Di Piero Cargnino

Con la morte di Seti I sale al trono Ramses II, figlio della Grande Sposa Reale Tuia. Designato fin dalla nascita a succedere al padre Seti I, si racconta che il faraone si presentò in pubblico con il piccolo Ramses tra le braccia e disse:
<< Fatelo apparire come un re, affinché io possa vedere tutta la sua bellezza, mentre sono ancora in vita! >>.
Ramses Usermaatra, Setepenra, Ramess(u), Meriamon, conosciuto anche come Ramesse II, Ramsete II o più propriamente come Ramses “il Grande”. Talmente grande da permettersi di far incidere su di una sua statua:
<< Se qualcuno vuole sapere quanto grande io sia e dove giaccio, superi qualcuna delle mie imprese >>. (Frase riportata da Diodoro Siculo nella sua “Bibliotheca historica”.
Possente guerriero, alto 185 cm, Ramses II aveva un portamento regale, il naso leggermente aquilino con occhi a mandorla che risaltavano su un volto ovale con labbra carnose, zigomi alti e mascella ben definita. Bianco di pelle con i capelli di colore rosso fulvo. Il suo aspetto incuteva timore e rispetto in quanto il rosso era il colore attribuito a Seth. Si muoveva con atteggiamento ritto ed orgoglioso esprimendo un’aria di suprema maestà.
Fu un faraone molto longevo e governò per circa 67 anni, se poi a questi si aggiungono otto anni di coreggenza col padre il suo regno è di 75 anni. L’egittologo britannico Kenneth Kitchen ha paragonato la durata del suo regno a quello della regina del Regno Unito Vittoria; (la sua fama è tale per cui l’intero periodo della sua dinastia viene comunemente chiamato “Periodo Ramesside”). Scrisse Kitchen:
<<…….[Il suo regno] contrassegnò un’epoca e fu caratterizzato nel suo corso sia da eventi politici eccezionali, sia da uno stile ben definito nelle arti e nei monumenti, venuto in auge dopo un’epoca più raffinata ed elegante. Lo stile “ramesside” e quello “vittoriano” si impressero entrambi per l’eterno nella storia delle rispettive nazioni……>>.
Ramses II nacque intorno al 1300 a.C. circa, si ipotizza che la sua famiglia fosse originaria del Delta, nella città di Avaris, antica sede degli Hyksos, centro di culto del dio Seth. Pare assodato che la sua fosse una famiglia di alto lignaggio principalmente in campo militare. Secondo la tradizione di famiglia per i membri maschili, Ramses venne allevato in ambito militare dove ricevette una ferrea istruzione; a circa dieci anni era già comandante di un raggruppamento di soldati a capo dei quali forse partecipò col padre ad una campagna contro i libici.
L’epoca di Ramses II ha colpito generazioni di archeologi e scrittori affascinati dalla grandezza delle sue opere e delle sue battaglie (anche se non proprio tutte fortunate). Commentando la vita di Ramses II, l’egittologo francese Pierre Montet scrisse:
<< Ha ben meritato d’essere chiamato grande. Avendo dato prova, nella battaglia di Qades, d’un coraggio straordinario, è entrato ancora in vita nella leggenda. In tutta la sua vita ha esercitato coscienziosamente il mestiere di re. Il suo egoismo mostruoso era temperato dalla bontà di cui hanno beneficato i suoi soldati, i suoi artisti, i membri della sua famiglia e si può perfino dire l’insieme dei suoi sudditi >>.
L’intensa attività di costruttore di monumenti, templi e statue ha fatto di Ramses II il faraone più rappresentato in Egitto di qualsiasi altro, seppur grande faraone, tanto per non farsi mancare nulla, arrivò anche ad usurpare monumenti non suoi. Di lui scrive il celebre egittologo francese Nicolas Grimal:
<< Egli è certo il faraone più noto della storia egiziana, colui che è diventato un simbolo di questa civiltà, come le piramidi. Il suo regno è di gran lunga il più glorioso, ma soprattutto il più conosciuto: infatti, in sessantasette anni di esercizio del potere, Ramses coprì la valle del Nilo di monumenti e lasciò nella storia del Vicino Oriente una traccia incancellabile. La sua personalità eccezionale si impose in un’epoca che era anch’essa fuori del comune, per l’importanza dei continui confronti tra i grandi imperi orientali >>.
Ora che ne abbiamo tessuto le lodi direi che sia il caso di intrufolarci nella sua vita per vedere di persona quelli che sono stati i meriti ma anche i difetti (ne avrà ben avuti anche lui).
Secondo quanto ci è dato a sapere Ramses II celebrò il suo primo giubileo, la festa “Heb Sed” (o festa giubilare), come usanza al raggiungimento del trentesimo anno di regno. Per pignoleria “Sed” (ovvero “colui che ha la coda”) era il nome antico del dio Wepwewet (Upuaut) predecessore di Anubi. La festa Heb Sed, dopo il trentesimo anno di regno veniva celebrata con una cadenza molto variabile, molti faraoni la celebrarono assai prima del trentesimo anno e nel corso del loro regno ne celebrarono più di una; voi pensate che il Grande Ramses II potesse essere da meno? Ne celebrò ben 14, più di ogni altro re d’Egitto.

