Di Luisa Bovitutti
La conoscenza dei siti predinastici nel nord dell’Egitto è limitata, in parte perché molti dei loro insediamenti ora si trovano sotto la falda freatica o sono stati coperti da insediamenti successivi; la prima cultura neolitica attestata è la “cultura del Fayyum A” che si sviluppò contemporaneamente alla “cultura di Merimde” tra il 5.200 ed il 4.000 a. C. sul bordo settentrionale del Fayyum, dove circa 1.000 anni prima ebbe sede la cultura epipaleolitica denominata “Fayyum B”, che ha lasciato solo piccoli strumenti (“microliti”) e non conobbe la ceramica.
I siti della cultura Fayyum A sono venuti alla luce presso l’antica sponda del lago; non essendo emerse tracce significative di edifici ma solo numerose “buche per il fuoco”, interpretate come focolari, gli archeologi hanno ritenuto che queste comunità non edificassero villaggi e quindi che non fossero ancora stanziali.

Questi uomini vivevano di caccia e di pesca in accampamenti stagionali composti da capanne di stuoie o canne con granai sotterranei comuni; le ossa di animali ed i semi rinvenuti in loco inducono ad ipotizzare che, forse, avessero già addomesticato pecore e capre e sapessero coltivare farro e orzo.


Non conoscevano i metalli ed usavano strumenti realizzati in selce, talvolta dotati di manico di legno; la ceramica espresse solo vasi aperti abbastanza grezzi realizzati con argilla temperata con pula, ma sono stati rinvenuti tessuti di lino e perline e conchiglie importate usate come ornamenti.

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