Arti e mestieri

GLI ANELLI-SIGILLO

A cura di Luisa Bovitutti

L’anello era per gli Egizi un oggetto particolarmente significativo, in quanto è un cerchio senza principio e senza fine e rappresentava l’eternità intesa come incessante flusso del tempo; il suo uso si affermò nel corso della III dinastia ed in breve divenne il supporto ideale per i sigilli, che, come si è visto, avevano una valenza sfaccettata.

Esso infatti poteva portare inciso un ankh, un pilastro djed, uno scarabeo, un occhio di Ra, un falco o addirittura scorpioni e vipere, ed allora veniva utilizzato come amuleto contro le forze ostili e misteriose che minacciavano l’uomo.

I sovrani e gli esponenti del clero usavano portare anelli con l’immagine di una divinità per essere protetti, proprio come ancora oggi si fa con le medagliette sacre o crocifissi.

Il Faraone, gli alti sacerdoti ed i nobili indossavano pesanti anelli in oro con il sigillo del proprio nome, come segno distintivo della loro posizione sociale e della propria ricchezza e come si è già visto se ne servivano per apporre la propria firma con un’impronta sulle tavolette e sui papiri.

Il sovrano era solito distribuire anelli con il proprio nome ai più fedeli collaboratori, tant’è che nella Bibbia, in Genesi 41-42, si legge che il Faraone diede a Giuseppe uno di questi anelli come simbolo del potere e del suo favore:

“Preso l’anello con sigillo dalla sua mano, il Faraone lo mise sulla mano di Giuseppe; lo mise in abiti di lino fino e gli mise al collo una catena d’oro”.

Il marito egizio lo metteva al dito della moglie come attestazione di fiducia, affidandole così la custodia della casa e dei suoi beni, e pare che questa usanza abbia poi dato origine agli odierni anelli matrimoniali.

L’ANELLO-SIGILLO DI HOREMHEB

Molti anelli sigillo sono pervenuti fino a noi, recanti il nome dei più grandi faraoni della storia: oggi vi mostro quello di Horemheb, custodito al Louvre.

Si tratta di un anello in oro massiccio che misura 3,85 cm di diametro, il che indica che non era stato progettato per essere indossato ma, più verosimilmente, per essere usato come sigillo ufficiale.

Esso ha un castone a quattro facce che possono ruotare, sulle quali compaiono il cartiglio con il nome di incoronazione del re (Djeser-kheperu-re Setep-en-re), un leone maestoso, simbolo del potere reale, insieme ai geroglifici “Neb khepesh”, che significa “Signore della forza”, un coccodrillo e uno scorpione, che, come si è detto, secondo gli egizi avevano qualità apotropaiche.

LE DUE FACCE DELL’ANELLO DI ASHBOURNHAM

Questo anello in oro, esposto al British Museum fu rinvenuto a Sakkara ed ha una lunetta girevole rettangolare che reca inciso su di una faccia il prenome di Thutmosis III ed altri epiteti: “Menkhperra amato da Ptah dal bel viso”, sull’altra il “nome delle due signore” del re: “Grande del terrore in tutte le terre”.Esso è noto come “anello di Ashburnham” e faceva parte del corredo funerario del generale Djehuty, la cui tomba fu scoperta nel 1820 a Saqqara e della quale parleremo in seguito.

https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA71492

ANELLO DI CHEOPE

Questo anello in oro puro a più di ventuno carati, esposto al museo di Brooklin, reca il cartiglio di Cheope, per cui in passato si credeva che fosse il sigillo del costruttore della Grande Piramide.

La traduzione completa dei geroglifici incisi sulla lunetta, peraltro, chiarisce che in realtà apparteneva ad un sacerdote di nome Neferibre, addetto al culto di Iside e di Cheope divinizzato, che visse nel periodo tardo, sotto la XXVI o XXVII dinastia.https://www.brooklynmuseum.org/opencollection/objects/4094

ANELLO DI SHESHONQ

Questo massiccio anello d’oro (la lunetta è lunga ben 3,40 cm.), ritrovato a Tebe e custodito al British museum, risale al 575 a. C. circa ed ha la forma che nel Periodo Tardo sostituì quasi del tutto il precedente tipo fuso in un unico blocco, in quanto la lunetta stata realizzata separatamente e poi saldata all’anello vero e proprio.
Essa è incisa con il nome di Sheshonq e con il suo titolo “Sovrintendente capo della divina adoratrice” e, oltre che per sigillare documenti e oggetti, serviva per mostrare lo status e la ricchezza del proprietario.
Il nome Sheshonq appartenne a diversi faraoni di origine libica, ma divenne popolare anche tra gli egizi. Le fonti ci hanno restituito la memoria di due uomini con quel nome, che furono entrambi assistenti della divina adoratrice, ma le informazioni limitate su questo anello non permettono di stabilire se appartenne al più noto dei due, titolare di un’imponente tomba nell’Assasif a Tebe, che operò nella prima metà del VI secolo a. C. con la divina adoratrice Ankhnesneferibre, figlia di Psammetico II, oppure al suo omonimo, che visse nella seconda metà dello stesso secolo.
https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA68868

