C'era una volta l'Egitto, Nuovo Regno, XIX Dinastia

BAY – IL CANCELLIERE ONNIPOTENTE

Di Piero Cargnino

Vi chiederete perché voglio dedicare la mia attenzione ad una figura che passerebbe forse del tutto inosservata a coloro che seguono la storia egizia raccontata attraverso i grandi, o meno grandi, faraoni che hanno governato le Due Terre. Personalmente la trovo interessante anche perché arriva al crepuscolo di una grande dinastia, la XIX, alla quale seguiranno momenti meno esaltanti per l’Egitto e poi perché è comunque storia dell’Egitto.

Bay, Ramesse Khamenteru, anche Iarsu, funzionario già sotto i faraoni Merenptah ed Amenmesse, se non addirittura di Ramses II, sotto il regno di Siptah assurge ai più alti gradini della burocrazia egizia. Oggi diremmo “uno che si è fatto da se”, non si sa come, ma si era fatto da se. Come ci sia arrivato è tutto da vedere, potrebbe essergli tornata utile una probabile relazione con la madre di Siptah, una concubina di Seti II (o di Amenmesse) di origini cananee, la siriana Tia’a.

Le sue origini erano siriane, era un Hurrita, lo troviamo per la prima volta durante il regno di Seti II, dapprima come scriba e maggiordomo, posizione assai importante nell’antico Egitto. E’ probabile però che i primi incarichi gli siano stati affidati in precedenza da Merenptah o addirittura da Ramses II. Assunse una grande importanza, tanto da diventare un politico determinante sul finire della XIX dinastia al punto, come già detto in precedenza, da autodefinirsi:

Sicuramente dovette ricoprire un ruolo preminente a corte poiché in alcune raffigurazioni compare in piedi dietro al trono di Siptah, o dietro al sovrano mentre questi fa offerte ad Amon, una posizione mai occupata da un personaggio di origini non nobili. Una figura simile, chiamata Iarsu, viene descritta in questo periodo nel “Grande Papiro Harris” anche se nulla ci prova che si tratti della stessa persona. Bay potrebbe aver rivestito dapprima il ruolo di sacerdote, lo testimonierebbe una sua statuetta rinvenuta nel tempio di Eliopoli.

Sul finire del regno di Seti II divenne cancelliere assumendo un ruolo di primo piano anche nei confronti dell’ascesa al trono dell’adolescente Siptah. Acquisì un potere talmente elevato che, su vari monumenti del re, a dispetto di quanto prevedeva l’arte ufficiale egizia, che il faraone venisse ritratto in scala maggiore rispetto a ogni altro personaggio, con l’unica eccezione delle divinità, su numerosi monumenti compare con le stesse dimensioni del re.

Non solo, ma su alcune iscrizioni Bay si pone come colui che pose il re << sul trono di suo padre >> senza che venga specificato come e perché ciò sarebbe avvenuto. Durante il suo terzo anno di regno Siptah lo nominò responsabile del proprio culto personale. In tutta la storia egizia non incontriamo alcun personaggio, di stirpe plebea, che possa vantare un potere così elevato presso la corte di un faraone.

L’importanza raggiunta dovette essere tale che il faraone Seti II (ma più probabilmente Siptah) gli concessero di farsi costruire una tomba nella Valle dei Re (la KV13). Un privilegio decisamente inaudito mai concesso ad alcuno tanto meno ad un personaggio straniero. La sua tomba, come quella della regina Tausert (KV14) fa parte di un complesso di tre tombe, con quella di Siptah, solo che le loro sono copie più piccole di quella del re.

Su alcune tavolette emerse dagli scavi a Ras Shamre emerge una serie di scambi epistolari tra Ugarit e Bay dove quest’ultimo compare come << Capo delle guardie del Corpo del Grande Re, del Re d’Egitto >>.

In un primo momento si pensò che Bay avesse continuato nei suoi incarichi anche durante il regno della regina Tausert ma il recentissimo rinvenimento di un ostrakon, scoperto nel 2000 da Pierre Grandet e pubblicato su BIFAO (Bulletin de l’Institut Français d’Archéologie Orientale), col titolo “L’execution du chancelier Bay”, rivela una realtà del tutto diversa.

In effetti Bay venne giustiziato già nel quinto anno di regno di Siptah, sul recto dell’ostrakon è riportato un annuncio per gli operai che stavano lavorando alla sua tomba. Il testo recita:

Subito si provvide a cancellare il nome di Bay dalla tomba e lo stesso venne del tutto censurato forse ad opera dei successori, principalmente di Sethnakht che decisero che non doveva essere considerato alcun successore legittimo di Seti II, cosa che in parte aveva già fatto la regina Tausert che fece scalpellare i cartigli di Siptah. Questo ci induce a pensare che Bay dovette averla combinata proprio grossa, si raccontava che avesse avuto una tresca con la regina Tausert della quale fu anche amante. Secondo alcuni si tratta solo di ipotesi non confermate da alcun riscontro, non solo ma Bay venne giustiziato nel quinto anno del regno di Siptah, almeno due anni prima che Tausert ascendesse al trono.

Bay, ormai considerato traditore, non fu sepolto nella sua lussuosa tomba che venne usurpata parecchi anni dopo dal principe Montuherkhepshef, figlio di Ramses IX. Il “Papiro Harris” non è certo tenero nei confronti di Bay in quanto afferma che nel periodo in cui era in carica l’Egitto attraversò un periodo di caos durante il quale si negavano addirittura le offerte agli dei.

Il successore di Tausert, Sethnakht, primo re della XX dinastia, fece espellere dall’Egitto tutti gli asiatici che erano stati fatti arrivare da Bay i quali fuggendo abbandonarono molto oro, argento e rame che, nel frattempo, avevano rubato. L’editto di Sethnakht è riportato su di una stele sull’isola di Elefantina. E per finire torniamo a parlare di Esodo. Nei suoi Aegyptiaca Manetone racconta che, in questo periodo, un sacerdote di nome Osarseph guidò un numero imprecisato di lebbrosi asiatici fuori dall’Egitto, molti vedono in questo l’Esodo di Mosè. Secondo alcuni studiosi, Bay sarebbe il biblico Giuseppe mentre Osarseph potrebbe essere Mosè.

Sul cancelliere Bay vedi anche: IL GRAN CANCELLIERE D’EGITTO BAY

Fonti e bibliografia:

  • Pierre Grandet, “L’execution du chancelier Bay O. IFAO 1864”,  BIFAO 100, 2000
  • Federico Arborio Mella, “L’Egitto dei faraoni”, Milano, Mursia, 1976
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bologna, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Torino, Einaudi, 1997
  • Alfred Heuss e al., “I Propilei”. I, Verona, Mondadori, 1980
  • Università di Cambridge, “Storia Antica. II, 3. Il Medio Oriente e l’area Egea 1380-1000 a.C.”, Milano, Il Saggiatore, 1975

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