C'era una volta l'Egitto, Nuovo Regno, XIX Dinastia

LE SPOSE DI RAMSES II

Di Piero Cargnino

Stele di Assuan: sono riportati, da sinistra: nel registro superiore il principe Khaemuaset, Isinofret e Ramses davanti a Khnum; nel registro inferiore Ramses, Bitanath e il principe Merenptah

Certo che ad un faraone come Ramses II le donne non mancavano di certo. Non venne meno alla ormai consolidata tradizione della XIX dinastia di contrarre matrimoni con principesse straniere per ragioni di stato. Nel suo Harem abbondavano spose secondarie e concubine che il sovrano non trascurò di certo, per di più non ebbe modo di annoiarsi, durante la sua lunga vita, pare che avesse avuto più di 100 figli.

Le mogli più famose del sovrano, oltre la bella e più importante, Nefertari, di cui abbiamo già parlato ma parleremo ancora più avanti, furono, Isinofret “Bella Iside” che potrebbe essere una figlia del faraone Horemheb, non gli furono dedicate statue ne templi, compare solo accanto a Ramses su di una perla d’oro dove un’iscrizione la descrive come:

Alla morte di Nefertari divenne la “Grande Sposa Reale” e tale rimase fino al trentaquattresimo anno di regno di Ramses. Ironia della sorte fu lei e non l’amata Nefertari a generare l’erede al trono, il principe Merenptah.

Alla sua morte il ruolo di regina principale passò a sua figlia Bintanath (figlia della dea Anath) mentre la figlia di Nefertari dovette accontentarsi del ruolo di “Seconda regina”. Bintanath, di cui Ramses II fu sia padre che nonno, la troveremo in seguito tra le spose di suo figlio Merenptah.

Per quanto riguarda Meritamon, della quale possediamo una pregiatissima statua, la cosiddetta “Statua della Regina Bianca”, ad un certo punto scompare dalle fonti ed al suo posto si parla di Nebettaui quale “Grande Sposa Reale” anche se però non sappiamo nulla su di lei.

C’è da dire che con Ramses II i titoli si sprecavano, le “Grandi Spose Reali” furono parecchie oltre a un gran numero di spose minori e semplici concubine, il titolo fu assegnato a turno a Bintanath, Meritamon, Nebettaui e Henutmira oltre che ad una figlia di Hattusili III.

Ramses II sposò, tra le altre, una figlia del re di Babilonia e la figlia di un governante del nord della Siria, ma i matrimoni più “diplomatici” furono quelli con due principesse ittite. Una di esse, la figlia di Hattusili III, citata sopra, della quale conosciamo il nome egizio che assunse Maathorneferura (che significa “La verità è la bellezza di Ra”) secondo l’usanza che le principesse straniere giunte in Egitto cambiassero il proprio nome con uno egizio, questo matrimonio servì per siglare un accordo con il vecchio nemico ittita e porre termine alle ostilità che si protraevano da tempo. Il matrimonio si celebrò nel trentaquattresimo anno di regno di Ramses. La principessa giunse in Egitto con un carico d’oro, argento, gioielli, animali e schiavi e per lei Ramses versò un’ingente dote, essa prese residenza nell’harem di Medinet el-Ghurab.

Maathorneferura fu la prima delle spose straniere del prolifico e longevo faraone ad avere l’onore di portare il titolo di “Grande Sposa Reale”, troviamo la testimonianza sulla “Stele del Matrimonio” che si trova sul muro esterno del Tempio di Abu Simbel.