Forse la sua fama, più che al suo modo di governare o alla sua politica o alle sue battaglie, è dovuta al fatto che ha riempito l’Egitto con i suoi numerosissimi monumenti, statue, templi, oggetti d’arte oltre ad una grande quantità di iscrizioni prodotte ovunque, anche sulle opere dei suoi predecessori, facendo si che non c’è Museo o collezione di antichità egizie al mondo che non possegga qualcosa di suo; non per niente è il faraone più conosciuto al mondo, oggi come nell’antichità.

Tanta doveva essere la voglia di distinguersi dai suoi predecessori che lui, il Grande, mica poteva risiedere nelle capitali che furono un tempo, la sua doveva essere la “Dimora di Ramses”, così chiamò la capitale che si fece costruire nel Delta del Nilo Pi-Ramses.
A proposito di Pi-Ramses, alcuni ritengono si tratti della città di Pitom a cui fa riferimento la Bibbia nel Libro dell’Esodo, quando parla della schiavitù degli ebrei in Egitto e Ramses II sarebbe il “Faraone dell’oppressione”. Secondo altri invece il faraone con cui Mosè si sarebbe scontrato sarebbe il figlio e successore di Ramses II, Merenptah. In realtà il testo biblico non fornisce il nome di nessun faraone, né alcuna altra informazione utile a collocare la vicenda nella plurimillenaria storia egizia. Non esiste alcuna prova storica o archeologica che provi il coinvolgimento di Ramses II o di Merenptah nell’episodio dell’Esodo ed i loro nomi non vengono mai menzionati nella Torah.
In alcune fonti greche (Diodoro Siculo nella sua “Bibliotheca historica”) menziona un faraone di nome “Ozymandias” che potrebbe essere la corruzione del praenomen di Ramses II (Usermaatra Setepenra).

Fonti e bibliografia:
- Silvio Curto, “L’arte militare presso gli antichi egizi”, Torino, Pozzo Gros Monti S.p.A, 1973
- Franco Cimmino, “Ramesse II il Grande”, Milano, Tascabili Bompiani, 2000,
- Sergio Pernigotti, “L’Egitto di Ramesse II tra guerra e pace”, Brescia, Paideia Editrice, 2010
- Kenneth Kitchen, “Il Faraone trionfante. Ramses II e il suo tempo”, Bari, Laterza, 1994,
- Edda Bresciani, “Ramesse II”, Firenze, Giunti, 2012
- Cyril Aldred, “I Faraoni: l’impero dei conquistatori”, Milano, Rizzoli, 2000
- Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
- Manfred Claus, “Ramesse il Grande”, Roma, Salerno Editrice, 2011
- Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Bari, Laterza, 1990
- Christian Jacq, “L’Egitto dei grandi faraoni”, Milano, Mondadori, 1998
- Kenneth Kitchen, “Ramesside Inscriptions: Historical and Biographical”, Oxford, 1969–1990
- Henry James, “Ramesse II”, Vercelli, White Star, 2002
- Claire Lalouette, “L’impero dei Ramses”, Roma, Newton & Compton, 2007
- Tiziana Giuliani, “Nome: Ramesse II; segni particolari: faraone d’Egitto”, su mediterraneoantico.it