C'era una volta l'Egitto, Nuovo Regno, XIX Dinastia

L’OSIREION E IL FIORE DELLA  VITA

Di Piero Cargnino

Nella descrizione dell’Osireion abbiamo parlato del fatto che le sue pareti sono completamente prive di incisioni e geroglifici, solo su alcuni pilastri vi sono rappresentate delle navi con le vele ammainate, poi, quasi con noncuranza, ho accennato che ci troviamo anche eccezionalmente il “Fiore della Vita”.

Ho detto quasi con noncuranza perché ho dato per scontato che tutti conoscano il “Fiore della Vita”, non ho però tenuto conto che forse in realtà non tutti ne conoscano il significato per cui vorrei parlarne un po’.

Il fiore della vita è una forma geometrica composta da più cerchi equidistanti e sovrapposti, disposti in una simmetria esagonale che vanno a formare una figura che ricorda un fiore con simmetria a sei pieghe come un esagono. Il centro di ogni cerchio è posto sulla circonferenza di sei cerchi sovrapposti dello stesso diametro.

La forma, la proporzione e l’armonia perfette del “Fiore della Vita” sono state conosciute da filosofi, architetti e artisti di tutto il mondo. I pagani lo consideravano una geometria sacra di antico valore religioso, una sorta di “Registro Akashico” che raffigura le forme fondamentali di spazio e tempo. Akasha è un termine sanscrito per indicare l’etere e conterrebbe le informazioni di base di tutti gli esseri viventi  rappresentando l’espressione visiva delle connessioni della vita che attraversano tutti gli esseri senzienti.

La rappresentazione di tale simbolo ha origini antichissime che si perdono nella notte dei tempi, lo si trova più spesso nella forma esagonale dove il centro ci ciascun cerchio sta sulla circonferenza di sei cerchi circostanti dello stesso diametro. E’ formato da 19 cerchi completi e 36 archi circolari parziali, il tutto inserito in un grande cerchio.

Il “Fiore della Vita” lo troviamo citato in numerosi manoscritti risalenti alle più disparate epoche e culture di tutto il mondo. Nella sua rappresentazione può assumere diverse forme sempre riconducibili al numero “sei”, simbolo dei giorni della creazione (per questo in molti casi è chiamato anche “Sesto giorno della Creazione”).

Come simbolo lo troviamo nelle più antiche culture, in quella egizia nelle “Tavole Di Thoth” oltre ad essere rappresentato, come detto, sulle colonne dell’Osireion di Seti I, nel tempio di epoca romana dedicato a Hibis a El-Kharga, compare nella cultura assira e fenicia, viene citato nel Talmud babilonese e nella Bhagavadgītā degli Induisti oltre che nella Bibbia dove viene citato più volte.

Lo troviamo anche in un manoscritto di Leonardo da Vinci.

Secondo alcuni la più vecchia rappresentazione del “Fiore della Vita” si troverebbe su un gradino di alabastro di uno dei palazzi del re Assurbanipal e sarebbe datato al 645 a.C. Opinione che non tiene conto di quello rappresentato nell’Osireion ad Abydos, in Egitto risalente ad almeno 6000 anni fa (alcuni lo farebbero risalire a 10.500  a.C. o prima.

Inciso con incredibile precisione, si pensa che potesse rappresentare l’occhio di Ra, un simbolo dell’autorità del faraone. Rappresentato nella sua forma estesa, il “Fiore della Vita” assume un’importanza notevole in quanto nella sua struttura emerge una matematica perfetta, con la presenza del “numero aureo” che è esotericamente considerato sacro. Gli architetti, fin dal più lontano passato  lo hanno sapientemente inserito in ogni struttura da loro costruita

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