Di Grazia Musso

Saqqara – Mastaba di Ranofer
Scavi di A.Mariette (1860)
Prima metà della V Dinastia
Queste splendide statue gemelle di Ranofer furono ritrovate in due nicchie ricavate nella cappella della sua tomba a Saqqara, insieme a quella della moglie Hekenu.
Le sculture, a grandezza naturale, rappresentano il sacerdote di Ptah e di Sokari in due fasi diverse della sua vita, una nel pieno della giovinezza, l’altra in età matura.


Il giovane Ranofer è un uomo dall’aspetto prestante, atletico e muscoloso, cinto ai fianchi da un gonnellino annodato in vita, indossa una semplice parrucca.
Nell’altra statua è raffigurato con una capigliatura tanto corta che può sembrare una calotta e con una lunga gonna, i suoi tratti sono quelli di un uomo avanti negli anni.

Il dignitario è ritratto in piedi, nella tipica posa dell’uomo incedente, con la gamba sinistra avanzata, le mani stringono due cilindri e lo sguardo fisso, ormai al di sopra delle cose terrene.
La tecnica esecutiva ricalca i canoni della tradizione scultorea, che parte da un unico blocco litico per liberare progressivamente i volumi e i contorni della figura, fino a farla emergere completamente.
I dettagli anatomici vengono definiti con precisione, le superfici sono accuratamente levigate.

Lo spazio che separa le singole parti del corpo resta “riservato”, vale a dire pieno, secondo una convenzione stilistica che non conosce eccezioni.
Il colore era di norma applicato quando la pietra non era particolarmente pregiata, come nel caso del calcare, e non permetteva di raggiungere gli stessi effetti luministici delle pietre più dure

Fonte: I Tesori dell”Antico Egitto nella collezione del Museo Egizio del Cairo – National Geographic – Edizioni White Star
mi chiedo di quale materiale sono fatti ed a cosa servono i cilindri che impugna nelle due mani .
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Le statue sono in calcare dipinto; per quanto riguarda i cilindri abbiamo pubblicato tempo fa un approfondimento qui con le diverse teorie: https://laciviltaegizia.org/2021/02/08/dimmi-coshai-in-pugno/
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