Di Nico Pollone
Le tavole d’offerta, in raffigurazione pittorica, in incisione e in forme e dimensioni diverse, compaiono a partire dall’antico regno. La cosa più semplice per offrire una offerta era un tappetino con sopra una pagnotta di pane. L’evoluzione culturale e religiosa, li ha trasformati in “tavoli” delle offerte, scolpiti o dipinti con immagini di offerte tipiche , come pane, birra, carni e pollami. Se la famiglia non avesse più fatto offerte, si pensava che le immagini delle offerte avrebbero sostenuto il defunto.
Il pezzo più antico che ho trovato è in versione molto contenuta rispetto al numero delle offerte rispetto alle successive esposizioni di offerte.
E’ la stele della principessa egizia Nefertiabet della IV dinastia, figlia del faraone Cheope (foto sotto)

Le “tavole” consistono in una elencazione di vari prodotti della vita quotidiana raffigurati in immagine e/o in forma scritta (Testo geroglifico) davanti o in prossimità del personaggio a cui sono dedicate o in manufatti appositi, di varie forme ritrovate in varie tombe.

Caso raro ma non unico è quello di Kaisebi, dove l’elencazione delle offerte è collocato nello spazio centrale di una falsaporta (foto sotto):

Il numero di queste offerte è estremamente variabile. Parte da poche rappresentazioni fino ad arrivare ad elenchi che ne contengono più di cento.
In appositi riquadri o caselle è scritto il nome dell’offerta e a volte il numero.
A volte, la quantità è espressa in riquadro apposito, e in alcuni casi accompagna il disegno della categoria a cui si riferisce (es. pollame, carne, spezie, ecc.).
Un’altra aggiunta può essere la rappresentazione reale di un uomo in offerta di quel particolare prodotto (es. tomba of Khuwi. foto sotto).

La disposizione delle offerte, a un primo impatto visivo, sembra non avere un senso logico ma può sembrare solo un insieme di elencazioni di offerte, raggruppate tra loro per affinità.
Esiste invece un preciso ordine che riguarda praticamente tutte le rappresentazioni con le simili quantità di offerte che sono riuscito a consultare.
Non so se sia un “copia-incolla” o se rispetti una regola prefissata, magari imposta da un
“cerimoniale”. Ho chiesto un parere a un importante egittologo e la risposta è stata questa:
….NON esiste uno schema. Esistono dei modelli di lavoro, variabili nelle scuole. Sono solo linee guida e non regole fisse che nella conservatrice ma non dogmatica società egizia, sarebbero stridenti.
La risposta è quella di un docente, non di facile interpretazione (almeno per me).
Passo a indicare i punti di confronto delle tavole.
Prima osservazione:
L’inizio della rappresentazione è sempre preceduta da due caselle che non sono offerte vere e proprie, ma rappresentano (in forma scritta) due atti di purificazione. Il primo con abluzione di acqua e il secondo con fumigazione d’incenso.
Esempio:


Seconda osservazione:
Dopo le due parole che indicano una purificazione, sono elencati i sette oli sacri.

Questi erano utilizzati nella preparazione del cadavere, per la mummificazione o per ungere occhi e bocca del corpo o della statua del defunto durante il “Rituale dell’apertura della bocca”.
Nelle tavole d’offerta reali, in corrispondenza con il nome dell’olio era ricavata una coppelle dove l’olio era realmente versato. (vedi foto sotto)

Tutte le versioni delle tavole sono concordi nell’elencare i sette oli. (in molte varianti di scrittura).

Terza considerazione:
A questa ulteriore serie (mediamente 8), le offerte appartengono a diverse categorie,
tutte però sembrano indicare una sorta di indicazione alla persona, nel senso di tolettatura e alla purificazione, alle strutture funerarie.
Ad es:
- le creme per il trucco degli occhi, le stoffe/abiti, per la persona.
- L’incenso, il natron, tavolo d’offerta, preparazione ambiente e purificazione.
- Offerta al re, offerta nell’ampia sala, a un luogo e a una simbolica citazione al re in quanto dio?

Anche questa serie è una costante per quasi tutte le tavole d’offerta.
Quarta considerazione:

La casella qui rappresentata (nella quasi totalità collocata in diciottesima posizione ) raffigura un qualcosa di non facile interpretazione.
Essa infatti non è una offerta vera e propria, ma una espressione di un qualcosa che non riesco a interpretare.
La traslitterazione è quasi universalmente tradotta in: sit down! (siediti!)che non sembra coerente con una lista di offerte.
Come determinativo è sempre impiegata una figura umana accovacciata assimilabile quasi sempre a A1
“La traduzione più attinente sarebbe piuttosto: “prender possesso”, come l’abitante
di un luogo che vive grazie alle offerte (cosa che d’altro canto è chiaramente simbolizzata dal gesto di tendere la mano verso la tavola, ossia come detto precedentemente “prendere possesso”).”
Questa interpretazione mi è stata suggerita da un amico. Però non mi convince molto, soprattutto perché non riesco a trovare collegamenti a questa traduzione con la parola , e anche i raffronti con i testi delle piramidi di diversi autori non danno questa interpretazione, confermando la traduzione classica di: siediti.

Da questo punto incomincia l’elencazione delle offerte vere e proprie.
Le offerte comprendono tutte le tipologie: pane, birra, uccelli, parti bovini o ovini, stoffe ecc.
Alcune traduzioni sono incerte. e si è preferito lasciare il temine nella sola traslitterazione.