Donne di potere

MERIT-NEITH o MERNEITH

Frammento di stele funeraria con il nome di Merit-Neith, oggi al Louvre.
H. cm. 34 – L. cm. 19
Numero di inventario E 21715
Credito fotografico © GrandPalaisRmn (museo del Louvre) / Franck Raux

Anche con riguardo al ruolo di Merit-Neith (Amata da Neith), così come per quello di Neithotep vi è incertezza: fu semplicemente regina o divenne faraone dopo il marito e prima del figlio?

Ella visse attorno al 3000 a. C. e riemerse dalle nebbie del passato grazie agli scavi effettuati nel 1900 da Flinders Petrie ad Abydos, nella necropoli di Umm El Qa’ab dove sorgevano le tombe dei sovrani della I e della II dinastia.

Accanto alle sepolture di Djet e di Den infatti l’egittologo scoprì una grande mastaba appartenuta ad un misterioso personaggio il cui nome era scolpito su due grandi stele, oggi al Museo del Cairo; in quella necropoli erano sepolti solo sovrani ed attorno alla mastaba sorgevano altre 41 piccole tombe sussidiarie presumibilmente appartenenti a cortigiani o servi, per cui inizialmente egli ritenne che il titolare fosse un re ancora sconosciuto di nome Merit-Neith (al maschile).

Impronta del sigillo cilindrico trovato nella tomba di Den e recante l’elenco dei re della I dinastia, compreso quello di Merneith, indicata con il titolo di Madre del re.

L’identificazione di Merit-Neith come donna e la sua corretta collocazione nell’albero genealogico dei monarchi della I dinastia si raggiunsero quando nella tomba di re Den venne rinvenuto un sigillo cilindrico che riporta tutti i nomi Horus dei re della I dinastia (Narmer, Hor-Aha, Djer, Djet e Den) e la cita come “madre del re, Merneith”.

Divenne così chiaro che il titolare della mastaba doveva essere la figlia di Djer e la Grande Sposa Reale di Djet, che forse l’associò al trono, e che, rimasta vedova, governò l’Egitto in proprio o come reggente del figlio Den, ancora troppo piccolo per regnare: in effetti portava titoli di “Prima tra le donne” e “Madre reale”.

esti della tomba di Merit Neith ad Abydos
Credito immagine: Ministero del Turismo e delle Antichità – a questo link:
https://www.heritagedaily.com/…/archaeological…/148768

In seguito si scoprì che ella è citata anche sulla Pietra di Palermo, che elenca i sovrani dalla I alla V dinastia e le loro madri (sebbene non si possa affermare che sia stata citata come regnante perché il frammento è danneggiato proprio nell’area in cui, forse, era inciso il titolo di “Madre del Re”) e su alcuni oggetti trovati nella tomba del re Djer a Umm el-Qa’ab; per contro non è menzionata negli elenchi dei re redatti del Nuovo Regno, forse perché aveva svolto semplicemente le veci del figlio.

A prescindere dal titolo formale, tuttavia, non v’è dubbio che ella rivestì un ruolo di grande rilievo, confermato da quanto emerso nel corso degli scavi che ancora adesso un team tedesco – austriaco – egiziano sta conducendo nel sito della tomba; gli archeologi Dott. Dietersh Rao e dott. Christiana Köhler hanno riferito di avere rinvenuto il frammento di un vaso di pietra con un’iscrizione dalla quale si evincerebbe che ella fu responsabile del tesoro statale.

Una delle due stele erette di fronte alla tomba di Merneith ad Abydos e recanti il suo nome. Ora al Museo Egizio del Cairo (JE 34450).
Immagine a questo link:
https://commons.wikimedia.org/…/Category:Stele_of…

LE DUE TOMBE DI MERNEITH

La mastaba di Merneith ad Umm el-Qaab (la cosiddetta “tomba Y”, che misura circa 16,5 x 14 metri) aveva le caratteristiche tipiche delle tombe del re, dei familiari e dei dignitari di corte; essa era una grande fossa rettangolare poco profonda scavata nella roccia e divisa in vari ambienti.

