E' un male contro cui lotterò

IL PAPIRO EBERS

Di Andrea Petta e Franca Napoli

LE FONTI: I PAPIRI MEDICI

NOTA: non sappiamo se i papiri pervenuti fino a noi siano rappresentativi della biblioteca medica dell’epoca. È possibile che alcuni siano sorte di “appunti” di un medico; la ripetizione però di molte prescrizioni pressoché identiche tra i diversi testi suggerisce che esse facessero parte di una conoscenza comune e condivisa, e che fossero riportate nei testi conservati presso le “Case della Vita”.

La traduzione dei papiri medici è di enorme difficoltà. Si incontrano termini mai visti in altri contesti ed è difficilissimo associarli a termini moderni. Inoltre, le traduzioni sono state fatte da esperti di scrittura geroglifica, quasi mai esperti di medicina. Una clamorosa svista di Breasted nel tradurre il papiro Edwin Smith, ad esempio, ha fatto pensare che gli Egizi avessero riconosciuto gli effetti dei traumi cranici (nello specifico, un caso di emiplegia sul lato del corpo opposto a quello del trauma cranico mentre in realtà veniva descritto lo stesso lato del corpo). Anche le nostre conoscenze moderne “inquinano” la comprensione dei testi, dando per scontato cose per gli Egizi non lo erano affatto.

IL PAPIRO EBERS

La storia dei due principali papiri medici, il Papiro Ebers e il Papiro Edwin Smith, è un po’ particolare e l’abbiamo raccontata a parte. Georg Ebers fece degli sforzi notevoli che far tradurre il papiro in suo possesso, inizialmente in tedesco ed infine nel 1937 in inglese dal Dr. Ebbell che – ahimè – era medico ma non egittologo ed entusiasticamente introdusse una serie di errori ed interpretazioni “fantastiche” cercando a tutti i costi un parallelismo con la medicina moderna. Ebers fino alla sua morte rimase convinto che il papiro che porta il suo nome fosse il n° 40 dei 42 volumi citati da Clemente di Alessandria, quello che doveva avere come titolo: “Rimedi”

Il Papiro Ebers è lungo la bellezza di 110 pagine numerate dallo scriba stesso che lo ha redatto; è scritto in uno ieratico molto preciso ed è in condizioni strepitose. Da un passaggio sappiamo che è stato scritto nel IX anno di regno di Amenhotep I (XVIII Dinastia, circa 1534 BCE), ma fa riferimento ad origini molto più antiche asserendo che il testo originale sia stato trovato tra le zampe della statua di Anubi a Letopoli e portato al Faraone Den della I Dinastia. Se così fosse, le prescrizioni riportate sarebbero state usate da Imhotep in persona…

Le prime pagine del Papiro Ebers, che come al solito si leggono da destra a sinistra.

Il Papiro Ebers contiene 877 prescrizioni (una cinquantina ripetute due volte) numerate progressivamente insieme a 14 formule “magiche”. Le prescrizioni comprendono più di 500 sostanze, non tutte identificate fino ad oggi. Purtroppo molti ingredienti, descritti con termini “tecnici”, non sono infatti ancora stati individuati. Anche il rimedio chiamato “Il Sacro”, utilizzato da Iside per espellere il dolore dalla testa di Ra, utilizza ingredienti non identificati, insieme al coriandolo, la Bryonia ed il miele. Peccato, molte aziende farmaceutiche sarebbero felici di scoprirli…

Si tratta del principale testo pervenutoci; è eccezionalmente descrittivo nell’impiego dei medicamenti, comprese le formule rituali da pronunciare mentre si applica la prescrizione. Si apre infatti con tre formule magiche – di protezione da elementi maligni, di protezione quando si toglie la benda da una ferita e per rafforzare l’efficacia di una medicina. La ripetizione più frequente è: “Veramente eccellente; un milione di volte (ha avuto effetto)”, come se i precedenti “successi” garantissero anche l’efficacia sul paziente successivo. Volendo, una sorta di “Evidence based medicine” ante litteram ma in un contesto completamente diverso.

Però il Papiro Ebers è anche una fonte sorprendente di nozioni.

Per la prima volta si parla ad esempio di cauterizzazione delle ferite nella rimozione di cisti o di angiomi (“Fai attenzione al sangue…La tua lama dovrà essere scaldata nel fuoco ed il sanguinamento non sarà copioso”). Si doveva prestare attenzione alle vene varicose (“spirali di serpente”) perché avrebbero sanguinato molto causando svenimento o morte del paziente.

Per la prima volta si parla di “aria buona” e “aria cattiva” parlando di respirazione; non solo, ma l’aria “entra nel cuore, nei polmoni e di lì nell’addome”, una frase che sottintende una comprensione almeno parziale del sistema cardiorespiratorio.

Si parla anche di “mali che divorano l’utero (o il seno) della donna”, in cui molti hanno visto dei riferimenti alle malattie oncologiche di cui però ci sono pochi riscontri oggettivi nelle mummie esaminate

Il retro del Papiro Ebers, con delle annotazioni sul sorgere di Sirio nell’anno IX di Amenhotep I che hanno permesso la datazione del papiro stesso

L’ultima parte del Papiro Ebers contiene inoltre prescrizioni che si pensa facessero parte di un più antico “Libro dei tumori” purtroppo andato (finora) perduto. E molte, molte altre indicazioni che vedremo nelle patologie specifiche.

Con uno sforzo decisamente apprezzabile, l’Università di Lipsia ha messo in rete tutto il Papiro Ebers con la traduzione man mano che si scorre il papiro qui: https://papyrusebers.de/en/

Ci si sente davvero Sinuhe a scorrerlo ed a leggere le prescrizioni…

Fonti:

  • Nunn, John F. Ancient Egyptian medicine. University of Oklahoma Press, 2002
  • Università degli Studi di Lipsia

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