Di Andrea Petta e Franca Napoli
Ci sono poche evidenze di tumori maligni negli Antichi Egizi, con un progressivo aumento apparente dall’Età Predinastica al Nuovo Regno.
Le possibili cause di questa discrepanza con la medicina moderna sono probabilmente dovute ad una aspettativa di vita molto più corta (si calcola che in età ramesside l’aspettativa di vita fosse intorno ai 39 anni), una dieta ovviamente molto diversa da quella moderna (si veda https://laciviltaegizia.org/…/il-cibo-nellantico-egitto/) e fattori ambientali decisamente differenti (non c’era molto inquinamento industriale all’epoca…)

Impressionante osteolisi del cranio di una donna, interpretata come conseguenza di metastasi ossee. Nuovo Regno, necropoli occidentale di Tebe.
Eppure, nella storia trimillenaria dell’Egitto faraonico c’è il tempo per “toccare” anche l’evoluzione delle patologie. Curiosamente, infatti, le evidenze di neoplasie maligne sono state riscontrate su mummie del Nuovo Regno, mentre sono assenti nei resti di epoche precedenti. Migliori condizioni di vita, interscambio con altri territori e culture, cibi (e vizi) diversi hanno preteso il loro prezzo in termini di salute. Anche senza coca cola.
Le evidenze più frequenti (e più facili da riscontrare) sono quelle di tumori ossei, prevalentemente osteocondromi (neoplasie benigne soprattutto delle ossa lunghe che appaiono come noduli duri che sporgono dalla superficie di un osso).

Le moderne tecniche di indagine stanno via via attribuendo però diverse lesioni ossee come indizio di metastasi di tumori maligni. Probabilmente ne sapremo di più man mano che i progetti di ricerca avanzano, cosa che avviene più lentamente in questo campo per la mancanza di reperti “scintillanti” e la modesta eco mediatica di queste ricerche (con conseguente minori risorse).


Osteolisi (perdita di tessuto osseo) multipla su una vertebra con relativa TC, indizio di metastasi ossee di un sarcoma dei tessuti molli. Nuovo Regno, necropoli occidentale di Tebe.
È da notare che tutte queste patologie non hanno un riscontro diretto accertato nei papiri medici ma…
Gli studiosi dibattono da tempo se il termine bnwt nel Papiro Edwin Smith (casi 39 e 45) sia riferito ai tumori o alle ulcere gangrenose: il bnwt con “una testa che sporge dal petto” dovrà infatti esser trattato con il coltello arroventato per asportarlo.
Una prescrizione del Papiro Ebers (Ebers 813) fa riferimento ad “un male che mangia (o distrugge) l’utero della donna”; secondo alcuni studiosi sarebbe un riferimento al carcinoma uterino ma ci sono molti dubbi al proposito. Il termine usato, “wenemet”, indica di norma “mangiare” ed è senza dubbio un modo molto efficace per “raffigurare” un tumore.

Anche nel Papiro Kahun si fa riferimento ad una patologia uterina chiamata “nemsu” che potrebbe far riferimento al carcinoma uterino, ma dipende più che altro dal fatto che è un termine trovato solo in questo contesto.
Il rimedio peraltro non sembra particolarmente efficace: una mistura di datteri freschi, una pianta “hekenu” sconosciuta e sabbia di fiume – oppure cervello di maiale e un’altra pianta chiamata “kesenty” – a formare un impacco da inserire per via vaginale.

Teschio maschile proveniente dalla tomba TT9 caratterizzato da una serie di fori di dimensioni variabili con l’aspetto tipico di metastasi diffuse da una sede primaria in altre parti del corpo. Relativamente pochi tumori si diffondono dai tessuti molli alle ossa e in un maschio adulto la fonte di origine più probabile è un carcinoma polmonare. L’incidenza basale del carcinoma polmonare è relativamente bassa ed è solo con l’abitudine diffusadel fumo di sigaretta che la malattia è diventata “importante” nel mondo moderno; un caso nell’antichità, sebbene non unico, è comunque di notevole importanza
Non ci sono tracce di tumori maligni al seno, ma sempre nel Papiro Ebers ci sono riferimenti e prescrizioni per il “seno che duole”, una “malattia che divora il seno” con “un gonfiore delle ghiandole” che potrebbero indicare il carcinoma della mammella.

Da notare che la più grande raccolta di resti catalogati ed esaminati, provenienti dalla zona dove sarebbe stata costruita la diga di Assuan, è stata distrutta da un bombardamento durante la II Guerra Mondiale, privandoci della possibilità di riesaminare i resti alla luce delle nuove tecnologie.

Osteolisi di un corpo vertebrale di un uomo deceduto tra i 50 ed i 60 anni, un’età elevata per l’epoca; dai paleopatologi è considerato una conseguenza di un mieloma multiplo. Nuovo Regno, necropoli occidentale di Tebe