Di Andrea Petta e Franca Napoli
Contrariamente a quanto possiamo pensare vedendo le immagini del famoso “preservativo di Tutankhamon”, la contraccezione nell’Antico Egitto riguardava solamente le donne – e se era sicuramente importante la fertilità e la maternità, non risulta che la contraccezione e l’aborto fossero biasimati o condannati sia a livello sociale che religioso come è invece avvenuto (ed avviene) in altre civiltà, compresa quella cristiana.

Il “preservativo” era tale…solo per proteggere le parti intime dell’uomo – ed anche questo uso non è del tutto certo.
Quello di Tutankhamon era costituito da una guaina di lino molto fine, imbevuta di un olio vegetale, attaccata ad un laccio che permetteva di legarlo alla vita. Potrebbe essere stata una guaina per lo steccaggio di un dito fratturato, oppure una protezione da indossare sotto il gonnellino contro gli insetti ed i parassiti (ricordate la bilharziosi e la conseguente ematuria? Gli “uomini mestruati”? https://laciviltaegizia.org/2022/12/02/maledetti-parassiti/), magari usato solo come elemento rituale. Di sicuro non sarebbe stato molto efficace come contraccettivo.

Tutti i preparati usati come contraccettivi nei papiri medici hanno invece un’applicazione locale, con un’azione smile al diaframma unito agli spermicidi.
Il Papiro Ebers indica chiaramente come rendere una donna non fertile per almeno un anno: foglie di acacia, coloquintide, carrube e datteri tritati, mescolati ad un henu di miele (450 ml circa), formando un composto con cui impregnare un tampone di lino da inserire in vagina (Ebers 783).
Sia il Papiro Kahun che il Papiro Ramesseum IV specificano che il tampone va inserito “alla bocca dell’utero” e propongono altre formulazioni, che comprendono lo sterco di coccodrillo o il latte acido.
Nonostante il comprensibile sorriso che tali formulazioni ci possono far venire, c’è una ragione scientifica alla loro base: il pH vaginale. Normalmente tale pH è acido, intorno a 4.0-4.2, mentre lo sperma è leggermente alcalino (7.5-8.0), tamponando il pH vaginale per qualche ora e mantenendo gli spermatozoi vitali. Se il pH vaginale viene acidificato, gli spermatozoi vengono rapidamente inattivati, prevenendo il concepimento – è il principio alla base delle creme spermicide moderne.
Tutti i componenti di queste “ricette” anticoncezionali comprendono ingredienti acidi: l’acacia, lo sterco di coccodrillo, il latte acido e persino il miele, che ha un pH intorno a 3.9 ed ha proprietà antibatterica ed antibiotica. Lo sterco di coccodrillo potrebbe anche essere associato a Sobek, il dio-coccodrillo che portava fecondità con le inondazioni del Nilo; fecondità non voluta in questo caso.

Esistevano anche ricette per procurare l’aborto, sia per via orale (pianta di senape (?) fresca e miele) che con applicazioni locali (sale del Basso Egitto e farro insieme ad una pianta sconosciuta, oppure bacche di ginepro, mentuccia e resina di conifera).
La stessa prescrizione che abbiamo visto prima (Ebers 783) potrebbe avere anche effetto abortivo vista la presenza della coloquintide, che ancora oggi è utilizzata per questo scopo nell’Africa sub-sahariana e nei Paesi Arabi.

Non esistono invece prove di aborti causati chirurgicamente.