A cura di Grazia Musso
La grande sposa reale di Tutankhamon
Le informazioni certe sulla vita di Ankhesenemon sono pochissime a causa della damnatio memoriae che colpì la famiglia amarniana.
Ella era la terza figlia di Akhenaton e di Nefertiti, nacque ad Amarna attorno al 1348 a. C. e le fu imposto il nome di Ankhesenaton; con le sorelle Meritaton e Meketaten divenne “Principessa Senior” e come tale doveva adempiere a molti doveri ufficiali, sia civili che religiosi.
Forse fu data un sposa al proprio padre, e poi, a tredici anni di età, a Tutankhamon, che aveva appena otto anni, la loro unione non fu allietata dalla nascita di figli, anzi, nella tomba del giovane re furono trovati i feti di due bambine, probabilmente figlie della coppia.
Secondo alcuni studiosi ella sposò Ay, successore di Tutankhamon, per legittimare la sua ascesa al trono e rinforzare la sua posizione prendendo in moglie la regina restauratrice dell’antico culto; questa ipotesi tuttavia è stata ritenuta come poco verosimile in quanto nella sua tomba l’anziano faraone è rappresentato affiancato dalla moglie, che può essere solo la sua consorte principale Teye, in quanto il cartiglio nel quale era scritto il nome della regina, oggi illeggibile, risulta troppo piccolo per contenere il nome di Ankhesenemon, mentre conterrebbe perfettamente quello di Teye
Il matrimonio fra Ay e Ankhesenemon, inoltre, non ha riscontri al di fuori di un anello custodito a Berlino, sul quale i loro nomi sono affiancati, e la cui autenticità è oggetto di discussioni.
In Ankhesenemon alcuni individuano la regina egizia, chiamata dagli ittiti Dakhamunzu che, rimasta vedova, scrisse al re degli Ittiti Suppiluliuma I una lettera con cui chiedeva al sovrano straniero di inviarle uno dei suoi figli per sposarlo e renderlo re dell’Egitto. Eccone il passo principale :
” Mio marito è morto” scrive la regina, ” non ho figli. Si dice che tu ne abbia parecchi, se me ne mandi uno, ne farò mio sposo. Non sceglierei mai uno dei miei servitori come marito“.
Una copia della lettera è stata trovata in un archivio reale, nei pressi della moderna cittadina turca di Bigazkoy ( nel sito dell’antica capitale ittita Hattusa) in quelli che sono noti come gli Annali di Mursili II ( TA. VII – KBO2003), dal titolo: Gesta di Suppiluliuma narrate dal figlio Mursili).
Suppiluliuma pensò ad un tranello e mandò in Egitto un ambasciatore, Hattusa Zitis e la regina vedova confermò la sua richiesta :
“Perché hai Tu pensato ch’io Ti volessi ingannare? Se avessi avuto un figlio, sarei forse io ricorsa, a Mia vergogna, a un Paese straniero? Non ho scritto ad altri, solo a Te, dammi uno dei Tuoi figli, per me sarà solo un marito, ma per l’Egitto sarà Re“.
Il prescelto fu il principe Zannanzas che, però non giunse mai a destinazione, venendo, forse, assassinato durante il viaggio. L’identità della regina che scrisse queste lettere è incerta: oltre ad Ankhesenemon, sono state proposte come possibili autrici anche Nefertiti e Merytaton.
Non essendo giunto a destinazione il principe ittita, avrebbe preso il potere Ay, dopo aver organizzato le cerimonie funebri di Tutankhamon.
Nelle pitture parietali della camera sepolcrale di Tutankhamon, Ay è rappresentato come un sacerdote officiante il rito funebre mentre esegue la cerimonia dell’apertura della bocca per infondere nella mummia l’uso dei sensi; egli indossa già la corona blu kepresh, segno indiscutibile della sua ascesa al trono.
Non si conosce il destino di Ankhesenemon dopo il suo possibile matrimonio con l’anziano faraone Ay in quanto il suo nome scompare dalla storia; si può ipotizzare che sia morta, poco più che ventenne, durante il quadriennio di regno di Ay ( 1324 – 1319).
La sua tomba non è stata mai trovata, anche se da tempo il prof. Hawass la sta cercando a Tebe Ovest, nella Valle delle Scimmie.
Anche la tomba designata come KV63 e posta poco lontano da quella di Tutankhamon è stata individuata come possibile ultima dimora della giovane regina, il problema principale di quel sito è che non ha mummie, quindi il test del DNA è impossibile
Ma la tomba ha molti altri reperti che potrebbero portare alla conclusione che la regina Ankhesenemon fosse effettivamente sepolta lì.
La tomba contiene un sarcofago certamente appartenuto ad una donna, abiti tradizionali femminili, gioielli e frammenti di ceramica con l’iscrizione “Paaten”, l’unico personaggio reale conosciuto che portava quel nome era la sposa di Tutankhamon, il cui nome di nascita era Ankhesenpaaten
Un esame del DNA, annunciato nel 2010, ha portato inoltre ad ipotizzare che una delle mummie reali femminili individuata con il codice KV21A appartenesse alla regina Ankhesenemon.
La regina è ritratta in molti oggetti trovati nella tomba del marito, sempre in atteggiamenti affettuosi che sottolineano la sua importanza come Grande Sposa Reale.
Le scene in cui compare non sono semplici dimostrazioni del suo fascino: i testi geroglifici la definiscono ” la grande maga” che, con i suoi atti rituali, trasmette al sovrano l’energia necessaria per regnare

