Di Grazia Musso
Questa statua fu rinvenuta a Ieraconpoli , città che svolse un ruolo fondamentale per tutto il periodo Protodinastico, insieme a un esemplare analogo in calcare , conservato all’Asmolean Museum di Oxford.
La statua si stacca dalle opere precedenti e anticipa le soluzioni stilistiche dell’antico Regno.
Soprattutto, lo rivela, una maggiore tridimensionalità della figura.
La scelta di raffigurare il sovrano seduto su un trono con un basso schienale e con la corona bianca, conferisce verticalità e leggerezza che si contrappongono al tentativo di mantenere l’insieme quando più possibile raccolto e racchiuso in sé stesso.
Khasekhem indossa il tipico abbigliamento del Giubileo , che veniva celebrato nel corso del trentesimo anno di regno e aveva lo scopo di riaffermare la capacità di governare del sovrano, costituito da un mantello, che copre tutta la figura sino ai polpacci e il cui lembo di destra si sovrappone a quello di sinistra.
Il braccio sinistro, stretto contro l’addome, sembrerebbe ricoperto da una manica con una fascia lungo il bordo il braccio destro è appoggiato sulla gamba.
Le mani sono chiuse a pugno ed entrambe hanno un foro al cui interno dovevano essere inseriti gli emblemi della regalità.
I piedi sono modellati con estrema cura e poggiano sulla stessa base su cui si trova il trono.
Il bordo anteriore della base reca incisi il nome del re e il numero dei nemici, 47.209, da egli abbattuti, i cui corpi decorano i bordi laterali della base.
L’interpretazione storica della raffigurazione che decora la base della statua è quella che vedrebbe nei nemici uccisi una commemorazione di una vittoria di Khasekhem su popolazioni del nord ribellatesi al potere centrale, in seguito a questo evento, il re avrebbe cambiato il proprio nome in quello di Khasekhemuy
Secondo altre teorie, Khasekhem e Khadekhemuy sarebbero invece da considerare due sovrani distinti.

Materiale scisto
Altezza cm 56
Ieraconpoli (Kom el-Ahmarl
Scavi di James Quibell, 1898
II Dinastia
Regno di Khasekhem ( 2770 – 2649 a. C.)
JE 32161
Fonte:
Tesori Egizi nella collezione del Museo Egizio del Cairo – Francesco Tiradritti – fotografie di Araldo De Luca – Edizioni Wite Star