Di Piero Cargnino

Djer è il terzo (o secondo) sovrano della I dinastia egizia che ha regnato intorno al 1055 a.C.
Premesso che di lui si sa molto poco e le notizie in nostro possesso sono spesso slegate tra di loro. Le notizie scarseggiano ma come sempre abbondano le teorie avanzate dagli studiosi, teorie spesso contrastanti ma che sono il frutto di un lungo e meticoloso studio e lavoro sul campo che noi neppure immaginiamo. Per quanto possibile esamineremo queste teorie nel rispetto di chi le ha formulate tenendo conto delle difficoltà che incontrano gli egittologi nel collocare questo o quel faraone. La ragione sta nella difficoltà di individuare i faraoni presenti in una lista con un nome mentre in un’altra compare con un nome diverso.
La titolatura reale del faraone, che troviamo nel cartiglio, era fondamentale perché il faraone possedeva ben cinque nomi:
il nome di Horus, il dio falco, presente fin dalla prima dinastia, il nome di “Giunco e Ape” giunco per la valle del Nilo e l’ape per il Delta, il nome delle “Due Signore” le dee Wadjet e Nekhbet tutelari delle due terre. Con l’Antico Regno, dalla IV dinastia appare il nome di “Horus d’Oro” e quindi il vero nome di nascita del sovrano.
E’ facile capire che, a seconda di come veniva indicato, non è certo facile individuarlo.
Oggi tutti concordano sul fatto che il terzo (o secondo) faraone della I dinastia fosse Djer. Djer sarebbe stato il figlio di Aha e della moglie secondaria Khenthap. Prima di salire al trono, probabilmente per la giovane età, avrebbe attraversato un periodo sotto la reggenza della regina Neithotep, sposa principale di Aha, per alcuni la vera madre, per altri la nonna.
Secondo Manetone avrebbe regnato per 57 anni, Toby Wilkinson, che ha effettuato una ricerca approfondita negli Annali reali dell’antico Egitto, propende di più per la Pietra di Palermo che gli attribuisce un regno di 41 anni “interi e parziali” (?) citando tra l’altro che Djer abbia celebrato la festa Heb Sed, che si celebrava ai 30 anni di regno. Nella lista di Abidos il terzo faraone è citato come iti mentre nel, purtroppo danneggiato, Papiro di Torino in quella posizione si legge solo la prima parte del nome it… Manetone lo chiama Utenephes. Dalla Pietra di Palermo si rileva la notizia di un “massacro dei Setju”, probabilmente una tribù di asiatici.
Di Djer si parla anche su di una stele scoperta a Gebel Sheikh Suleiman, in Nubia a proposito di una razzia e su altre fonti è riportato di una sua spedizione nel Sinai. Altre notizie che riguardano Djer le troviamo su stampe di sigilli trovati in tombe a Saqqara, iscrizioni in altre tombe, un’impronta di sigillo e iscrizioni a Helwan presso Menfi.
Djer ebbe numerose mogli di cui la principale fu Nakhmaith. Djer fu un faraone attivo, su una placchetta di avorio è riportato che si recò in visita a Buto e Sais nel Delta mentre la Pietra del Cairo narra che un anno del suo regno viene chiamato “Anno di colpire la terra di Setjet” che potrebbe intendere il Sinai o anche la terra di Canaan.
Djer si fece seppellire nella necropoli di Umm el-Qa’ab presso Abydos come gli altri faraoni della I dinastia. Non si sa per quale ragione, la tomba di Djer a partire dalla XVIII dinastia fu considerata la tomba del dio Osiride e l’intero complesso funerario della prima dinastia, che include la tomba di Djer, era molto importante nella tradizione religiosa egiziana.
In questa tomba, Petrie trovò un braccio mummificato, adorno attorno al polso di braccialetti in oro, turchese, perline di ametista e amuleti, che attribuì alla sposa di Djer.
Il tutto fu portato al museo del Cairo dove, sfortunatamente, l’allora curatore, Emile Brugsch, conservò i braccialetti ma gettò via il braccio, ritenendolo del tutto privo di importanza dal punto di vista storico.
Lo studio dell’intero complesso funerario del re Djer, come per altri faraoni, conferma che, almeno per l’intero periodo arcaico o predinastico, ma in particolare per la I dinastia, era in uso la pratica dei sacrifici umani. I riti funebri che si celebrarono per il re Djer ci confermano che furono 318 gli individui che vennero sepolti nella sua tomba ed altri 269 furono sepolti nello spazio circostante. Il Dr. O’Connor ritiene che più di 200 tombe scoperte nel complesso funerario di Djer conterrebbero i resti dei servitori a lui sacrificati.
Secondo lo studio “Storia sociale dell’antico Egitto” (“Ancient Egypt: A Social History”), di B. G. Trigger, si ipotizza che Djer sarebbe stato sepolto con più di 580 servitori. Secondo National Geographic sarebbero 569 i servitori immolati mentre un’altra fonte parla di 338.
Fonti e bibliografia:
- Maurizio Damiano-Appia, “Egitto l’età dell’oro”, Fabbri Editori, 1997
- Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
- Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997)
- Mario Tosi, “Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto”, vol. II, Ananke, 2012
- Maurizio Damiano-Appia, “Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà nubiane”, Mondadori, 1996
- Edda Bresciani, “Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto”, De Agostini
- Nicolas Grimal, “Storia dell’Antico Egitto”, trad. di G. Scandone Matthiae, Bari, Laterza, 2002
- Wilson, John A., “Egitto, “I Propilei”, Monaco di Baviera 1961 Mondadori, Milano 1967)