Materiali

I LAPISLAZZULI

A cura di Stefano Argelli

Lapislazzulo, bellissima pietra che gli Egizi ritenevano un purificatore dell’anima e della mente. Veniva polverizzato e mescolato con l’oro in un impasto che poi si posizionava sul cranio per purificare l’anima. É anche tra le pietre più usate in critalloterapia, pietra sacra anche nel Buddismo. Sembra sia efficace (per chi ci crede) per aiutare la concentrazione, abbassare la febbre, facilitare il sonno, più altre proprietà.

È un tipo di roccia metamorfica

Nome storico: dal persiano iazward o iajvard (azzurro) trasformato dagli arabi in lazulolazur, deriva dalla forma latina lapis (pietra) e lazulus (blu).

Inquadramento geologico: i depositi più famosi e sfruttati ininterrottamente da 6000 anni sono quelli della miniera di Sar-i-Sang nella provincia afgana del Badakhshan. Si tratta di rocce di età Aecheana (4000-2500 milioni di anni) costituite da rocce metamorfiche di alta temperatura e alta pressione.. per quanto riguarda la zona di estrazione, al momento non vi sono notizie certe di cave di lapis lazuli in territorio egiziano. Il materiale impiegato doveva pertanto provenire da paesi più o meno lontani.(Afghanistan, Pamir, Urali, Siberia) l’ipotesi più probabile è che arrivasse dalle miniere del Badakhshan situate nell’attuale Afghanistan. Citate anche da Marco Polo. Ne esistevano di di prima scelta ( quella usata dagli Egizi) e di seconda (quella usata per il colore) la prima scelta si é esaurita circa 30 anni fa.. principali impieghi: roccia nota fin dai tempi più antichi venne utilizzata per corredi funerari (tombe di Ur) o come perline per collane. Venne introdotta in Egitto dal IV millennio a.C. dove venne impiegata per la produzione di amuleti scarabei e gioielli. E’ anche presente nella maschera funeraria di Tutankhamon. Si diffuse poi in Grecia e a Creta fino a giungere agli Etruschi e ai Romani. In Europa questa pietra si diffuse a partire dal V secolo d.C. dove venne impiegata sia come pietra preziosa sia come pigmento naturale, il “blu oltremare” usato tra l’altro da Michelangelo nel giudizio universale. Treccani: il blu oltremare si otteneva dal lapislazzuli polverizzato leggermente arroventato, poi trattato con acido acetico diluito. Poi nel 1828 in Francia J.B.Guimet riuscì ad ottenerlo artificialmente, sistema ussto ancora ai giorni nostri.

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