Luce tra le ombre

IL RAZZO DEL TEMPIO MINERARIO DI KUSH

A cura di Ivo Prezioso

Nell’aprile del 2001, la rivista Hera pubblica un articolo in esclusiva mondiale, a cura di un certo Michele D’Arcangelo. Si tratta del racconto di un viaggio esplorativo fatto da un noto archeologo ed egittologo italiano non meglio identificato. Descrivendo questo viaggio, svoltosi nel 1997, ci informa che lo studioso fu condotto nei pressi di un’antica miniera aurifera della Nubia, nell’attuale Sudan per visitare un tempio sotterraneo. Il racconto della visita è questo:

Dopo una trentina di metri raggiungemmo una grotta. Le pareti dell’ipogeo erano dipinte con scene mitologiche e figure di Per-‘aow (faraoni) della XII dinastia… Poco dopo sbucammo in un pianerottolo ingombro di oggetti che avrebbero fatto la gioia di qualunque museo, invece erano lì e chissà per quanti decenni ancora ci sarebbero rimasti… Il corridoio finiva in uno stanzone con molte camere ai lati: le dimore dei sacerdoti del Tempio sotterraneo. Un’arcata separava quella cavità da un’ampia sala colonnata con nel mezzo le statue in trono, scolpite nel granito nero, Wsir (Osiride), Aset (Iside) e Hor (Horus). Era quanto di più sorprendente mi fosse capitato di vedere nella mia carriera di archeologo. La realtà superava ogni più fervida fantasia e migliaia d’anni di buio storico sulle origini della civiltà, si schiarivano d’incanto… Bastava quel rilievo per dimostrare inconfutabilmente che l’uomo non si era evoluto da solo ma che qualcuno lo aveva preso per mano e gli aveva insegnato ciò che non poteva sapere?

Ecco cosa avrebbe visto e fotografato l’illustre archeologo.

Straordinario!

Nel riquadro centrale è chiaramente visibile un oggetto che ha tutta l’aria di rappresentare un razzo e alla sua destra sono chiaramente visibili due omini.

L’articolo destò notevole scalpore e trovò una serie di sostenitori, non ultimo Mauro Biglino, un fecondo autore, divulgatore di teorie ufologiche, che ne riporta una riproduzione nel suo volume “ Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia” .

Biglino scrive:

2150 a.C. Nel Medio Regno egizio (2160-1785 a.C.) viene edificato in Nubia il tempio minerario di Kush, che contiene una raffigurazione di una probabile navicella in volo e quella di un missile a terra, con due individui rappresentati di fronte e non vestiti come gli Egizi (paiono avere un abito composto da un solo elemento che ricopre tutto il corpo).”

La realtà è ben diversa: l’immagine pubblicata dalla rivista Hera non è mai esistita, ma è frutto di una manipolazione grafica. Il rilievo originale è ancora oggi visibilissimo a Saqqara, nella tomba di Nefer e Kahay, risalente alla VI Dinastia: ovviamente non raffigura nessun razzo, né omini alieni.

In compenso dimostra come con un abile fotomontaggio, un racconto avventuroso ambientato in un sito indeterminato possa condizionare l’opinione pubblica; e siamo in un’epoca in cui l’informatica non aveva ancora raggiunto gli straordinari livelli di diffusione moderna. Pensate oggi con la propagazione e la velocità dello scambio di informazioni offerte dalla rete, gli straordinari risultati che permettono i programmi di fotoritocco, quanto sia più facile diffondere notizie ingannevoli!

Fonte: sito internet guardo, penso e dico wordpress.com

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