Antico Regno, C'era una volta l'Egitto

IL FARAONE HUNI

Di Piero Cargnino

La III dinastia si conclude con il regno del faraone Huni, figlio di Khaba, lo apprendiamo dal Canone Reale di Torino che gli assegna un regno di 24 anni.

Lo confermano anche il Papiro Prisse, trovato dall’egittologo francese Emile Prisse d’Avennes, ed il papiro Westcar, acquistato in Egitto nel 1824 dal viaggiatore e collezionista inglese Henry Westcar, dove si racconta che Huni ed una sposa secondaria, Meresankh erano i genitori di Snefru.

Non si sa per quale ragione Manetone fa iniziare la IV dinastia con il faraone Snefru, anche perché pare che questi fosse già un diretto discendente del faraone Huni che lo precedette, ho detto “pare” perché non tutti gli studiosi concordano non essendo ben chiara la linea di successione secondo Manetone.

Di Huni non si conosce il suo nome Horus, alcuni lo associano al nome Horo Qa-Hedjet ma in proposito non esistono delle prove effettive. Non lo troviamo nella lista di Manetone della quale non ci si può fidare ciecamente in quanto, per ciò che riguarda la III dinastia contiene parecchi nomi non associabili a sovrani accertati.

Il Canone reale invece, per questo sovrano, eccezionalmente riporta altre notizie quali, la costruzione di Seshem (?). Alcuni studiosi attribuiscono ad Huni la costruzione della piramide minore di Seila, mentre l’egittologo francese Henri Gauthier gli attribuisce anche la costruzione di quella di Elefantina. Inoltre, come detto in precedenza, Günter Dreyer e Werner Kaiser ipotizzano che il faraone Huni avesse concepito un più ampio progetto di costruzione che avrebbe riguardato tutte le altre piramidi minori che abbiamo appena trattato in precedenza. Pare inoltre che abbia fatto costruire anche una fortezza sull’isola di Elefantina.

In un primo tempo gli egittologi attribuirono al faraone Huni anche la costruzione del complesso funerario di Maidum. A questo proposito occorre precisare che circa la costruzione della piramide di Maidum non esistono solide prove archeologiche anche se alcuni obiettano che, avendo regnato abbastanza a lungo, almeno il tempo per costruirla l’avrebbe avuto.

A tutt’oggi le ipotesi più accreditate sono quelle che attribuiscono a Huni la costruzione della prima parte della piramide, quella tutt’ora visibile, gli immensi gradoni che la rendono del tutto simile ad una ziqqurat mesopotamica ricalcando in un certo senso quella del suo antenato Djoser a Saqqara, ma per una ragione che non conosciamo non riuscì ad ultimarla.

A questo punto le ipotesi e le supposizioni si sprecano.

  • Huni avrebbe costruito la piramide completa che poi però sarebbe collassata quindi Snefru non c’entrerebbe niente.
  • Huni avrebbe costruito la parte interna della piramide che poi Snefru avrebbe completato.
  • La piramide sarebbe collassata durante i lavori ordinati da Snefru.
  • Snefru avrebbe completato la piramide con le facce lisce ma in seguito, a causa di un terremoto, la parte esterna sarebbe collassata.

Scusate ma a questo punto mi fermo per non stordirvi, l’unica cosa certa è che la piramide è crollata, almeno la parte esterna e nessuno sa spiegarne la causa.

Fonti e bibliografia:

  • Peter Jànosi, “Le piramidi”, Il Mulino, Bologna, 2006
  • Mario Tosi, “Dizionario enciclopedico delle divinità dell’antico Egitto”, Ananke, Torino, 2006
  • Alan Gardiner, “La civiltà egizia”, Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997)
  • Riccardo Manzini, “Complessi piramidali egizi”, Torino: Ananke, 2009
  • Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche”, Bompiani, Milano 2003
  • Nicolas Grimal, “Storia dell’antico Egitto”, Laterza, Bari, 1990 W.S. Smith, “Il Regno Antico in Egitto e l’inizio del Primo Periodo Intermedio”, Il Saggiatore, Milano 1972

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