L’attività sportiva, e in particolare il tiro con l’arco, rappresenta uno dei topoi del repertorio di immagini dei monumenti regali del Nuovo Regno.
Questo esempio proviene da un lato del cofanetto di Tutankhamon e ritrae la regina Ankhesenamon ai piedi del faraone che si appresta a scoccare una freccia.
(Museo Egizio del Cairo)
Fonti:
- https://www.vanillamagazine.it/la-misteriosa-vita-di…/ di Matteo Rubboli
- http://historicaleve.com/the-life-of-queen-ankesenamon…/
- Le regine dell’antico Egitto a cura di Rosanna Pirelli
- Le donne dei faraoni di Christian Jacq.
IL PICCOLO SACRARIO D’ORO

Altezza cm 50,5, larghezza cm 26,5, profondità cm 32.
Carter 108
Il sacrario ha una forma rettangolare, con un tettuccio digradante dalla parte anteriore a quella posteriore.
È fatto di pannelli di legno coperti da uno spesso strato di gesso, nel quale sono modellate numerose figure e complesse scene, il tutto ricoperto da una finissima lamina d’oro.
Nella parte frontale si trovano due ante che si aprono verso l’esterno, chiuse da due chiavistelli che passano attraverso alcuni anelli metallici. Il sacrario poggia su una slitta in legno rivestita d’argento.
L’aspetto più interessante è la sua decorazione, si tratta di una meravigliosa testimonianza del profondo amore che univa Tutankhamon alla moglie Ankhesenamon.I pannelli del sacrario ospitano raffigurazioni della coppia reale, ritratta con vestiti di diverse fogge e in varie situazioni.
In alcune scene i due sposi sono rappresentanti mentre si prendono cura l’uno dell’altra, mentre in altre il re è raffigurato mentre compie varie attività in compagnia della regina.



Molte di queste raffigurazioni hanno una sfumatura di carattere sessuale: le anatre nelle paludi, per esempio, sono simboli erotici, così come i fiori di loto, gli oli, le collane che la regina offre al consorte.
La sessualità si legava profondamente ai concetti di rigenerazione e resurrezione, così che il sacrario diventava uno strumento per garantire ad Tutankamon e Ankhesenamon la vita eterna.
Fonte : Tutankhamon, I tesori della tomba – Zahi Hawass – fotografie di Sandro Vannini – Einaudi
LE IMMAGINI DELLA COPPIA REALE
A cura di Patrizia Burlini
Tutankhamon e Ankhesenamon sullo schienale del trono. Museo egizio del Cairo Tutankhamon e Ankhesenamon rappresentati sul coperchio di un cofanetto in avorio. Museo egizio del Cairo Le statue di Tutankhamon e Ankhesenamon a Luxor, rappresentati come Amon-Ra e Mut. Ankhesenamon e Tutankhamon nel naos d’oro appartenente al corredo funerario di Tutankhamon Tutankhamon e Ankhesenamon nel naos d’oro Altro ritratto della coppia reale Ankhesenamon e Tutankhamon


Si ritiene che questa testa, conservata al Brooklyn Museum , appartenga a Ankhesenamon o Tutankhamon
