Donne di potere

LA REGINA AHHOTEP

Di Grazia Musso

Ahhotep I è stata una regina della XVII Dinastia, figlia di Ta’o I e della regina Tetisheri. Il suo nome, che significa ” Possa la luna essere soddisfatta”, l’associa all’astro notturno, considerato l’occhio sinistro del cielo. Ella sposò il proprio fratello Sequenera Ta’o II, e alla morte del marito, caduto nella guerra contro gli Hyksos rimase accanto al suo popolo esortandolo a continuare la lotta sotto la guida del figlio Kamose, che prese le redini del potere e si mise a capo dell’esercito.

Cartigli di Seqenenra Ta’o (museo Egizio di Torino)

Quando anche quest’ultimo perse la vita in battaglia, dopo solo tre anni, la regina non si scoraggiò e continuò a essere un punto di riferimento indispensabile per i sudditi in qualità di reggente del figlio Ahmose, che era appena un bambino e che nel corso del suo regno, protrattisi per 25 anni, mise fino alla dominazione degli Hyksos riunificando il paese. Divenuto venuto re dell’Alto e Basso Egitto il giovane re ricordò la figura materna con una stele nel tempio di Karnak, con queste parole :

Una regina che si prese cura dell’Egitto e dei suoi soldati… che ha riportato indietro i fuggiaschi e che ha riunito i disertori; che ha pacificato l’Alto Egitto e ha espulso gli oppressori“.

Dopo la sua morte Ahhotep fu venerata con un culto appositamente dedicatole nel tempio di Edfu.La sua tomba fu rinvenuta nel 1858 dagli scavatori di Auguste Mariette, nella necropoli di Dra Abu el-Naga.

Sarcofago di Seqenenra Ta’o

” Il corredo funerario”. La sontuosa tomba della regina Ahhotep, voluta dal figlio Ahmose, conteneva ancora la cassa e i sarcofagi con ornamenti ed i gioielli che avevano accompagnato la regale mummia. La maggior parte degli oggetti recano il cartiglio dei suoi figli, i faraoni Kamose ed Ahmose, segno che si trattava di doni che essi fecero alla madre come riconoscimento per il suo coraggio e il supporto offerto nella guerra di liberazione. Si ricordano in particolare un modellino di nave in argento, e uno in oro massiccio, varie collane, uno splendido collare in oro, l’ascia cerimoniale, e le grandi mosche d’oro, una decorazione al valor militare che conferma il ruolo svolto dalla regina nella cacciata degli Hyksos e nella fondazione della nuova Dinastia.

Fonti: Antico Egitto di Maurizio Damiano. Enciclopedia Egitto della Fratelli Fabbri Editori. Autore Maurizio Damiano

IL PUGNALE DI AHHOTEP

Il manico è decorato da teste femminili (pomo) e di toro (attaccatura). La lama è ricoperta d’oro con una parte centrale finemente cesellata con i cartigli del figlio Ahmose. Dal sarcofago della regina Ahhotep, oro e lapislazzuli. Altezza 28,5 cm. Il Cairo, Museo Egizio, inventario JE 4666 

LA COLLANA DI AHHOTEP

Delle centinaia di elementi sparsi sul corpo della mummia solo alcuni sono stati assemblati per costituire la collana qui fotografata, ovviamente questa proposta di ricostruzione è ipotetica. Si vedono due teste di falco che fanno da chiusura del monile, e otto file di amuleti, fra cui cobra alati, uccelli, stelle, gatti, spirali, leoni che inseguono gazzelle, umbelle di papiro e foglie. Oro, larghezza, teste di falchi 5.5 cm. Il Cairo Museo Egizio.

Fonte: Antico Egitto di Maurizio Damiano.

IL SARCOFAGO DI AHHOTEP

Il sarcofago è simile a quello del re Kamose. Se ne differenzia per l’ampia parrucca che scende e termina sul petto con due riccioli alla maniera dell’acconciatura della dea Hator. Il sarcofago è del tipo rishi, ossia decorato con un motivo di piume, le ali protettrice del cobra e dell’avvoltoio divini. Da Dra Abu’l Naga, tomba di Ahhotep. Fine XVII – inizio XVIII Dinastia. Legno stuccato e dorato. Altezza 212 cm. Il Cairo Museo Egizio.

I PUGNALI “GEMELLI”

Anche questo pugnale appartenne alla regina Ahhotep e dovette avere un uso cerimoniale in quanto sarebbe stato molto scomodo da maneggiare in battaglia a causa dell’insolita impugnatura, che doveva essere tenuta nel palmo della mano con la lama che passa tra l’indice ed il medio. La lama è in bronzo, leggermente più spessa al centro e presenta ancora tracce del suo rivestimento originale in foglia d’oro; l’impugnatura è formata da due sottili piastre convesse d’argento attorno a un’anima di legno; il raccordo tra la lama e l’impugnatura è in oro, decorato con minuscoli granelli del medesimo materiale. L’arma è praticamente identica ad un’altra oggi custodito a Bruxelles, che fu realizzata probabilmente dalla stesso artigiano e che fu trovata legata al braccio della mummia del re Kamose, figlio di Ahhotep. Nelle foto, a sinistra il pugnale di Ahhotep, a destra quello di Kamose.

IL BATTELLO D’ORO

Un carro ligneo dalle ruote di bronzo portava due battelli, uno d’argento e uno d’oro (visibile nella fotografia). Quest’ultimo è del tipo fatto di giunchi o papiri con le estremità legate a formare due umbelle di papiro. A prua e a poppa si trovano due sedili con parapetto per il capitano, che si porta la mano alla bocca per dare ordini, e per il timoniere; il parapetto del posto di quest’ultimo reca il cartiglio di Kamose; una terza figura d’oro è al centro. I dodici rematori sono d’argento e più piccoli. I battelli delle tombe dovevano permettere ai defunti di viaggiare nell’aldilà. Barca: oro, argento, lunghezza 43,3 cm. Carro: legno e bronzo, lunghezza 20 cm. Museo Egizio del Cairo.

Fonte: Antico Egitto di Maurizio Damiano.

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3 pensieri su “LA REGINA AHHOTEP”

  1. A proposito del paragrafo “Pugnali gemelli”, è stato scritto che poteva trattarsi di armi “a uso cerimoniale” per la scomodità dell’impugnatura. Si fatto, l’impugnatura rappresentata è tutt’altro che scomoda. Esistono, infatti, fin dall’antichità pugnali “maneschi”, come il “jamadhar” indiano (“il dente della morte”), costituiti da una lama corta, in grado di portare potenti colpi di punta poiché l’appoggio è costituito proprio dal palmo della mano di cui il pugnale costituisce una sorta di prolungamento armato (si parla, infatti, anche di “daga a spinta”).
    Il pugnale rappresentato poteva perciò essere impiegato anche in battaglia vuoi come arma per uno scontro molto ravvicinato, vuoi come una sorta di “scudo” ed elemento difensivo del braccio non predominante generalmente armato di spada lunga (nel caso degli egizi, ad esempio, una “kopesh”).
    Hotepibre

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