci pensò Dario che lo sconfisse dopo di che si diresse all’oasi di Kharga e, dopo averne assunto il pieno controllo, intraprese un’attiva campagna di lavori la cui opera più importante fu la costruzione dell’imponente e ben conservato tempio di Amon.

Da qui, con ogni probabilità, cancellò ogni traccia di Petubastis, incluso il tempio di Amheida cancellando, probabilmente ogni traccia del passaggio dell’esercito perduto di Cambise.          

Fonti e bibliografia:

  • Jean Yoyotte, “Petoubastis III”, Revue d’Egyptologie, Paris, 1962
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano , 2003
  • Salima Ikram, “Antico Egitto” , Ananke, 2013
  • Edda Bresciani, “L’Antico Egitto”, De Agostini, Novara 2000
  • Toby Wilkinson, “L’antico Egitto. Storia di un impero millenario”, Einaudi, Torino, 2012
  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
  • Franco Mazzini, “I mattoni e le pietre”, Urbino, Argalia, 2000
  • Jurgen von Beckerath, “Chronologie des Pharaonischen Agypten”, Ed. Zabern, 1997
  • Kenneth Kitchen, “Il terzo periodo intermedio in Egitto (1100–650 a.C.)” 3a ed, (Warminster: 1996

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