C'era una volta l'Egitto

GLI ULTIMI DUE SOVRANI EFFIMERI DELLA VI DINASTIA

Di Piero Cargnino

Come già più volte detto, per molti studiosi la VI dinastia, e con essa l’Antico Regno, si considera chiusa con Pepi II per quanto riguarda il potere centrale. Il Papiro Regio di Torino ne elenca ancora cinque oltre a due posti vuoti. Vediamoli nel dettaglio riportando quelle scarse notizie che possediamo.

MERENRE II DJEFAEMSAF

Secondo molti studiosi la VI dinastia si chiude con Pepi II, ciò è vero solo in parte. Sappiamo che dopo Pepi II salì al trono un figlio di Pepi II e della regina Neith, Merenra II (Merenra Djefaemsaf) il quale però non ha lasciato molto di se. A chiudere effettivamente la VI dinastia sarà poi la sua sorellastra Nitokerty, (Nitokris).

La fine della VI dinastia e con essa il tramonto dell’Antico Regno aleggiava già da tempo con la lenta, ma progressiva perdita di potere e autorità da parte del faraone a causa dell’aumentato potere dei nomarchi e del clero. Il decadimento dell’autorità centrale, ma soprattutto il regno straordinariamente lungo di Pepi II, avrebbe fatto si che l’erede al trono morisse prima del sovrano o che fosse giunto al trono in età avanzata e privo dell’energia necessaria a mantenere saldo il potere.

Con la morte di Pepi II al trono delle Due Terre salì suo figlio, Merenra II che si trovava già molto avanti negli anni a causa del lungo regno del padre. La durata del regno di questo sovrano, del quale  non si conosce praticamente nulla, fu sicuramente molto breve. Senza energia né una chiara visione politica, incapace di esercitare l’autorità di cui era investito e che tollerò la decadenza delle istituzioni e i disordini, favorì la tendenza centrifuga dei nomarchi dell’Alto Egitto che si rafforzò ulteriormente. La mancanza di interventi decisi, ove necessario, permise ai beduini del Sinai di riprendere le loro scorrerie nelle terre del Delta.

Secondo Erodoto Merenra II venne spodestato durante una congiura di palazzo organizzata da un gruppo di nobili forse guidati proprio dalla sorellastra dello stesso Merenra, Nitokerty, (Nitokris). Secondo archivi di età ramesside Merenra II regnò due anni, un mese e un giorno, anche se alcuni ricercatori gli assegnano un regno più lungo, dai sei ai dodici anni. Pare che la sua mummia si stata profanata già poco tempo dopo la sua morte. Il suo nome compare solo nella lista reale riportata sul Papiro Regio di Torino.

LA REGINA NITOKRIS

Fu la prima donna ufficialmente faraone ed assunse il potere verso il 2184 a.C.. Indubbiamente altre donne prima di lei esercitarono il potere supremo ma non vengono ricordate in nessuna lista reale. Al contrario della regina Khentkaus, della quale è stato ritrovato un monumento colossale, faraonico, ma non si ha notizia di alcun titolo esplicito, per Nitokris invece esiste la certezza del titolo reale ma ancora non è stato trovato alcun monumento.

Secondo Eratostene il nome Nitokris significava “Atena è vittoriosa” e non era lontano dalla realtà. In lingua egizia Nitokris significava “Neit-iqeret”, traducibile con “Neith eccellente”, (Neith è il modello egizio dell’Atena greca). Ancora una volta la dea Neith è la protettrice di una donna importante.

Di lei si conosce molto poco, non è menzionata in alcuna iscrizione originale dell’Egitto antico e non esistono monumenti col suo nome anche se alcuni studiosi ritengono che il suo nome corrisponda ad un nome, praticamente illeggibile, presente nella lista di Abydos. Secondo altri il suo nome potrebbe essere quello di “Nitokerty o Nitiqreti” che compare in un frammento del Papiro Regio di Torino, ascrivibile alla XIX dinastia, che sarebbe stato erroneamente collocato fra i re della VI dinastia. Sono state effettuate analisi microscopiche che confermerebbero trattarsi in realtà di una trascrizione imprecisa del nome Netjerkara, altrimenti chiamato Nitokerty Siptah, della VII dinastia presente nella lista di Abydos come successore di Merenra II. Altri egittologi propendono per il fatto che la regina Nitokris non sia mai esistita.