La mappa della necropoli di Umm el-Kaab. La tomba di Merneith è contrassegnata dalla lettera Y.
Le altre sono individuabili come segue: Tomba di Iry-Hor (B1-B2)
Tomba del re Ka (B7-B9)
I dinastia
Tomba di Narmer (B17-B18)
Tomba di Aha (B19-B15-B10)
Tomba di Djer (O)
Tomba di Djet (Z)
Tomba di Den (T)
Tomba di Anedjib (X)
Tomba di Semerhket (U)
Tomba di Qaa (Q)
II dinastia
Tomba di Peribsen (P)
https://commons.wikimedia.org/…/File:AbydosSatMap…

Quello centrale custodiva il sarcofago, le offerte ed il corredo funerario, mentre gli altri erano magazzini destinati ad ospitare le provviste per l’aldilà, di solito cibo e giare contenenti vino, che erano chiuse con sigilli di argilla e stivate in varie file.

La fossa era coperta da travi e assi di legno e da una sovrastruttura con le pareti “a facciata di palazzo” in mattoni di argilla e paglia tritata essiccati al sole, comprendente otto stanze ed una camera funeraria scavata ancora più in profondità.

Ricostruzione della tomba di Y di Abydos; si notano nella parte anteriore della costruzione le due stele con il nome della regina, mentre non è ben evidenziata la decorazione a facciata di palazzo; attorno al muro di cinta vi è la fila delle sepolture sussidiarie.
Immagine a questo link: https://melissaindenile.wordpress.com/…/women-crush…/

Dal momento che non sono stati rinvenuti resti umani, alcuni studiosi hanno ipotizzato che il complesso fosse un cenotafio rituale e che la tomba vera e propria sarebbe da identificare nella Mastaba S3503 rinvenuta a nord di Sakkara, nella necropoli arcaica composta da tombe della I e della II dinastia che alcuni attribuiscono ai sovrani, altri ai loro più alti funzionari in quanto quegli stessi re avevano un’altra tomba ad Abydos.

Ricostruzione della mastaba S3503 di Sakkara (dalla tavola pubblicate da WB Emery in “Great Tombs of the First Dynasty”, II, 1954, pl. XXXVIII).
Autore: Bakha (Franck Monnier)
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mastaba-S3503.jpg

Si tratta di un imponente edificio lungo 41 metri e largo 16 decorato a facciata di palazzo, con nove nicchie sui lati lunghi e tre sui lati corti, all’interno del quale si trovavano 21 magazzini crollati o incendiati già nell’antichità ed una sottostruttura di 14,25 per 4,5 metri scavata sotto il livello del suolo.

Al centro di essa si trovava la camera sepolcrale, che misurava 4,80 metri per 3,5 circondata sui quattro lati da altri quattro ambienti; al suo interno era custodito un grande sarcofago ligneo ormai quasi distrutto, che conteneva ossa umane appartenute ad un soggetto di sesso non identificabile, i resti di un banchetto funerario, vasi di ceramica, tracce di casse di legno e cesti intrecciati che in origine contenevano oggetti facenti parte del corredo funerario e frammenti di pali di legno che probabilmente servivano per montare un baldacchino o una tenda.

Pianta della tomba 3503 a Sakkara, circondata dalle sepolture sussidiarie, dal citato testo di Emery, a questo link: https://www.archaeologypodcastnetwork.com/tpm/02

La mastaba era circondata da un muro di cinta lungo i cui lati si trovavano una ventina di sepolture sussidiarie, verosimilmente destinate ai dipendenti della famiglia del re o ad artigiani di varie arti e mestieri, destinati, forse, a servire il loro re anche dopo la morte.

Queste tombe erano fosse nelle quali il corpo del defunto veniva deposto avvolto in teli di lino e con un corredo composto da vassoi con del cibo, da giare di vino e dagli strumenti del loro mestiere; le fosse venivano poi chiuse con assi di legno sulle quali veniva costruita una bassa sovrastruttura rettangolare in pietra.

