Mai cosa simile fu fatta, Templi, XIX Dinastia

IL TEMPIO DI LUXOR

Simbolo di rinnovamento

Di Grazia Musso

Pianta del tempio di Luxor

Il complesso templare di Luxor, identificato con la collina primordiale, fungeva da residenza meridionale del dio Amon – Ra e si presentava, in molti sensi, come luogo di rigenerazione delle forze divine.

In occasione della festa di Opet, Amon-Ra si spostava da Karnak a Luxor, per compiere la propria rigenerazione ; la componente divina del sovrano risultava così rafforzata dall’unione con i poteri vivifici della divinità.

Durante la festa delle decadi, poi, il dio veniva condotto da Karnak, passando per Luxor, a Medinet Habu, sulla riva occidentale del fiume, per assicurare la perennità della creazione.

La datazione degli edifici più antichi della zona di Luxor è ancora dibattuta, è certo che i sovrani thutmosidi si siano fatti erigere un grande tempio.

Nel grande cortile di Ramses II si è conservata una stazione delle barche tripartita destinata ad accogliere le imbarcazioni della triade divina di Karnak : Amon Mut e Khonsu.

Le grandi colonne papiroformi in granito rosso e l’architrave della facciata risalgono ai tempi di Hatshepsut ; Ramses II riutilizzò questi elementi, apponendovi il proprio nome.

Non è tuttavia possibile accertare se la costruzione risale ai tempi di Hatshepsut o se i diversi elementi siano stati presi da un altro edificio.

Amenofi III sostituì il tempio thutmoside con un grandioso santuario.

Il grande colonnato di Amenofi III, costruito verso la fine del suo regno. Le enormi colonne papiroformi richiamano piante di papiro con le ombrella aperte. Non è certo che i lavori architettonici furono portati a termine sotto Amenofi III o se furono completati durante il regno di Tutankhamon. Il grande colonnato in origine era chiuso da alte pareti e da un soffitto. Sia il soffitto che la parte superiore delle pareti sono andati perduti.

Attraverso un grande colonnato, formato da due file di sette colonne alte ciascuna 21,20 metri, si accede a un cortile scoperto, circondato da due ordini di colonne papiroformi a sud del quale si trovava una sala ipostila leggermente sopraelevata, dove erano collocate in origine, grandissime statue di Amenofi III che più tardi Ramses II fece spostare nel proprio cortile.

Il cortile delle feste di Amenofi III era una delle costruzioni più suggestive del Nuovo Regno.
È qui che si svolgevano i rituali delle grandi feste e che si presentava il re, coi propri poteri divini. La notevole ampiezza del cortile, circondato da una vera e propria selva di colonne, superava quella di ogni sala costruita fino ad allora. Contrariamente a quelle dell’imponente colonnato d’accesso, qui furono utilizzate colonne fascicolate che riproducevano piante di papiro. Il deterioramento delle pareti del cortile non permette di ricostruire l’apparato iconografico.

La scelta del numero complessivo delle colonne, dodici file di otto, nel cortile e nella sala legata alla concezione ermopolitana della creazione, alla base della quale figuravano otto divinità primigenie.

Anche la sala successiva conteneva otto colonne; a sud-est di questo ambiente si trovava una cappella, nella quale in occasione della festa di Opet veniva esposta la statua de Ka del sovrano, sede della forza divina del re.

Santuario delle barche nel primo cortile del tempio di Luxor. Ramses II fece integrare nel suo santuario delle barche tripartito alcune colonne e un’architrave risalenti al regno di Hatshepsut e di Thutmosi III. Quando si intervení sulle iscrizioni, in due casi si omise di correggere la forma femminile della parola ” amata”, è quindi possibile attribuire con certezza questi elementi architettonici alla regina

Seguendo l’asse del tempio, seguivano poi la sala della tavola delle offerte, il santuario delle barche e un’altra sala trasversale, sorretto da dodici colonne, questo ambiente era definito come il luogo mitico del cammino del sole, al di là del quale si trovavano le tre camere destinate ad accogliere le statue della triade tebana.

A oriente del santuario delle barche sorgevano due camere che contenevano le raffigurazioni della così detta ” leggenda della nascita”, ovvero il racconto delle origini divine del re e della sua designazione per volere del padre Amon-Ra.

Incoronazione di Amenhotep III (vedi: LE CORONE EGIZIE). Parte meridionale della sala di apparizione. Immediatamente dietro alla grande sala ipostila sorgeva la sala di apparizione. Qui si celebrava ogni anno il rinnovamento della natura divina del re e del suo Ka. Nella decorazione della sala il tema dell’incoronazione occupa un posto di primo piano. Nella scena qui riprodotta il sovrano è al cospetto del padre Amon, questi posa una mano sulla corona, adorna delle diverse insegne regie e divine e delle corna d’ariete di Amon. Il sovrano impugna nella mano destra lo scettro heqa e nella sinistra un segno della vita che sottolinea le sue qualità divine.

Un sensazionale ritrovamento nel cortile di Amenhotep III, risalente al 1989, consente di farsi un’idea della varietà delle figure che vi erano collocate : in una profonda fossa sono state rinvenute ventisei statue di sovrani e divinità risalenti al Nuovo Regno e all’Età Tarda.

Il reperto più spettacolare è una statua di Amenofi III stante su una slitta, ma anche il gruppo statuario di Haremhab inginocchiato davanti al dio della creazione Atum testimonia l’importanza di questo ritrovamento

Statua per processione di Amenhotep III. Pietra Arenaria silicificata, altezza 2,10 metri
Luxor, The Luxor Museum of Ancient Egyptian Art – J 838
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La statua di Amenofi III su una slitta di processione è un pezzo eccezionale : il sovrano vi figura in posizione classica, con il piede sinistro avanzate, ma la presenza della slitta non ha alcun riscontro nell’iconografia scultorea. Il basamento e l’alto pilastro dorsale indicano chiaramente che il personaggio trainato sulla slitta non è il sovrano, bensì una sua statua. Il re Indossa la Doppia Corona con l’ureo sulla fronte, la barba regale e un gonnellino da cerimonia con un festone di urei al centro. Alcune parti della statua, sul petto e sulle braccia, sono un po’ ruvide ed è probabile che in origine fossero dorate, corrispondono infatti a un collare, a un pettorale e ad alcuni bracciali

Il dio Atum è il faraone Horemheb
Diorite, altezza 190 cm, profondità 151,5 cm,l arghezza 83,5 cm
Luxor, The Luxor Museum of Ancient Egyptian Art – J 837
Nel corso di ordinari lavori di consolidamento nel tempio di Luxor è stata scoperta nel 1989 un’importante Cachette contenente alcune statue di divinità.
Il primo reperto portato alla luce è stato il gruppo statuario con il faraone Horemheb inginocchiato in atto di omaggio ai piedi del dio Atum.
L’atteggiamento apparentemente fisso e severo del dio primigenio ne esprime tutta la dignità ; esso è raffigurato con la Doppia Corona e con iin mano l’ankh, il segno della vita.

A giudicare dalle ceramiche rinvenute, la sepoltura delle statue può essere messa in relazione con la ristrutturazione delle camere posteriori del tempio, effettuata intorno al 300d.C., quando i romani le utilizzarono per celebrarvi il culto imperiale.

Fonte

Egitto la terra dei faraoni – Regine Schulz e Matthias Seidel – Konemann

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