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IL TEMPIO DI DEBOD (2)

Di Ivo Prezioso

Questo suggestivo tempionon si trova, come verrebbe naturale supporre, in Egitto bensì a Madrid. Siamo nel 1960. La costruzione della Grande Diga di Assuan, minacciava di sommergere i Templi della Bassa Nubia . L’UNESCO, in stretta collaborazione con i governi d’Egitto e Sudan, convocò la comunità internazionale affinché ci si adoperasse per il salvataggio di questo straordinario patrimonio storico e artistico, provvedendo allo smontaggio e alla traslazione in posizione sicura, rispetto all’innalzamento del livello delle acque. Il tempio di Debod, destinato a essere donato ad un Paese straniero per il sostegno al progetto di recupero, fu il primo a essere smantellato e le sue sezioni depositate sull’isola di Elefantina, ad Assuan. Nel 1968, il governo egiziano deliberò la sua donazione alla Spagna, per l’aiuto prestato nel salvataggio dei Templi di Abu Simbel. Due anni dopo, i blocchi furono trasferiti ad Alessandria dove furono imbarcati verso la nuova destinazione. La ricostruzione a Madrid ebbe inizio nel 1970 e nei mesi seguenti si provvide a impiantare giardini e realizzare degli stagni; furono montati i blocchi nubiani e ricostruite fedelmente le parti mancanti. Nel luglio del 1972, il tempio fu aperto al pubblico.

Le origini del Tempio sono da collocare tra il 195 e il 185 a.C., allorquando Adikhalamani, sovrano di Meroe, nell’odierno Sudan, fece costruire una cappella nella località nubiana di Debod, circa 25 Km. a sud della prima cataratta del Nilo. L’edificio, di pianta rettangolare con unico accesso sul lato orientale, era decorato con scene di offerte agli dei, distribuite su due registri, incise a rilievo e dipinte con colori vivaci. Della decorazione esterna, limitata alla porta di accesso, si conservano solo alcuni blocchi esposti, oggi, nella terrazza del Tempio. La cappella era dedicata a due divinità: Amon di Debod e Iside il cui santuario principale era situato sull’isola di Phile, 20 Km. a nord di Debod. Ad Adikhalamani viene attribuita una piramide nella necropoli reale di Meroe, tuttavia, a parte un frammento di stele ritrovata a Phile, la cappella del tempio di Debod costituisce fino ad oggi la principale testimonianza del regno di questo sovrano meroitico.

Secondo portale fatto costruire da Tolomeo VI nel 172 a. C. La cornice contiene iscrizioni in geroglifico e greco.

Nel 172 a.C. Tolomeo VI (180-145 a.C.) fece erigere il secondo portale del tempio, dedicandolo alla dea Iside. Probabilmente a questo unico monarca si deve anche l’ampliamento del tempio intorno alla cappella costruita da Adikhalamani qualche anno prima.

Sigillo con la titolatura di Adikhalamani

Così, la cappella fu convertita in una sala posta all’interno del nuovo edificio, tra il vestibolo ed il santuario. Rifacendosi alla pianta del vicino Tempio di Iside Phile, il nuovo tempio di Debod fu dotato, in aggiunta, di tre santuari nella parte posteriore , due vestiboli, magazzini e cripte. Una scala conduceva ad una terrazza che ospitava una cappella destinata, probabilmente, alla celebrazione di riti connessi alla resurrezione di Osiride. Il Tempio mantenne, durante questo periodo, la sua doppia consacrazione ad Amon di Debod e Iside, finché Tolomeo VIII (145-116 a.C.), fece costruire un naos per la dea, scomparso nel XIX secolo. Probabilmente fu Tolomeo XII (80-51 a.C.) a far erigere un altro naos, alquanto più piccolo, per Amon di Debod, attualmente esposto nel santuario principale del tempio.

Facciata del tempio ricostruita a Madrid. Fu decorata in epoca romana.

A seguito della conquista romana, avvenuta nel 30 a. C. e all’istituzione di una frontiera tra Egitto e Meroe, ebbe inizio un periodo di prosperità per la Bassa Nubia, durante il quale si eressero numerosi nuovi templi e si ampliarono quelli esistenti. Le installazioni romane nel tempio di Debod sono da attribuire essenzialmente ad Augusto ed erano distribuite nel vestibolo e nella facciata. Si tratta di rappresentazioni dell’imperatore nell’atto di porgere offerte agli dei Amon di Debod e Iside, nonché Osiride Mahesa, tra gli altri. Quest’ultimo dovette acquisire all’epoca una certa importanza a Debod, dove appare rappresentato in diverse occasioni sempre insieme ad Amon di Debod. L’imperatore Tiberio, successore di Augusto, continuò la decorazione del vestibolo ma questa andò distrutta nel XIX secolo. Il mammisi, il primo portale e, forse, il terzo, il più vicino al tempio, scomparso all’inizio del XX secolo, risalgono all’epoca romana, così come una via processionale e una terrazza sul fiume, che non furono salvate durante campagne del 1960.

