Di Livio Secco
Nel maggio 2020, in pieno lockdown per il Covid, ho pubblicato una serie di articoli a carattere egittologico sempre con un occhio alla filologia e alla scrittura geroglifica.
Qualcuno ve l’ho già proposto.
Quello di oggi è relativo al fatto che, durante una conferenza, mi hanno chiesto se i geroglifici fossero stati usati esclusivamente per testi sacri, così come si deriverebbe dal loro nome.
Per rispondere in modo esaustivo ho pensato bene di scrivere l’articolo in oggetto compreso di una esemplificazione significativa in modo da rendere evidente l’idea.
Nella traduzione è compresa la fonetica colloquiale. All’epoca non mi era ancora venuta l’idea di usare la fonetica seguendo la codifica IPA. Spero che vi piaccia ugualmente.
Un grazie specialissimo va a Pietro Testa che mi diede una mano (anzi due) a svolgere il lavoro.