Ancora più a nord è stata scoperta una struttura destinata a contenere una barca solare, stranamente edificata fuori terra.

Sebbene saccheggiata in tempi antichi, la tomba conteneva ancora molti recipienti di pietra recanti il nome di Den e di Djer, e impronte di sigilli nelle quali il serekh di Djer era alternato a quello di Merneith, che si distingueva da quelli reali perché è sormontato dall’emblema di Neith anziché da quello di Horus.

Il sito della tomba di Merneith è ancora oggi oggetto di indagine e di studio in quanto la documentazione prodotta e pubblicata da Petrie, pur pregevole con riguardo agli standard dell’epoca, oggi è considerata insufficiente; nel 1978 l’Istituto Archeologico Germanico vi avviò ulteriori scavi che continuano ancora oggi e nell’intento di approfondire la conoscenza di Merneith è nato il progetto interdisciplinare “Visualizzare una regina dell’antico Egitto” che si è posto l’obiettivo di scavare di nuovo il complesso tombale secondo standard moderni, di documentarlo archeologicamente e fotogrammetricamente e di analizzare con le metodiche più recenti i reperti recuperati in situ.

Sacrifici umani come parte del rituale di sepoltura di Merneith?

La pratica del sacrificio umano nel predinastico e durante la I dinastia è generalmente riconosciuta e trova riscontri archeologici precisi, che inducono a ritenere, in particolare, che i riti di sepoltura di un sovrano prevedessero l’uccisione di cortigiani e servi che lo avrebbero accompagnato nell’Aldilà, ottenendo quale premio la vita eterna, all’epoca ritenuta prerogativa solo del re e dei suoi familiari; le vittime venivano seppellite nelle piccole tombe sussidiarie scavate accanto alla mastaba reale, riportate alla luce in gran numero anche attorno all’ultima dimora di Merneith.

Pianta di Umm el Qaab: si notino le innumerevoli piccole tombe sussidiarie.
https://www.odysseyadventures.ca/art…/mastabas/abydos.html
Tomba di Djer ad Umm el Qaab.

Il team che si occupa degli scavi nel sito ha dimostrato tuttavia che queste ultime furono realizzate in diverse fasi costruttive e in un periodo di tempo relativamente lungo, per cui sarebbe da escludere che i soggetti ivi inumati siano deceduti contestualmente e quindi che nel corso dei riti funebri per la regina siano stati effettuati sacrifici umani.

La sepoltura accanto alla monarca sarebbe da interpretare come un onore riconosciuto per esserle stati fedeli in vita, consuetudine che si sarebbe affermata in modo definitivo durante la VI dinastia.

Un frammento dell’epoca di Aha con la la più antica testimonianza di sacrificio umano nell’antico Egitto.
Da Wilkinson, Egitto protodinastico.
Un frammento del regno di Djer che mostra l’uccisione di un uomo in un contesto apparentemente rituale (riga in alto, a destra).
Fonte: Wilkinson, Egitto protodinastico

Nelle immagini troverete il disegno dei due frammenti raffiguranti un sacrificio umano, la piantina di Umm el Qaab dalle quali emergono le tombe sussidiarie e l’immagine degli scavi delle tombe reali circondate da innumerevoli sepolture minori.

Sul nostro sito a questi due link troverete interessanti articoli di

Patrizia Burlini e Giuseppe Esposito sui sacrifici umani nell’antico Egitto:

I SACRIFICI UMANI NELLA I DINASTIA

SACRIFICI UMANI NELL’ANTICO EGITTO

Sulla nostra bacheca, invece, potrete leggere un post di Franck Monnier – condivisione a suo tempo autorizzata dall’autore -, a questo link: https://www.facebook.com/…/permalink/1101009914035712

FONTI CONSULTATE PER I POST SU MERNEITH:

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