Luoghi

IL VILLAGGIO DI DEIR EL MEDINA

Di Giusy Antonaci

STELE DEDICATA DA SMEN AL FRATELLO MEKHIMONTU E A SUA MOGLIE NUBEMUSEKHET
Nuovo Regno
XVIII dinastia
Museo Egizio di Torino

Intorno al 1500 a.C. fu fondato il villaggio di Deir el Medina, dove scribi, disegnatori e artigiani lavoravano per costruire e decorare le tombe dei faraoni nelle Valli dei Re e delle Regine.

Situato nei pressi dell’odierna Luxor, costituisce uno dei tre esempi noti di “villaggio operaio” (gli altri sono quello di Tell el-Amarna, l’antica Akhetaton, e di Kahun, nei pressi di el-Lashur) che ospitavano gli artigiani e, in genere, le maestranze preposte alla realizzazione e manutenzione delle tombe degli antichi Re della XVIII, XIX e XX dinastia.

Tra il 1525 e il 1504 a.C. il re Amenhotep I istituì un gruppo di artigiani specializzati che il successore, Thutmosi I, decise di concentrare in questo villaggio, chiamato Pa demi.

Esso si trovava in un’area desertica sita nei pressi della zona destinata ad accogliere le tombe reali, a metà strada tra quelle che sarebbero poi divenute la Valle dei Re e la Valle delle Regine.

Il villaggio di Deir el-Medina ed i primi scavi, dal 1905 al 1909, si devono all’italiano Ernesto Schiaparelli, mentre le definitive operazioni di scavo furono realizzate, dal 1922 al 1951, a cura di spedizioni francesi.

Di fatto, l’esistenza del villaggio operaio cominciò a prosperare agli inizi della XVIII dinastia.

Originariamente, esso era circondato da un muro e presentava 60 complessi abitativi, successivamente incrementati sino ad ospitare circa 120 nuclei familiari per un complesso, stimato, di 500 abitanti.

Esiste un periodo “vuoto” che corrisponde a quello dell’eresia amarniana, per il trasferimento delle maestranze ad Akhetaton.

Il villaggio riprenderà vita ed attività sotto il successore di Ay, e di Tutankhamon, Horemheb.

Deir el-Medina presenta la forma allungata che ricorda quella di una nave, con una strada principale che l’attraversa tutta separando le abitazioni in due grossi quartieri che erano denominati “quartiere di dritta”, ad est, e “di sinistra”, ad ovest.

Inoltre, proprio come su una nave, le maestranze erano suddivise in “squadre di tribordo” e “di babordo”, composte da circa 60 unità, ognuna capeggiata da un “architetto” caposquadra.

Il villaggio si trova relativamente a breve distanza dal Nilo e non è servito da acqua per cui si suppone che l’approvvigionamento avvenisse tramite carovane di animali da soma.

Le maestranze, suddivise in squadre da 60 unità ciascuna, raggiungevano il luogo di lavoro percorrendo un sentiero che passa alla sommità delle alture che delimitano la Valle dei re e su cui sono ancora visibili i luoghi di sosta ove, peraltro, erano posizionate anche le sentinelle che garantivano la sicurezza delle tombe.

Le squadre prestavano servizio per una settimana di dieci giorni a cui seguiva un week-end di due giorni.

Doveva trattarsi di una comunità abbastanza cosmopolita, considerati i nomi.

Poichè gli uomini erano costantemente lontani dal villaggio per gran parte dell’anno, Deir el-Medina risultava essere una comunità principalmente femminile.

Le donne possedevano un buon livello d’istruzione dato che, oltre ai normali lavori domestici, dovevano occuparsi del mantenimento del villaggio anche dal punto di vista economico, logistico e di approvvigionamento.

Sono note, inoltre, le professioni di alcune di tali donne che spaziano dalle “cantatrici” alle “sacerdotesse” dedicate a vari culti.

Trattandosi in gran parte di maestranze edili e di artisti, si assiste alla nascita di una necropoli operaia in cui le sepolture nulla hanno da invidiare alle tombe nobiliari. Originariamente, non esiste un piano prestabilito, ma solo con la XIX dinastia le tombe di famiglia si concentreranno sul lato nord-occidentale.

Si tratta di tombe con rilievi e opere pittoriche spesso di altissima qualità.

La necropoli ospita 53 tombe specialmente della XVIII, XIX e XX dinastia, soprattutto dedicate a capisquadra e operai del villaggio che realizzavano le sepolture, specie reali.

Anche se non strettamente rientranti nella categoria dei “nobili”, si è soliti tuttavia comprendere anche la necropoli operaia nella più ampia localizzazione e denominazione di Tombe dei Nobili della Necropoli tebana.

Fonte: Christian Greco,”Deir el Medina.Le passeggiate del direttore” (12° appuntamento)

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