Rappresentazione delle divinità Amon di Debod e Mahesa, nel muro postriore del tempio. Epoca romana.
Particolare della scena di offerte dell’imperatore romano Augusto di fronte agli dei Iside, Osiride, Amon di Debod, Mahesa e Thot di Pnubs
Particolare della scena di offerta del sovrano Adikhalamani alle divinità di Debod. Epoca meroitica

Fonte: La descrizione di questo tempio è stata ricavata dal libretto illustrativo fornito durante la visita al monumento.

Le foto notturne in alto sono state scattate alcuni giorni fa da mio figlio durante la visita al complesso.

Le immagini successive, corredate di didascalie sono estrapolate dal libretto illustrativo (mi scuso per la cattiva qualità).

Per chi volesse saperne di più su questo monumento consiglio di visitare la pagina https://mediterraneoantico.it/…/il-tempio-di-debod…/ che presenta una descrizione storica e artistica del monumento molto dettagliata.

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IL TEMPIO DI DEBOD

Di Francesco Alba

Il tempio di Debod – Fonte: Astelus “it.astelus.com

Il Tempio di Debod è il monumento più antico di Spagna costruito dalla mano dell’uomo. Ubicato in un sito panoramico a ovest della Plaza de España, giunse a Madrid nel 1968 come regalo del Governo Egiziano quale ricompensa per l’aiuto fornito dalla Spagna nel salvataggio dei templi nubiani.

L’edificio sacro si trovava in origine 15 kilometri a sud di Assuan, nella bassa Nubia. La cappella a camera singola dedicato al dio Amon fu eretta da Azekheramun, sovrano meroitico che regnò nella prima metà del terzo secolo a.C., sulle rovine di una struttura templare risalente al Nuovo Regno, presso l’antica Parembole.

Il tempio di Debod – Fonte: Wikimedia Commons

Il tempio fu costruito e decorato sulla base di un progetto similare relativo alla più recente cappella meroitica sulla quale è impostato il tempio di Dakka.

Successivamente, durante il regno di Tolomeo VI Filometore, Tolomeo VIII Evergete II e Tolomeo XII Aulete, esso fu esteso su tutti e quattro i lati per realizzare un tempietto (12 per 15 metri) dedicato a Iside di Philae. Alcune delle sue decorazioni risalgono all’epoca di Tiberio.

Planimetria del tempio di Debod (Fonte: D. Arnold. The Encyclopedia of Ancient Egyptian Architecture)

Partendo dalla banchina, una lunga via processionale conduce al muro di recinzione in pietra attraverso tre portali o piloni in blocchi lapidei ed infine, al tempio vero e proprio. Il pronao, che possedeva quattro colonne con capitelli compositi, crollò nel 1868 ed è andato perso. Dietro questo si trovava il santuario originale di Amon, la sala con la tavola per le offerte ed un più recente santuario con diverse camere laterali ed una scala che conduceva al tetto. Due naos in granito di Tolomeo VIII Evergete II e Tolomeo XIII erano ancora presenti nel santuario nel diciannovesimo secolo. Il tempio fu smantellato nel 1960 e ricostruito nel Parque de Rosales, al centro di Madrid, nel 1972.

Il tempio di Debod in una litografia di David Roberts (1838)

Il tempio di Debod è l’unico, dei quattro templi donati dall’Egitto a paesi stranieri, a trovarsi all’aria aperta, una condizione che lo ha purtroppo esposto, nell’ultimo cinquantennio, alle intemperie, alla contaminazione e al vandalismo.

I tre rimanenti templi di Ellesiya, Dendur e Taffa si trovano invece all’interno di strutture museali dedicate all’arte egizia, distribuite nel mondo. Il tempio di Ellesiya (Tuthmosi III – 1430 a.C.) è considerato una delle stelle del Museo Egizio di Torino e fu donato all’Italia nel 1965. Il tempio di Dendur (Epoca Romana – 15 a.C. circa) mostra i suoi rilievi raffiguranti Osiride e Horus presso il Metropolitan Museum of Art di New York. Il tempio di Taffa (Epoca Romana) fu concesso all’Olanda come riconoscimento per la preziosa opera dell’egittologo Adolf Klanses volta al salvataggio del patrimonio archeologico egiziano. Può essere ammirato presso il Museo Nazionale delle Antichità di Leiden.

Il tempio di Debod – Fonte: Astelus “it.astelus.com

Riferimenti:

  • M. Español. El Templo de Debod: un valioso y descuidado monumento regalado por los egipcios.
  • Egiptología 2.0 N.26 – Mayo de 2022
  • D. Arnold. The Encyclopedia of Ancient Egyptian Architecture. Princeton University Press. 2003