Di Grazia Musso

Sull’argomento, vedi anche IL SERAPEUM E I SUOI MISTERI
Il Serapeo è una catacomba, scavata nella roccia calcarea di Saqqara, che si svolge sotto terra per circa 300 metri, più le cappelle laterali.
La prima delle due gallerie di cui è composto è stata costruita a partire dal regno di Ramses II, durante la XIX Dinastia e utilizzata fino al regno di Psammetico, XXVI Dinastia.
La galleria più grande viene descritta da Mariette di fattura alquanto mediocre e povera di decorazioni rispetto alla galleria più recente, iniziata sotto il regno di Psammetico, che presenta spazi più larghi e maggiore cura nel realizzare il corridoio centrale e le cappelle laterali.

I sarcofagi ritrovati nella galleria principale sono monumentali, i loro pesi oscillano fra le settanta e cento tonnellate e il portarli e sistemarli nelle cappelle non deve essere stato facile.
Un sarcofago, datato al regno di Cambise, quindi portato nel Serapeum durante il periodo della satrapia Persiana è stato lasciato praticamente in mezzo al corridoio, oltre a questo sarcofago anche tre coperchi lasciati in mezzo ai corridoi apparentemente senza una spiegazione.

Oltre ciò, lo stesso Mariette, nel suo resoconto pubblicato ormai postumo nel 1882, ci fornisce un racconto di come lui stesso, con l’aiuto di alcuni uomini, affrontano un vero e proprio esperimento di Archeologia sperimentale, fornendone la spiegazione diretta del modo in cui si svolgeva almeno la parte finale della sistemazione dei sarcofagi.
Mariette segnala un dettaglio importante : le cappelle laterali, che si aprono sul corridoio principale, sono più basse di questi di un paio di metri circa.
Entrando nella cappella contenente il sarcofago, Mariette constatò che la stanza era stata riempita di sabbia, la quale ancora la occupava per circa 80-90 cm di altezza.
Il sarcofago si trovava sopra il livello del calpestio; l’archeologo francese realizzò quindi che la stanza doveva essere stata riempita totalmente di sabbia fino al livello della soglia della cappella.
Il sarcofago veniva fatto discendere poi al livello del suolo svuotando costantemente la camera stessa dalla sabbia, cosa che Mariette descrive di aver fatto con l’aiuto di quattro uomini nel giro di poco tempo.

La quasi totale mancanza di resti organici dei tori all’interno del Serapeum lascia perplessi gli studiosi che si sono divisi in merito a ciò che poteva essere fatto dell’animale una volta morto.
Si è suggerita l’ipotesi di un atto rituale di consumazione della carne del Toro Api deceduto, per cause naturali, da parte del re, mentre il resto veniva incenerito per essere utilizzato per la sepoltura.
Lo scavo del Serapeum ha inoltre fruttato molti reperti che attestano il culto del Toro Api proprio in quel luogo.
Fonte e fotografie
Il Serapeum di Saqqara : storia, Archeologia, falsi enigmi – Michela Tozzi, Formamentis.