IL DEPOSITO DI IMBALSAMAZIONE DELLA KV54
A cura di Luisa Bovitutti
Tutankhamon aveva lasciato nella storia solo una labile traccia, ma già nel XIX secolo gli egittologi erano in caccia della sua sepoltura, che si presumeva trovarsi nella Valle dei Re, dove erano state rinvenute una tazza di ceramica con il suo cartiglio ed una piccola fossa contenente frammenti di foglia d’oro col nome del re e della sua sposa Ankhesenamon.
Nel 1902 Theodore Monroe Davis, ricco uomo d’affari statunitense, ottenne la concessione per scavare nella Valle e cinque anni dopo Edward Russel Ayrton, che lavorava per conto del magnate americano rinvenne vicino all’ipogeo di Sethi I la tomba KV54, un semplice pozzo rettangolare profondo poco più di un metro nel quale si trovavano una dozzina di grandi giare sigillate contenenti ceramiche, piatti, sacchetti di natron, ossa animali, collari di fiori, cordame di papiro e stoffe di lino.


A sinistra il famoso lino e a destra un sigillo, entrambi recanti il cartiglio del Re
Davis poté tenere sei delle giare con il loro contenuto (che donò al Metropolitan Museum of Art di New York, dove sono esposte ancora oggi), perché i reperti furono considerati di scarso valore; uno dei lini, tuttavia, recava una scritta in ieratico ed un cartiglio di importanza fondamentale: Il buon dio, Signore delle Due Terre, Neb-kheperu-ra, amato da Min. Lino dell’anno 6.



Una giara, al centro una brocca e a destra un sacchetto di natron provenienti dal deposito
Davis, precipitoso, dichiarò alla stampa che il pozzo da lui rinvenuto era la tomba di Tutankhamon (Neb-kheperu-ra era il suo prenome), nel 1912 pubblicò un libro sulla scoperta, intitolato “Le tombe di Harmhabi (Horemheb) e Touatankhamanou (Tutankhamon)” e dichiarò che la Valle dei Re, dove peraltro aveva fatto importanti scoperte quali le tombe di Thutmosis IV, Thutmosis I e Hatshepsut e Yuya e Tuya, ormai non aveva più nulla da offrire sotto il profilo della ricerca egittologica.
In realtà il pozzo era un deposito nel quale erano stati riposti i materiali avanzati dopo il funerale di Tut e la chiusura della tomba, quindi i residui dell’imbalsamazione, le corone indossate dalle prefiche, i resti del banchetto funebre, i collari floreali.
Si è anche ipotizzato che antichi predatori avessero arraffato a caso questi materiali nella tomba (che in altre sepolture furono rinvenuti ordinatamente imballati in giare poste all’ingresso) e li avessero spostati nella KV54 per dividerseli con calma, portando via solo gli oli e le essenze preziose e lasciando in loco il resto, oppure ancora che fossero stati tolti dal corridoio d’ingresso della tomba dopo la prima effrazione e seppelliti nella KV54.
Fortunatamente Howard Carter non rinunciò al sogno di trovare la tomba, che si realizzò nel 1922.








Una serie di altri oggetti trovati nel deposito
FONTI:
https://egyptophile.blogspot.com/…/des-colliers-de…