Di Stefano Argelli
Il sito archeologico di Soleb si trova a nord della terza cataratta del Nilo, sul lato occidentale. Scoperto e descritto da Karl Richard Lepsius nel 1844.

Le rovine più affascinanti del sito sono quelle del tempio in arenaria edificato per la gloria del faraone, che vi era venerato assieme al dio Amon Amenhotep III (1390-1352a.C) faraone della XVIII dinastia.
A Michela Schiff Giorgini (Missione Italiana dell’Università di Pisa) negli scavi iniziati nella campagna 1957-58 e proseguiti per molti anni, si deve il meticoloso lavoro di riscoperta e di informazioni inerenti a questo splendido tempio.
La colonia di Soleb,inizialmente piccolissima e circondata da un fossato, divenne poi una vera una vera cittadella protetta da mura di cui oggi rimangono solo delle tracce a sud-ovest del tempio. Maggiori informazioni ci vengono dalle necropoli: inaugurate dalle fosse primitive dei primi abitanti, divennero poi il luogo di sepoltura dei coloni di Thutmosis III che rimaneggiarono tutte le tombe primitive e ne fecero delle sepolture egizie.
Suggestiva foto di Soleb al tramonto. Prigionieri asiatici. Prigioniero nubiano.
Il tempio ebbe numerose modifiche nel corso degli anni, tutte avvenute probabilmente sotto il regno di Amenhotep III.

Il tempio è di forma classica sui resti di un piccolo santuario presente, con colonne palmiformi e papiriformi.
Parte di architrave con il cartiglio di Amenhotep III Originariamente posti all’ingresso come sorveglianti del tempio dii Soleb, erano presenti due leoni in granito rosso mis: 117x93x216 cm British Museum. Altri rilievi alla base della colonna (oltre cento) con prigionieri con le braccia legate dietro la schiena.
Di particolare importanza a Soleb risulta la decorazione dei tamburi delle colonne su cui sono rattigurati alcuni prigionieri che,al posto del corpo, portano inciso un cartiglio con il nome della regione, città o tribù di provenienza, la lista di Soleb fornisce nomi nubiani e asiatici, più di 100 nomi.


Nella sua fase arcaica (A) il santuario primitivo era circondato da una cinta muraria spessa e fortificata e da una cinta più esterna e sottile, davanti al cui ingresso si trovava la “Grande Porta di Amenhotep III) Nebmaatra che ascolta il supplicante” e subito oltre l’imbarcadero per il canale che portava al Nilo. Successivamente I fase B) il santuario primitivo fu in parte modificato per diventare il sacrario del nuovo tempio: furono costruiti davanti una sala ipostila e un cortile con colonne chiuso da un pilone; fu edificata una nuova cinta muraria di 135 m di lato; una nuova banchina fu costruita di fronte alla Grande Porta. Nella fase II fase il pilone divenne una parete cui si appoggiava un nuovo cortile, chiuso da un nuovo, più grande pilone.
La fase III vede il cortile rivestirsi di colonne papiriformi su tutti I lati, mentre le pareti vengono decorate con scene della festa-sed. Davanti al pilone furono poste sei statue colossali e due obelischi; fu aggiunto un santuario su una nuova banchina che dava su un vasto bacino. Nell’ultima fase (IV C) davanti al pilone fu aggiunta una sala cubica sostenuta da quattro colonne palmiformi; rimossi gli obelischi, venne creata una rampa d’accesso fiancheggiata da due statue di falco. Una nuova banchina fu costruita sull’antico bacino.
(Da M.Schiff Giorgini) – Disegno dal libro del Prof Damiano
Fonti:
- MediterraneoAntico
- IL SOGNO DEI FARAONI NERI Alta Nubia: una terra tra due imperi. Di Maurizio Damiano