2192 a.C.
Di Franca Loi
Statua in calcare dipinto del sacerdote Kaemked. Il Cairo, Museo Egizio.
Verso la fine della V dinastia si determinò un notevole rilassamento del potere centrale;
il re non possedeva più l’egemonia come nel passato. infatti la classe dirigente della V e VI dinastia conquista sempre maggior peso all’interno dello Stato faraonico. L’indipendenza raggiunta dai principi dai locali si vede nelle tombe che non sono più costruite intorno alla piramide reale, ma realizzate nelle città di appartenenza. Fra le tante ricordiamo quelle di Elefantina e Abido.

Rilievo con navigazione in un papireto. La disposizione dei fiori di loto intorno all’imbarcazione risponde alla ricerca di una rappresentazione fedele della realtà. Berlino, Egyptisches Museum.
“I ricchi funzionari si fanno seppellire in grandi tombe la cui sovrastruttura in pietra imita la forma delle mastabe reali del protodinastico.
Le pareti degli ambienti interni, concepiti a imitazione delle stanze di una vera abitazione, sono riccamente decorate con rilievi dipinti in cui risalta la brillantezza dei colori e che cercano di riprodurre la vita quotidiana….. Si moltiplicano le statue dei privati che si fanno ritrarre da soli o con i familiari in veri piccoli capolavori in cui, ha un’osservazione attenta dell’individuo, si unisce un modellato dalle soluzioni sempre più nuove”.

Gruppo in calcare ritraente un uomo con la propria famiglia. L’artista è riuscito a trattare il tema del gruppo familiare secondo uno schema originale e dotato di movimento. Brooklyn Museum, New York.
Questo è il periodo in cui alle immense creazioni della IV dinastia seguono “piramidi sempre più piccole, costruite con materiali che non sono più gli immensi blocchi del passato; spesso addirittura poco più che un pietrame incoerente… se tuttavia le piramidi si in piccoliscono e si impoveriscono, In compenso si sviluppano i templi funerali e i templi solari…..

Gruppo statuario dell’Antico Regno (Museo Archeologico di Alessandria).
Il significato delle statue era totalmente diverso da quello che noi diamo nel nostro concetto di arte; le statue erano una derivazione del potere magico della parola, una parola concretizzata in 3 dimensioni; i defunti, una volta svolta la cerimonia dell’apertura della bocca sulle statue, potevano passare fra le dimensioni (quella nostra, dei viventi, e quella di defunti e dèi) grazie alla magia religiosa della loro immagine, parola concretizzata in forma (© Archivio CRE/Maurizio Damiano).
“Generalmente si legge che la VI dinastia è il periodo di decadenza dell’Antico regno. In realtà ciò non è esatto; l’Antico Regno decade solo alla fine della VI dinastia: ancora sotto Pepi II le arti fioriscono, come l’economia del paese; è solo alla fine del regno che la VI dinastia e con essa l’Egitto va incontro alla profonda crisi del potere centralizzato accompagnata da una crisi sociale e delle strutture. Le cause sono molteplici, tra cui citiamo la vita lunghissima di Pepi II e l’eccesso di privilegi concessi ai governatori locali con conseguenze indebolimento del potere centrale.”


Statuina in alabastro di Pepi I. Nonostante sia impostata su una visione perfettamente frontale, la piccola statua anticipa la scultura del suo successore con la madre. Una duplice lettura secondaria è Infatti data dal falco posato sullo schienale,che non solo consente una fruizione dell’opera girandola di 90° ma la stravolge trasformandola in una stele con il nome del sovrano iscritto nel serekh, qualora la si osservi da dietro. New York, Brooklyn Museum.


Statuina in alabastro di Meryraankhnes e di Pepi II. New York, Brooklyn Museum. La visione frontale della regina (a sinistra) è da ritenere la principale. La visione frontale del sovrano (a destra), da considerare un fanciullo nonostante sia rappresentato come un adulto di piccole dimensioni, è secondaria ma ugualmente importante perché centrata sulla figura di Pepi II.
” il gruppo statuario indica una realtà storica che va oltre il rapporto madre figlio. La statua mostra la tutela della regina che fu reggente al posto del re, ancora bambino.”

Piramide di Userkaf.
Dopo la breve parentesi degli ultimi re della IV dinastia che avevano privilegiato màstabe come loro sepolture, Userkaf ritornò alla piramide perfetta, “Puri sono i luoghi di Userkaf”.
Benché la forma fosse del tutto simile alle piramidi della IV dinastia, quella di Userkaf presentava un nucleo costituito da blocchi grossolanamente squadrati molti dei quali, come testimoniato da scritte in ocra rossa, prelevati da altri monumenti e riutilizzati; l’asportazione totale del rivestimento nei secoli, e specialmente nel medio evo, comportò il crollo totale della piramide di cui non resta, oggi che un informe cumulo di blocchi.


Il complesso di Niuserre ad Abu Gorab.
Questo faraone ci è noto soprattutto grazie all’esplorazione del suo Tempio Solare ad Abu Gurab. Niuserra costruì il suo complesso funerario tra quelli di Sahura e di Neferirkara, sconvolgendo in gran parte quello di quest’ultimo e distruggendone la parte inferiore della sua Via Cerimoniale per farla rientrare nel proprio complesso. Il nome della sua piramide è “I luoghi di Niuserra sono eterni”. Della sua vita non si conosce nulla. “La scena che vediamo sopra si svolge durante la stagione della piena che permetteva alle barche di arrivare sino alle rampe dell’accesso monumentale, il cui zoccolo si trasformava in un imbarcadero. Dietro l’accesso si vede la rampa, al fianco della quale domina il grande muro di contenimento della terrazza punto e, più in alto si vedono le mura del cortile e l’accesso alto il punto e virgola il tutto è dominato dal grande obelisco”
Fonte:
- ANTICO EGITTO – MAURIZIO DAMIANO – ELECTA.
- L’ANTICO EGITTO – LEONARDO ARTE
- WIKIPEDIA