Per pura curiosità ricordo che durante il Nuovo Regno i sovrani egizi si sposavano con principesse straniere a scopo puramente politico per affermare alleanze o garantire accordi ma mai una principessa egiziana venne inviata all’estero come tributo diplomatico. La cosa è ovvia, poteva l’Egitto trovarsi un giorno con un principe straniero, figlio di una principessa egizia, che avanzasse pretese al trono? Un giorno il re di Babilonia chiese a Ramses II la mano di una delle sue figlie, Ramses II gli mandò a dire:

Queste erano le usanze dell’antico Egitto. Ma ogni tempo ha avuto le sue usanze, questo non deve indurre a pensare che l’amore, quello vero, non potesse esistere anche tra i grandi faraoni, Ramses II ci dimostra che doveva amare la sua prima “Grande Sposa Reale”, Nefertari fu per oltre vent’anni la più importante delle spose di Ramses che se la affiancò come la più grande figura preminente della politica egizia.

Stranamente riscontriamo però che dopo il ventesimo anno di regno l’influenza della Regina diminuì a tal punto che alcune sue immagini che la ritraggono con Ramses furono cancellate, non si sa da chi. Dei quattro figli maschi che nacquero da Nefertari nessuno sopravvisse al padre tanto da ereditarne il trono. Nefertari, come la regina madre di Akhenaton Tiy, fu la sola Grande Sposa Reale a essere deificata in vita, lo conferma l’imponente  tempio che Ramses II fece costruire per lei, assimilata ad Hathor, poco discosto dal suo ad Abu Simbel.

Quanto Ramses II tenesse in considerazione la sua Grande Sposa Reale è dimostrato dal fatto che sia sulla facciata dell’imponente tempio di Abu Simbel, dedicato a lei, che sulle pitture murali, la regina è rappresentata della stessa grandezza del sovrano.

L’importanza sociale e politica di cui godeva la possiamo rilevare da numerose lettere rinvenute negli scavi di Hattusa, scritte in alfabeto cuneiforme, dove è riportata la corrispondenza che Nefertari intratteneva con la moglie del re ittita, Puduhepa, dalle quali si evince l’importante ruolo di pacificazione tra i due regni. L’importanza che la regina rivestiva la possiamo dedurre dai titoli che poteva vantare: “Signora di Grazia”, “Dolce d’amore”, “Colei per cui splende il sole”, oltre al titolo più importante che mai una regina egizia poté vantare “Sovrana di tutte le terre”, solo il faraone poteva essere “Sovrano di tutte le terre”.

Intorno ai quarant’anni, nel venticinquesimo anno di regno di Ramses II, giunse per Nefertari il tempo di effettuare il viaggio nella Duat per raggiungere i Campi di Iaru. Moriva così una grande Regina, moglie di un grande Re, ma per Ramses II una stella nel cielo notturno era più brillante delle altre. Nel prosieguo vedremo la tomba dove andò a riposare il suo corpo nella Valle delle Regine la QV66.

Fonti e bibliografia: 

  • Franco Cimmino, “Ramesse II il Grande”, Milano, Tascabili Bompiani, 2000,
  • Sergio Pernigotti, “L’Egitto di Ramesse II tra guerra e pace”, Brescia, Paideia Editrice, 2010
  • Kenneth Kitchen, “Il Faraone trionfante. Ramses II e il suo tempo”, Bari, Laterza, 1994,
  • Edda Bresciani, “Ramesse II”, Firenze, Giunti, 2012
  • Cyril Aldred, “I Faraoni: l’impero dei conquistatori”, Milano, Rizzoli, 2000
  • Sergio Donadoni, “Tebe”, Electa, 2002
  • Mario Tosi, “Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto”, Ananke, 2006
  • Manfred Claus, “Ramesse il Grande”, Roma, Salerno Editrice, 2011
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Bari, Laterza, 1990
  • Henry James, “Ramesse II”, Vercelli, White Star, 2002
  • Christian Leblanc, Alberto Siliotti, “Nefertari e la valle delle Regine”, Giunti, 1993
  • Elvira D’Amicone, “Nefer: la donna dell’Antico Egitto”, Federico Motta Editore, Milano, 2007
  • Claire Lalouette, “L’impero dei Ramses”, Roma, Newton & Compton, 2007
  • Anna Maria Donadoni Roveri, Alessandro Roccati, Enrica Leospo, “Nefertari. Regina d’Egitto”, La Rosa, 1999

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