Curiosità, Vita quotidiana

DANZE DELL’ANTICO EGITTO

e danze del ventre

Di Livio Secco

Parlando dell’antico Egitto, soprattutto con chi ci è andato, mi viene spesso domandata la veridicità della danza del ventre che si può vedere nei locali predisposti SOPRATTUTTO PER I TURISTI.

In merito all’argomento, dopo una ricerca, ho scritto una conferenza che è diventata il Quaderno di Egittologia nr 12 PASSI, MOVENZE E RITMI PER IL FARAONE – La danza nell’antico Egitto che gli interessati possono trovare qui: https://ilmiolibro.kataweb.it/…/passi-movenze-e-ritmi…/

Per i più curiosi lascio la suddivisione delle diverse tipologie di danze che sono state riconosciute dagli egittologi.
In blu sono identificate quelle eseguite in situazioni domestiche per puro divertimento familiare.
In rosso sono elencate quelle che venivano esibite in pubblico per motivi cultuali, celebrativi e funzionali.

Ritornando al titolo del post posso dirvi che:

PRIMA DIAPOSITIVA: L’Egitto è sempre stato un paese molto conservatore basti pensare che nella sua storia lunga trenta secoli il sistema politico è sempre rimasto lo stesso ed ha influenzato così pesantemente i suoi conquistatori da averli presto fatti allineare alle proprie usanze. Pertanto molte usanze odierne rispecchiano, più o meno coscientemente, usanze che hanno millenni.
Danzare e ballare, indipendentemente dalla professionalità degli artisti, era indubbiamente importante dal punto di vista celebrativo per gli egizi. Oggi come allora sembra che sia sufficiente un tamburo oppure una superficie piatta sulla quale qualcuno possa segnare il ritmo, ed ecco che la gente inizierà a ballare.
C’è la possibilità di scoprire se le danze dell’Egitto odierno hanno delle gestualità ereditate da quello antico?
Nel 1935 Irena Lexova, figlia di un famoso egittologo cecoslovacco, František Lexa, ne fece un argomento di ricerca che venne riedito più volte.

SECONDA DIAPOSITIVA: se da un lato c’è un forte interesse a ricostruire le coreografie egizie leggendo i rilievi e i dipinti tombali, dall’altra c’è la constatazione che i personaggi raffigurati sono spesso dei giganteschi determinativi del testo che è scritto sulle pareti.
Questo vuol dire che gli artigiani hanno rappresentato quei movimenti e quei passi che erano più facili da disegnare e più conformi ai canoni che, ricordiamo, erano tutt’altro che ritrattistici.
Come abbiamo già visto nella TT38 di Djeserkaraseneb e nella TT75 di Amenhotep Sise, molti temi venivano ripetuti seguendo dei modelli soffocando la libertà e la spontaneità dell’artista e riducendolo ad un comune artigiano.
Alla Lexova, che cercava di riprodurre le antiche coreografie, non piacevano le danze dell’Egitto degli Anni Trenta.
Nei suoi scritti respinge ogni somiglianza tra le danze moderne e quelle antiche.
D’altra parte anche a noi sembra che la forma attuale, che noi chiamiamo, danza del ventre sia lontanissima da quella del Nuovo Regno e strizzi un po’ troppo l’occhio all’aspetto commerciale.

La conclusione viene da sé: la danza del ventre sarà curiosa, divertente e “appetitosa”… ma con l’antico Egitto non è afferente assolutamente in nulla.

TERZA DIAPOSITIVA: Una delle raffigurazioni di danza più disinibite sopravvissute dall’antico Egitto include ballerini di coppia.

In questo caso diciamo proprio ballerini perché la scena raffigurata risulta molto libera anche relativamente alle espressioni dei protagonisti. Più che una danza funeraria sembra un ballo festivo domestico.

La scena originariamente proveniva dalla tomba di lntef (Secondo Periodo Intermedio, 1550 a.C. circa) ubicata a Dra Abu el Naga, sulla riva occidentale di Luxor. Oggi il reperto parietale è conservata all’Ashmolean Museum, di Oxford.

Il rilassamento del rigido controllo dello stato che si verificava sempre durante un Periodo Intermedio, quando il governo centralizzato diventava vacante, ha permesso all’artista (non più artigiano) di rappresentare liberamente l’evidente godimento da parte dei ballerini delle loro prestazioni.

Nelle immagini: Petrie nel 1909 trova un pozzo quadrato di circa 6 metri all’estremità nord di Dra Abu el Naga che è risultato parzialmente dipinto. Petrie lo ha fatto risalire alla XVII Dinastia.

I TERMINI

Sfogliando il mio Dizionario Egizio-Italiano troviamo un certo numero di lemmi che sono stati usati per descrivere il verbo ballare o danzare, il più comune è “ibȜ“.

Sono usati anche altri termini che sembrano descrivere danze oppure dei movimenti specifici di danza.
Questi lemmi sono usati nelle didascalie dei dipinti o dei rilievi parietali, ma, purtroppo, non ci dettagliano ulteriormente la natura dell’evento in questione.
Per fortuna sia nei documenti amministrativi che nella letteratura esistono dei riferimenti occasionali o casuali che ci permettono di indagare in merito alla danza e ai danzatori nell’antico Egitto, facendo così luce sulla vita e sulla professionalità di questi antichi artisti.

Nella cultura popolare la danza era qualcosa che la gente considerava scontata e comune, perciò è stata raramente descritta e documentata quanto invece più volte raffigurata.
Questo, naturalmente, non è univoco per l’Egitto nell’antichità, i riferimenti alla danza in Egitto dal periodo bizantino al XVIII secolo sono scarsi ma questo non significa che essa abbia cessato di esistere.

Per facilitare chi volesse pronunciare i lemmi senza aver studiato i geroglifici ho aggiunto la pronuncia secondo il codice IPA.

Ugualmente lascio qui il link per trovare il Dizionario Egizio – Italiano: https://www.amazon.it/Diziona…/dp/8899334129/ref=sr_1_3…

ATTENZIONE: il grosso punto nero, nelle immagini del Dizionario, separa diverse varianti grafiche dello stesso lemma.

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