Rimane il fatto che Eusebio di Cesarea, riportando un testo di Manetone, racconta:

<< Una donna, Nitokris, regnò; aveva più coraggio degli uomini della sua epoca ed era la più bella di tutte le donne, bionda, con le gote rosa. Si dice che abbia fatto costruire la terza piramide >>.

Una bellezza similmente decantata ci porta agli altisonanti titoli delle regine dell’Antico Regno.

<<………..Grande nell’amore, dal bel viso incantevole, dal fascino sovrano, che soddisfa la divinità con la sua bellezza, dalla voce bellissima, colei il cui profumo riempie il palazzo, la Signora delle Due Terre ……….>>.

Una bellezza che supera quella della Regina d’Egitto, una bellezza che compete ad una Regina-Faraone. Sesto Giulio Africano, riportando una parte degli Aigyptiaka di Manetone, afferma che  Nitokris non solo sarebbe esistita ma addirittura sarebbe colei che fece costruire la “terza piramide” di Giza. Questa “terza piramide” viene identificata con quella di Micerino alla quale Nitokris prestò grande attenzione sino al punto da farla restaurare. Nulla di tutto ciò è provato.

Dove sia stata sepolta però rimane un mistero, una tradizione vuole che sia stata sepolta proprio nella “terza piramide” ed il suo corpo abbia riposato in un sarcofago di basalto blu.

Sulla sovrana circola una leggenda di epoca tarda, dovuta ad Erodoto, della quale però non esiste traccia nei documenti egizi. Secondo il racconto di Erodoto, Nitokris era la moglie di un re (Merenra II) che venne assassinato da dei cospiratori. Quest’atto spregevole però non permise loro di regnare; i cospiratori chiesero quindi, alla sventurata Nitocris di governare, in modo che la discendenza legittima non si interrompesse. La regina accettò e divenne quindi faraone, la sua sete di vendetta venne così agevolata dalla sua posizione di sovrana. Salita al trono Nitokris si apprestò a vendicare il marito e fratellastro, racconta Erodoto nelle sue “Storie”:

<< Successe al trono del fratello, re Merenra II, che fu assassinato. Per vendicarlo, insieme ai colpevoli, fu pronta a uccidere numerose persone innocenti >>.

Nitokris fece costruire una grande sala sotterranea ed appena ultimata la fece approntare ed offrì un sontuoso banchetto ai cospiratori per celebrare la loro vittoria. Nel bel mezzo del banchetto fece aprire un condotto che riversò acqua all’interno della camera fino a riempirla e i traditori morirono tutti annegati. In seguito Nitokris si suicidò chiudendosi in una camera dove c’erano numerosi bracieri e morì soffocata. Un drammatico racconto orientale privo però di qualsiasi fondamento storico. Con la morte di Nitokris termina ufficialmente la VI dinastia, termina anche l’età dell’oro dell’Antico Regno, dei grandi faraoni costruttori delle imponenti piramidi. Termina un lungo periodo di relativa tranquillità e si para all’orizzonte un periodo confuso di crisi istituzionale, quello che viene chiamato il “Primo Periodo Intermedio”.

Fonti e bibliografia:

  • Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Einaudi, Torino 1997
  • Federico A. Arborio Mella – L’Egitto dei Faraoni – Mursia, 2012
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Editori Laterza, Bari 2008
  • Christian Jacq, “Le donne dei faraoni”, Mondadori, Milano 1997
  • Giulio Farina, “Il papiro dei re”, Editore G. Bardi, Roma, 1938 W. S. Smith, “Il regno Antico in Egitto e l’inizio del Primo periodo intermedio”, il Saggiatore, 1972

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