Raffigurazione dal Libro dei Morti di Nestanebtasheru, noto come “Papiro Greenfield”. Ventunesima Dinastia, British Museum
A cura di Francesco Alba
Secondo uno dei più consolidati miti egizi, i primordi della creazione furono caratterizzati da una serie di eventi cosmici.
Shu (l’aria asciutta, datrice di vita, la luce del sole) e Tefnut (l’umidità, la rugiada mattutina) si separarono dal loro padre Atum, emerso dalle acque del Nun, formando la prima coppia che si congiunse nella prima unione sessuale fra maschio e femmina. Tefnut diede quindi alla luce un’altra coppia di divinità, un figlio, Geb (la Terra) e una figlia, Nut (il Cielo). Geb e Nut si strinsero l’un l’altra così ardentemente da non lasciare più alcuno spazio fra di loro per qualsiasi futuro essere vivente. Nut, pur avendo concepito dei figli non poteva (o non voleva) darli alla luce. Sembrava che Geb e Nut volessero quasi diventare una cosa sola, invertendo l’evoluzione del cosmo verso la diversità. Perché la creazione procedesse adeguatamente si rendeva dunque necessaria un’altra separazione e, nella sua nuova manifestazione quale datore di vita, Shu si fece carico di separare la coppia divina.
Secondo il capitolo 76 dei Testi dei Sarcofagi, Shu sollevò sua figlia Nut e pose Geb, suo figlio, sotto i suoi piedi. Questa immagine fu dettagliatamente raffigurata per la prima volta sui sarcofagi e sui papiri funerari alla fine del Nuovo Regno. Geb è mostrato in una posa scomposta sul fondo dell’immagine, talvolta ancora in uno stato di eccitazione sessuale. Shu sta in piedi con le braccia sollevate per sostenere il corpo arcuato di Nut, che tocca entrambi gli orizzonti con le mani e i piedi. La posizione delle braccia sollevate allude con evidenza al geroglifico col quale si scrive la parola “ka” (forza vitale o essenza vitale) che sottolinea il ruolo di Shu nel rendere possibile la vita.
Diversi altri esseri, incluse le entità note come divinità Heh, sono talvolta mostrate nell’atto di assistere Shu nel sostenere il cielo sopra la terra .E così furono fissati definitivamente i confini del mondo fisico: lo spazio superiore (Nut), l’atmosfera (Shu) e la terra (Geb), circondati dalle oscure acque primordiali del Nun. La separazione di Nut e Geb permise la nascita dei loro figli. Questi furono gli dei Osiride, Seth e Horo e le dee Iside e Nefti (alcune fonti non considerano Horo).
La tradizione religiosa risalente ai Testi delle Piramidi narra di Seth che uscì con violenza dal seno di sua madre. Seth era una divinità la cui natura lo metteva in relazione al caos; il giorno della sua nascita era considerato il giorno in cui il disordine e la discordia avevano fatto per la prima volta il loro ingresso nel mondo. Osiride, Seth, Iside e Nefti, insieme a Geb e Nut, Shu e Tefnut e Ra-Atum costituirono un gruppo di quattro generazioni di divinità noto come l’Enneade Eliopolitana o Grande Enneade.
Fonte: G. Pinch. Handbook of Egyptian Mythology ABC-CLIO – 2002