ANELLO DI AKHENATON

Questo anello in oro, oggi conservato al British Museum, venne realizzato con il metodo della cera persa; la lunetta è incisa con il nome di intronizzazione di Akhenaton (Neferkheperure Waenre) e con un rebus scritto in modo incompleto che significa “tutto l’Egitto è in adorazione” (del nome).
Il curatore del museo evidenzia che esso è stato quasi certamente indossato e utilizzato dallo stesso Akhenaton, che aveva concentrato nelle sue mani i poteri che in passato il faraone era solito delegare ad alti funzionari, affidando loro il proprio sigillo perché potessero agire in suo nome e per suo conto.
https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA37644

ANELLO DI AMENHOTEP II

Questo anello in oro massiccio reca un cartiglio con il nome di Amenhotep II affiancato dagli dei del Nilo.

https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA54549ha

ANELLO CON UN FARAONE BAMBINO ACCOVACCIATO

Questo anello in oro massiccio è inciso con la rappresentazione stilizzata di un bambino-re accovacciato (riconoscibile dalla treccia dell’infanzia), che indossa un indumento a piccole pieghe ed un alto copricapo adornato con un ureo.

Egli siede sopra i segni geroglifici di “Signore delle due terre” e ha in mano una grande piuma, simbolo di Maat; sopra di lui c’è un disco solare.

La descrizione del sito del British segnala anche un flabello Shu dietro di lui, un segno ankh davanti, e due cobra affiancati al disco solare, ma sinceramente io non riesco a vederli!

I fianchi larghi di questa figura suggeriscono lo stile di Akhenaton, che forse è il sovrano qui rappresentato.

Il curatore del museo evidenzia che l’immagine del re da bambino sottolineava il suo ruolo nel ciclo di rigenerazione e rinascita come figlio degli dei. Questo simbolismo era particolarmente importante alla fine della XVIII dinastia, sotto Amenhotep III, Akhenaton e Tutankhamon.

https://www.britishmuseum.org/collection/object/Y_EA32723

ANELLO CON IL CARTIGLIO DI TUTANKHAMON

Questo anello con sigillo orizzontale venne indossato per lungo tempo, tant’è che mostra segni di usura. È iscritto al centro con il prenome di Tutankhamon, Neb-kheperu-re, che reca sulla destra e sulla sinistra degli epiteti: “amato di Amon”, “signore dell’eternità”.

Il disco solare nella parola “eternità” appare con il segno pendente che significa “vita”, secondo una grafia comune durante il regno di Akhenaton.

L’ANELLO DI RAMSES II

Questo anello sigillo d’oro, custodito nel Museo statale di arte egizia di Monaco di Baviera (SMAEK) reca il prenome di Ramses: “È il dio del sole Re che lo ha dato alla luce, amato da Amon” ed è l’unico anello sigillo d’oro del grande faraone ad essere giunto fino a noi.

Il grande diametro suggerisce che fosse indossato sopra un guanto in lino come quello trovato nella tomba di Tutankhamon, che il re indossava quando teneva le redini guidando il carro o tirava con l’arco.

https://www.bavarikon.de/…/bav:SMA-OBJ-0000000000000013…

ANELLO DI AMENHOTEP II

Questo anello in oro massiccio ha una lunetta rettangolare girevole incisa su un lato con il nome del trono del faraone Amenhotep II e con gli epiteti: “il dio perfetto, figlio di Amon, potente signore” e sull’altro con gli epiteti: “colui che combatte contro centinaia di migliaia, figlio di Ra, Amenhotep, sovrano divino di Eliopoli”.

Apparteneva in origine alla collezione di manufatti egizi raccolta da Henry Salt durante la sua permanenza al Cairo come console generale britannico, protrattasi tra il 1815 ed il 1824; fu scoperto da Salt in una tomba memfita e la mummia che lo indossava fu venduta al re d’Olanda, che la espose al Museo Reale.

https://www.liverpoolmuseums.org.uk/…/signet-ring-of…

ANELLO DELLA REGINA AHHOTEP

Questo anello con sigillo in oro, ora al Louvre, apparteneva alla regina Ahhotep, vissuta tra il 1570 e il 1540 a.C. e considerata la madre della XVIII dinastia.

Esso misura quasi 2,5 cm di larghezza. La lunetta è incisa con i segni geroglifici del suo nome, che significa “La luna è soddisfatta”.

http://historiarrc.blogspot.com/…/06/anillos-egipcios.html

ANELLO DI SA-NEITH

Questo anello sigillo in oro, ora al museo di Barcellona, risale alla XXVI dinastia ed apparteneva a un importante sacerdote di nome Sa-Neith, che si fregiava dei seguenti titoli: “Profeta e padre divino”, “Direttore delle cappelle (della dea Neith)”, “Sacerdote di Horus”, “Colui i cui due diademi sono grandi”, “Sacerdote wen-ra di Ptah, che lo ama”, “Signore della città di Letópolis”, nel delta del Nilo, che forse era la sua città di origine.

https://www.museuegipci.com/ca/la-colleccio/la-joieria/

ANELLO DI AKHENATON E NEFERTITI

Questo anello in oro del diametro di cm. 2,5 è stato trovato ad Amarna ed è esposto al MET di New York.

Le due figure sedute sulla lunetta sono probabilmente Akhenaton (a sinistra) e Nefertiti (a destra) raffigurati come le divinità Shu (aria come indicato dalla piuma che tiene in mano) e Tefnut (umidità), padre e madre della terra e del cielo, simbolicamente rappresentati dal geroglifico che indica la terra, sul quale sono appoggiati e dal disco solare affiancato da due cobra sacri sopra di essi.

https://www.metmuseum.org/art/collection/search/544679

Oltre alle fonti già citate, per la redazione del post ho consultato i seguenti link:

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