A cura di Andrea Petta

Oro, lapislazzuli, cornalina e pasta vitrea, diametro esterno 7 cm, altezza 4 cm, Museo Egizio del Cairo JE 72184
Questa meravigliosa coppia di bracciali, anch’essi rinvenuti sulla mummia di Sheshonq II, apparteneva invece a Sheshonq I, un’altra testimonianza secondo diversi studiosi della diretta discendenza di Sheshonq II dal suo predecessore.
Ogni bracciale è composto da due lamine curve in oro massiccio decorate con pasta di vetro e pietre dure. Le lamine sono unite da due cerniere munite di un perno che permette l’apertura del bracciale.
I due bracciali sono identici tranne la rappresentazione dell’occhio udjat da destra su un bracciale e da sinistra sull’altro. Ogni occhio udjat è appoggiato su una cesta “neb” (potere) a simboleggiare eterna protezione per il re.

All’interno dei bracciali sono visibili i cartigli del re, mentre all’esterno corrono lungo la superficie strisce verticali, realizzate in oro e lapislazzuli. L’occhio è formato da lapislazzuli, con una pupilla di pietra nera.

L’iscrizione all’interno recita:
“Il re dell’Alto e Basso Egitto, il Signore delle Due Terre, Hedjikheperure Setepenre, Figlio di Ra, Signore dei diademi, Sheshonq, amato da Amon, gli sia concessa vita eterna”
Fonti:
- Pierre Montet, La nécropole royale de Tanis (Parigi, 1951)
- Pierre Montet, Les constructions et le tombeau de Psousennes à Tanis (1951)
- Tanis: tesori dei faraoni, Henri Stierlin e Christiane Ziegler , Seuil, 1987
- Tesori d’Egitto – Le meraviglie del Museo Egizio del Cairo, Francesco Tiradritti
- C. Andrews, Gioielli dell’Antico Egitto, (Londra, 1990), 33