A cura di Andrea Petta
Come abbiamo visto, il sarcofago e le bare di Tutankhamon erano protetti da ben quattro sacrari, uno dentro l’altro come scatole cinesi, in legno dorato. Sono costruiti in legno gessato e dorato; ognuno di essi ha una doppia porta a battente chiusa da perni in ebano che scorrevano in occhielli d’argento e da una chiusura in corda con sigillo in creta (dal secondo sacrario rimasti intatti). Il quarto sacrario, il più interno, non aveva sigillo.

Furono montati nella tomba ovviamente al rovescio, dall’interno verso l’esterno intorno al sarcofago, e in direzione invertita: le porte, che dovevano rivolgersi ad ovest, si aprivano invece verso est. Molti pezzi furono inoltre montati in modo sbagliato: lo sappiamo perché gli artigiani che avevano realizzato i pezzi dei sacrari avevano scritto su di essi le istruzioni su come montarli, istruzioni a volte ignorate dagli operai nella tomba. Il secondo sacrario porta i segni delle martellate date per cercare di incastrare i pezzi “sbagliati”, che hanno danneggiato il decoro esterno. Secondo alcuni studiosi sarebbe la prova di un’usurpazione dei sacrari o che questi avrebbero dovuto essere montati in un’altra tomba, più ampia, ed adattati alla KV62.
L’impresa di estrarli dalla tomba fu titanica, e richiese quasi tre mesi di tempo. Alcuni pezzi pesavano centinaia di chili; il legno, asciugandosi, tendeva a perdere la doratura superficiale. Furono necessari 500 chili di cera di paraffina e due anni di tempo per stabilizzarli e trasportarli al Cairo.
Lungi dall’essere solo “scatole, questi quattro sacrari presentano delle complesse incisioni ed iscrizioni di significato esoterico, non ancora de tutto chiarite. I testi sono scritti a partire dal quarto sacrario, quello più interno e vicino al corpo del defunto Faraone, via via verso il primo, il più esterno.
Sono oggetti meravigliosi nella loro importanza religiosa, che meritano di essere approfonditi