A cura di Luisa Bovitutti
Nehebkau è un enorme serpente con braccia e gambe umane, talvolta rappresentato anche con le ali, che regge due recipienti o l’occhio di Horus, oppure con un corpo umano e testa di serpente, o ancora con due teste.
Il fatto di essere bicefalo implica una doppia personalità di Nehebkau: è buono e protettivo, ma sa anche essere davvero feroce, e solo Atum riesce a tenerlo a bada, premendogli un dito lungo la colonna vertebrale.
A sinistra: amuleto – epoca tarda – Museo di Chicago; a destra – amuleto in oro – epoca tarda – MET New York
Secondo un mito era il figlio della dea scorpione Serqet; un altro invece lo definisce figlio del dio della terra Geb e di Renenutet, la dea che dava il rn – il vero nome – ad ogni bambino quando nasceva.
Prima della creazione esso nuotava nelle acque del Nun con gli altri dei primordiali, vivendo nel caos, ed era considerato un’entità malvagia; in seguito venne associato all’Aldilà e considerato guardiano della Duat; egli faceva parte del gruppo di quarantadue personaggi che nella sala di Ma’at giudicavano i defunti dopo la morte e forniva loro il ka.

Inoltre era una divinità imprescindibile nei riti di incoronazione in quanto aveva il compito di annunciare agli dei l’ascesa al trono di un nuovo monarca.
Non aveva un proprio culto, ma veniva invocato con incantesimi magici per ottenere protezione e cura contro i morsi di serpente e di altri animali velenosi e per assistere il faraone ed i defunti giustificati nell’Aldilà, offrendo loro cibo ed una bevanda conosciuta come “Latte della Luce” contenuta nei due recipienti che talvolta tiene in mano.
Nella tarda mitologia heliopolitana veniva considerato uno degli accompagnatori del dio Ra nel suo viaggio notturno attraverso gli inferi.
La sua festa era ampiamente celebrata in tutto il Medio e il Nuovo Regno
In alto: papiro – Neues museum – Berlino – foto di Hans Ollermann; in basso : Libro dei morti di Henuttawi – XIX din. – British museum
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