Amarna, Mai cosa simile fu fatta

LE STELE DI FRONTIERA DI AKHETATON

Di Franca Loi

Posizione di Akhetaton, a metà strada tra Menfi e Tebe.

Tra il quarto e quinto anno del suo regno Amenhotep IV muto’ il suo nome in Akhenaton “Splendore di Aton”, poi lasciò Tebe, capitale consacrata ad Ammone, e si stabili’ in una nuova capitale da lui fatta edificare in un luogo libero dall’ appartenenza a qualsiasi divinità. Ora il suo nome è Amarna.

Mappa del sito di Amarna ( Akhetaton ) con indicazione dell’ubicazione delle stele di confine intorno al sito.

La città, che venne chiamata Akhetaton “Orizzonte di Aton”,era situata tra Tebe e Menfi in un’area pianeggiante delimitata dal Nilo e da un semicerchio di rilievi. La città non aveva mura; ma Akhenaton ne fece delimitare i confini con 16 stele, 3 sulla riva occidentale del Nilo e 13 su quella orientale. Queste stele, che Flinders Petrie indicò con le lettere dell’alfabeto, raccontano le fasi della fondazione della città e informano pubblicamente sulle intenzioni del faraone e la natura del sito come luogo sacro per Aton. Fu forse per sottolineare il suo allontanamento da ogni divinità, dal clero amoniano e il suo proposito di allontanarsi definitivamente da Tebe, che fece scolpire sulle Stele il giuramento di mai “sconfinare in eterno”.

Ma il giuramento di non ampliare mai il territorio dell’Aten, secondo Gardiner, resta un mistero. Significa “

<forse che da principio i suoi dissensi con il clero di Amon-Ra furono composti amichevolmente accontentandosi egli di vivere e adorare il suo Dio a proprio modo in un luogo di propria scelta? ……Il re pensa (anche) alle eventualità di trovarsi, lui e la sua famiglia, in un’altra città nell’ora della morte”.

Le stele hanno praticamente tutte lo stesso testo, anche se esistono due versioni delle iscrizioni, una più ampia e una più breve, ma meglio conservata. Quasi tutte prevedono un rinnovo del giuramento nell’anno ottavo di regno.

Scala d’accesso alla stele U

Purtroppo, molte stele sono in pessimo stato di conservazione a causa dell’opera di erosione degli agenti atmosferici e dei danni provocati dai tombaroli. Non stupisce, quindi, che di alcune stele rimanga traccia solo nelle pubblicazioni scientifiche degli studiosi.

Oggi sono visitabili solo la stele U e la stele A.

La stele U si trova all’ingresso dell’uadi che porta alla tomba reale; è alta circa 8 metri ed è la più grande tra tutte le iscrizioni confinarie.

STELE U

All’interno di spazi rettangolari con la sommità arrotondata, lo schema classico vede una scena di adorazione del disco solare da parte di Akhenaton, Nefertiti e le loro figlie e diverse righe di testo geroglifico con i decreti di fondazione della città, scritti nel 5° e 6° (con un’integrazione nell’8°) anno di regno.

Gruppo a destra: Nicchia con le statue di Akhenaton e Nefertiti, quasi totalmente distrutte. Sulla parte destra della nicchia si vedono i resti di tre principesse.
La suddivisione delle linee della stele non corrisponde a quella reale ed è dovuta solo a motivazione di impaginazione.
La stele “U” in un disegno di Émile Prisse d’Avennes

STELE S: (N. de G. Davies, The Rock Tombs of El Amarna V, 1908, pl. XXXXIX)Purtroppo, molte stele sono in pessimo stato di conservazione a causa dell’opera di erosione degli agenti atmosferici e dei danni provocati dai tombaroli.
L’esempio più eclatante è quello della Stele S, l’esemplare più pregevole del gruppo fino a pochi decenni fa, che è stata fatta letteralmente saltare in aria nel tentativo di staccarne frammenti con l’esplosivo.

La stele di frontiera A

La moderna scala che conduce alla stele.

La città di Akhetaton “l’Orizzonte di Aton” si estendeva per una lunghezza di circa nove chilometi e per una larghezza di un chilometro e mezzo.

Venne delimitata da sedici “Stele di frontiera” scavate nella viva roccia. Tre sulla riva occidentale del Nilo e tredici su quella orientale.

Le 16 stele sono designate con una lettera maiuscola, un sistema di nomenclatura che l’egittologo inglese Flinders Petrie adottò alla fine del XIX secolo.

La vetrata di protezione (molto sporca) rende difficoltosa la ripresa fotografica della stele.

Il celebre egittologo britannico ebbe comunque l’intuizione di lasciare spazi vuoti per futuri ritrovamenti che si sono effettivamente verificati con la Stele X (1901) e H (2006).

Le statue, gruppo a sinistra: Akhenaton, Nefertiti e una principessa.
Le statue, gruppo adestra: Akhenaton, Nefertiti e due principesse.

Fu il sacerdote gesuita francese Claude Sicard il primo europeo ad attirare l’attenzione su queste stele. Pubblicò uno schizzo della “Stele A” e una descrizione del sito dopo averlo visitato nel 1714.

Incise direttamente nelle pareti rocciose delle montagne che circondano Amarna, le stele sono costituite da un rettangolo con la parte superiore arrotondata. La parte rettangolare fu incisa con un testo in linee orizzontali di geroglifici, mentre la parte superiore contiene un’immagine della famiglia reale intenta ad adorare Aten. Alcune stele erano affiancate da statue, anch’esse scolpite nella roccia, di Akhenaton, Nefertiti e alcune delle loro figlie. Registro superiore: Akhenaton, Nefertiti e le principesse Meritaton e Maketaton consacrano offerte all’Aton. A sinistra otto colonne di testo. Registro inferiore: venticinque linee orizzontali di testo. Si leggono da sinistra verso destral

La stele A si trova sulla riva occidentale, nei pressi di Tunah el-Gebel. È distante circa 22 km dalla capitale Akhetaton (oggi Tell el-Amarna)

Registro superiore ravvicinato: Akhenaton, Nefertiti e le principesse Meritaton e Maketaton adorano l’Aton. A sinistra otto colonne di testo.
A destra Akhetaton. Sulla tavola delle offerte: una statuina in ginocchio, sette brocche, un mucchio di vivande (?). Sopra il mucchio delle vivande (?), tre oche.

Nefertiti e le principesse Meritaton e Maketaton
Akhetaton e la regina vestono un abito trasparente riccamente pieghettato.
Le principesse, rappresentate con il ciuffo dell’infanzia, vestono un abito riccamente pieghettato e agitano sistri in segno di festa
Cartigli di Akhenaton

FONTE:

  • Alan Gardiner-La Civiltà Egizia-Einaudi
  • Khekeru
  • Djed Medu
  • Amarnaproject
  • cartigli.it
  • Mattia Mancini
  • Wikipedia

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