Piramidi

NITOCRIS – LA PRIMA REGINA EGIZIA

A cura di Piero Cargnino

Prima di passare alla piramide di Micerino vi propongo un episodio del quale si è ancora incerti se trattasi di una sorta di miscellanea tra storia e mito contenuta in uno dei tanti racconti del nostro amico Manetone, ripresa in seguito dai suoi traduttori. E’ un racconto che si basa su alcuni elementi storici, poi arricchiti dalla fantasia dell’autore, riferiti proprio alla piramide di Micerino. Con la VI dinastia egizia, (2350-2190 a.C.), si accelerò il processo di disgregazione dell’amministrazione centrale. Alla sua estinzione il paese cadde in uno stato di caos e crisi che segnò la fine dell’Antico Regno. Il regno del penultimo faraone Pepi II, che durò moltissimi anni, (62 secondo il Papiro Regio di Torino e Manetone, che lo definiscono “il monarca con il regno più lungo della storia”), fu causa di una stagnazione del potere centrale a favore di una crescita dello strapotere dei nomarchi, (governatori locali). L’autorità centrale si indebolì ulteriormente col suo successore Merenra II il cui regno durò solo un anno. Secondo Erodoto Merenra venne spodestato ed ucciso da una congiura di palazzo organizzata da un gruppo di nobili. Pare che a succedergli al trono sia stata la “sorellastra” Nitokerty, (Nitocris per i greci).

Secondo Eratostene il nome Nitoktis significava “Atena è vittoriosa” e non era lontano dalla realtà. In lingua egizia Nitokris significava “Neit-iqeret”, traducibile con “Neith eccellente”, (Neith è il modello egizio dell’Atena greca). Ancora una volta la dea Neith è la protettrice di una donna importante.

Un testo di Eusebio di Cesarea, tratto dagli Aegyptiaka di Manetone, racconta: << Una donna, Nitokris, regnò; aveva più coraggio degli uomini della sua epoca ed era la più bella di tutte le donne, bionda, con le gote rosa. Si dice che abbia fatto costruire la terza piramide >>. Una tradizione vuole che vi sia stata sepolta ed il suo corpo abbia riposato in un sarcofago di basalto blu. Questa “terza piramide” viene identificata con quella di Micerino alla quale Nitokris prestò grande attenzione sino al punto da farla restaurare, in quale piramide è stata sepolta però rimane un mistero. Una bellezza similmente decantata ci porta agli altisonanti titoli delle regine dell’Antico Regno. <<………..Grande nell’amore, dal bel viso incantevole, dal fascino sovrano, che soddisfa la divinità con la sua bellezza, dalla voce bellissima, colei il cui profumo riempie il palazzo, la Signora delle Due Terre ……….>>. Una bellezza che supera quella della Regina d’Egitto, una bellezza che compete ad una Regina-faraone. Salita al trono Nitocris provvede a vendicare il fratellastro, racconta Erodoto nelle sue “Storie”: << Successe al trono del fratello, re Merenra II, che fu assassinato. Per vendicarlo, insieme ai colpevoli, fu pronta a uccidere numerose persone innocenti. Fece costruire delle spaziose e ricche stanze sottoterra, e con la scusa di inaugurarle, annunciò un enorme banchetto. Tra gli invitati c’erano tutti coloro che erano anche solo sospettati di aver partecipato all’omicidio del fratello. Al momento giusto, mentre tutti stavano festeggiando, fece deviare il corso del Nilo e allagare completamente i piani sotterranei annegando tutti i partecipanti…….>>. Subito dopo Nitocris si suicidò chiudendosi in una camera piena di cenere dove soffocò. Si tratta di un dramma orientale privo di alcun fondamento storico. Nitocris non compare in alcuna iscrizione originale dell’Egitto antico, non esistono suoi monumenti, secondo alcuni il nome che compare, praticamente illeggibile, nella lista reale di Abido sarebbe il suo. Anche nel Papiro Reale di Torino compare un nome similare, (Nt-iqurti), nella posizione della VI dinastia ma analisi microscopiche del Papiro suggeriscono che il brandello col nome sia stato collocato nella posizione sbagliata, in realtà apparterrebbe al faraone della VIII dinastia Netjerkara, chiamato anche Nitokerty Siptah.

Nitocris sarebbe quindi il primo sovrano egizio di sesso femminile tramandato dalle fonti antiche, greche ed ellenistiche; non si sa come potrebbe essere giunta al trono, se per matrimonio o assumendo direttamente le prerogative reali in quanto successore del fratello. Purtroppo non esistono testimonianze archeologiche che confermino la sua esistenza e quella del suo regno. Con lei finisce la VI dinastia, finisce anche l’Antico Regno, l’Età dell’Oro. Sarebbe però ingiusto attribuire a Nitocris la responsabilità della frattura che si produsse. In realtà la VI dinastia si era indebolita a poco a poco e, durante il lungo regno di Pepi II un’evoluzione negativa, difficile da cogliere data la scarsa documentazione, ha portato l’Egitto alla crisi. <<< In questi ultimi anni l’altopiano di Giza, ha molto sofferto, aggredito dalla città moderna e dall’inquinamento, deturpato da costruzioni aberranti, il sito sembra avere ormai perduto l’atmosfera magica e la serenità di un tempo. Eppure chi avesse la fortuna di passeggiare, vicino alla piramide di Micerino al tramonto, in una giornata tranquilla, potrebbe scorgere tra l’oro degli ultimi raggi di sole, una bellissima fanciulla nuda, il fantasma di Nitocris, anima incaricata di sorvegliare il monumento. Secondo la tradizione se si cede alle sue lusinghe, si impazzisce ma se la chiami per nome, se le si parla dell’età dell’oro, si può rimanere solo ammagliati da questa donna faraone. Dai capelli biondi e dalle guance rosa?……..>>>.

La storia di Nitocris però non finisce così, al suo riguardo i greci tessero numerose altre vicende nella quali la regina-faraone venne confusa con con una cortigiana di nome Rhodopis, “la signora dalla carnagione rosea”, che diventa l’oggetto delle storie di diversi narratori orientali. Un giorno vi racconterò anche la storia di Rhodopis.

Fonti e bibliografia:

  • Christian Jacq, “Le Donne dei Faraoni – Il mondo femminile dell’Antico Egitto”, Mondadori, 1997
  • Franco Cimmino, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Milano, Bompiani, 2003
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, traduzione di Ginetta Pignolo, Torino, Einaudi, 1997
  • Viviane Koenig, “Nitocris Reine d’Égypte”, Parigi, Hachette, 2010
  • Pierre Montlaur, “Nitocris”, Parigi, Albin Michel éditions, 1985
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, traduzione di Gabriella Scandone Matthiae, Bari, Editori Laterza, 2008)

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