Di Grazia Musso
La transizione fra la fine del Neolitico ( Predinastico) e l’inizio dell’epoca storica fu un processo graduale e avvenne nel periodo che noi chiamiamo Protodinastico, che ebbe termine con la fondazione della prima Dinastia detta Thinita dal luogo di provenienza di questi re, This; per questo è anche detto Prethinita.
Viene anche chiamato periodo di Naqada III, il suo arco cronologico va all’incirca dal 3500 – 3400 al 3185 ( quest’ultima è una data convenzionale e corrisponde all’inizio della prima Dinastia).
È il periodo dei primi re Predinastico detti “Horus” della ” Dinastia 0″ su cui stanno portando nuova luce gli scavi di Umm El Qaab, presso Abydos.

Agli albori della storia egizia grande importanza ebbero due città : Hierakonpolis ( l’egizia Nekhen), antica capitale dell’Alto Egitto Predinastico, dalla quale mosse l’unificazione delle Due Terre, è This, la prima capitale dell’Egitto unito, tuttavia ben presto, sin dall’inizio della Prima Dinastia, fu fondata una nuova capitale: Memphis.
LA tradizione ( che oggi si crede fondata) attribuisce a Menes, primo re d’Egitto, la fondazione della città.
Per la sua posizione, nel punto d’incontro tra il Delta e la Valle del Nilo, il sito era idoneo a controllare il regno unificato, suo Dio principale fu Ptah, il cui tempio era il cuore religioso della più importante città dell’Egitto e che all” Egitto diede il nome : Hat – Ku – Ptah ( Dimora del ka di Ptah).
Sottolineiamo che quella che noi chiamiamo arte egizia era in realtà il frutto di un complesso sistema filosofico-religioso, era la trasposizione in due dimensioni ( pittura e rilievo) o in tre dimensioni (statutaria e architettura) di una scrittura divina.
Essa racchiudeva dunque in sé la magia religiosa, il potere creatore della parola, e come tale doveva contenere in sé la forza di un messaggio il quale, in quanto parola divina, non può cambiare.
Cambiamenti si hanno, però all’interno di tali canoni : le sperimentazioni predinastiche sono inglobate , schematizzate, regolarizzate in un sistema compiuto che muto’ gradualmente.
È proprio in questo troviamo la grandezza dell’artista egizio che si differenzia dall’artigiano: i maestri riuscirono ad avere l’abilità di esprimere il proprio pensiero, il proprio senso estetico, i propri concetti all’interno di questi canoni, con piccole, limitate innovazioni. Un processo lento, graduale, che però porterà l’arte a livelli evolutivi sublimi.
L’arte delle prime Dinastie vede fiorire opere di tutti i generi : il vasellame ceramico, non solo si sviluppa ma viene affiancato da un vasellame litico di altissimo livello tecnico e artistico ; si sviluppa la statutaria, sono presenti le grandi stele funerarie presso le tombe dei re.
Le stesse tombe divengono delle costruzioni complesse che troviamo specialmente nelle necropoli reali di Abidos ( Umm El Quaa), a Sakkara.


Tomba di U-j, a Umm El Qaab ( Abidos)
Si tratta di una tomba principesca in cui alla camera funeraria ( quella orizzontale, in alto a destra) erano collegate nove stanze che fungeva i da magazzini, una contiene ancora delle giare.
Esse erano connesse alla camera funeraria grazie a fenditure nelle porte simboliche.
Le due sale lunghe sulla sinistra sono magazzini aggiunti successivamente.
Naqada III 3300 – 3100 a. C.
Si moltiplicano gli oggetti di uso quotidiano e i motivi sia simbolici che ornamentali.
Di tutta questa produzione artistico-religiosa il cuore è la corte reale di Memphis, i suoi artisti, architetti divengono il cuore pulsante dell’Egitto.
Fonti:
- Dizionario enciclopedico dell’antico Egitto e delle civiltà Nubiane – Maurizio Damiano-Appia – Mondadori
- Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electa